venerdì 23 novembre 2012

la Notte, poesia di Fede Paronelli

Mentre l'autunno sta avviandosi verso la sua conclusione e risoluzione nell'inverno, e dunque le notti iniziano più presto e sono più lunghe, e il cielo notturno -quando è senza nuvole- è più terso e limpido, ecco a questo proposito un testo poetico scritto da mia nonna materna Fede Paronelli (astronoma, allieva di Flammarion) nel suo ultimo libro pubblicato poco prima della sua morte.

da: Le maraviglie del cielo, casa editrice G.Principato,  collana "Iniziazioni", Milano, 1944, cap. I, pp .3 - 4 :

La notte stellata


O Notte, o silenziosa, divina Notte stellata, 
tu porti scritte in lettere infuocate, là, nei sentieri del cielo, 
le parole del grande enigma dell'Universo! 
Che magnificenze, che insospettate ricchezze 
serbi tu all'anima che sa abbandonarsi rapita 
alla contemplazione dei tuoi taciti splendori! 
Chi può rimanere indifferente dinanzi a te, 
silenziosa e sublime rivelatrice, 
a te che, facendo sparire il manto che la luce diurna stende, 
azzurro e abbagliante, al disopra di noi, 
rendi al cielo la sua trasparenza e riveli 
la prodigiosa realtà dell'Universo, 
lo scrigno scintillante di gioielli celesti, 
le innumerevoli stelle che si succedono senza fine 
negli illimitati abissi degli spazi siderei ?

Senza te, Notte divina, lo spirito umano non avrebbe potuto, 
attraverso la contemplazione del cielo, 
giungere a comprendere l'ineffabile armonia 
che guida, misteriosa e possente, 
gli eterei moti degli astri, 
la fuga delle folli comete dalla chioma d'argento, 
la danza concorde dei pianeti attorno al Sole, 
tutta la vita incessante, ardente, vibrante, 
che ferve instancabile ed eterna per le vie dei cieli.

Senza te, noi vivremmo come miseri 
parassiti su questo ciottolo celeste, 
né avremmo potuto elevare l'anima nostra 
all'estasi di una profonda contemplazione 
del Pensiero Divino operante, armonioso e misterioso, 
nell'infinito degli spazi popolati di stelle! (...)


In tutte le culture e civiltà antiche la notte era personificata rappresentando un simbolismo complesso, e dunque presente in tutte le forme di spiritualità sin "dalla notte dei Tempi" della preistoria umana. Nella concezione egizia la dea Nut (o Nyt) venne in essere quando in origine il dio supremo Ra separò la terra dal cielo, e anch'essa ritirandosi partorì il dì, il periodo diurno, e fu dea di rinascita e quindi a lei anche si deve la genesi della sapienza. La comparsa sopra la terra del suo manto stellato generò da sempre la più grande meraviglia, per  lo spettacolo degli astri brillanti nel buio. Per i greci la dea Nyx era succeduta al Kaos primigenio, come sorella di Erebo, rappresentante le tenebre sotterranee. Da lei si è generato il giorno, Heméra, ma anche la sorte, Moros, il sonno, Ipnos, e Apate, l'inganno, e le Moire, e Nemesi, ed altre figure divine. La annunciano le sue figlie le Esperidi, divinità serotine.

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