sabato 29 aprile 2017

I valori e i princìpi di riferimento

Alcuni anni fa ero intervenuto in un dibattito pubblicando questo articolo sulla rivista semestrale del Dipartimento di scienze dell'educazione e dei processi culturali e formativi della Università di Firenze, «Studî sulla formazione» (n.2 del 2006, anno IX), che ora vorrei riproporre all'attenzione dei miei lettori, sperando che possa suscitare il loro interesse dato che sono questioni e problematiche ancora oggi, a dieci anni di distanza, molto attuali dato che ci si è posti ultimamente alcuni quesiti fondamentali (a proposito per esempio del fine-vita, e dell'interruzione delle cure in caso di malattie o condizioni incurabili). 
Comunque questo articolo, tanto per datarlo e collocarlo nella temperie di allora, fu scritto qualche mese dopo il fallimento del referendum del giugno 2005. Ricordo che si trattava di una consultazione su quattro punti molto importanti per la vita di tutti noi: 


Abolizione ai limiti alla ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni.
Abolizione di limiti all'accesso alla procreazione medicalmente assistita
Abolizione di norme su finalità, diritti, soggetti coinvolti e limiti all'accesso alla procreazione medicalmente assistita.

Ma la consultazione non raggiunse il quorum.


Comunque il problema era di più ampio significato rispetto alle singole questioni sottoposte a referendum, dal momento che nel giugno 1997, aprile 1999, maggio 2000, giugno 2003, giugno 2005, e poi anche nel giugno 2009, erano state proposte 24 consultazioni popolari, rimaste senza esito non avendo avuto la necessaria affluenza di votanti (sono sempre rimasti tra il 23 e il 32 % degli elettori, con l'unica eccezione dell’aprile 1999 in cui si sfiorò il 49,6%). Per cui dal 1997 c'erano stati referendum dichiarati tutti non validi, così come poi anche per il successivo dell’aprile 2016 sulle trivellazioni lungo le coste.  Una crisi grave delle consultazioni popolari, e dell'unico strumento (parziale) che in Italia abbiamo di democrazia diretta: il referendum.


Unica eccezione i quattro referendum del giugno 2011 (e l’ultimo del dicembre scorso) che hanno avuto il numero di votanti sufficiente. Ma in quel 2006 la situazione dell'istituzione referendaria era stata veramente critica già sin dal 1997. Per cui al di là della nostra opinione in base a cui abbiamo, o avremmo, votato sì oppure no, restava la questione del voto di consultazione popolare e del rapporto tra i valori cui facciamo riferimento e i principi che condividiamo.










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