Negli ultimi giorni anche le piccole scosse (lo "sciame" sismico) sono andate diminuendo non solo di intensità ma anche di numero, sinché oggi -stando a quanto risulta su internet- sarebbe il primo giorno in cui ancora non si è registrata una scossa... Evviva! finalmente! forse può voler dire che (per ora) è finita... speriamo bene.
Amici ci hanno invitato a mangiare e altri a dormire da loro quando la nostra casa era un assoluto caos. Altri amici ci hanno aiutato a ritirare su da terra le scaffalature, le librerie e le cose, a mettere le cose in scatoloni e a fare spazio per muoversi (non avevamo accesso alla lavatrice, o io al computer nel mio studio, ...). Altri hanno aiutato a fare ordine. Altri a fissare e mettere in sicurezza mobili, librerie, scaffali, ecc. Altri amici hanno pazientemente ricostruito -come con un puzzle- alcune cose che si erano rotte, e hanno restituito forma a ciò che era andato in pezzi... (un bel tavolino dell'Ottocento, vari soprammobili, vasi, statue e statuette, souvenirs di viaggi, cornici, oggetti di famiglia, ecc. ecc.). Anche se alcune cose sono andate in briciole, o si sono frantumate in modo irrimediabile (dei vasi antichi, un grande tavolo di cristallo, ecc.), comunque ora casa nostra è divenuta di nuovo vivibile, e quasi tutto è ritornato parzialmente più o meno al suo posto (si trattava soprattutto di migliaia di libri). L'aspetto generale non è più inquietante. Nei prossimi tempi potremo pian piano con pazienza perfezionare il tutto a nostro gradimento...
E' il "vantaggio" di essere oggetto di amicizia, anche se questa non si misura in vantaggi e svantaggi, né la si prova e la si pratica per questo. Singolare caratteristica di questo straordinario sentimento.
Gli antichi greci chiamavano erastés chi provava e dava amicizia, e eròmenos colui che ne era destinatario, e fruitore (su un altro livello si riferivano con quei termini all'amante e all'amato).
Non sempre chi ama qualcuno è corrisposto, e non sempre veniamo amati, cioè suscitiamo l'amore, proprio da parte di coloro che vorremmo che ci amassero. E' il tema trattato nel dialogo platonico "Fedro" in cui si confrontano i discorsi di Lisia, di Fedro, e quello diplomatico -ma di convenienza- di Socrate, cui fa seguito quello suo critico più sinceramente autentico e sentito. Egualmente troviamo queste tematiche nel dialogo "Liside", e nel "Simposio" o "Convito", e in altri.
cari ciao a tutti voi che leggete....
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Non sempre chi ama qualcuno è corrisposto, e non sempre veniamo amati, cioè suscitiamo l'amore, proprio da parte di coloro che vorremmo che ci amassero. E' il tema trattato nel dialogo platonico "Fedro" in cui si confrontano i discorsi di Lisia, di Fedro, e quello diplomatico -ma di convenienza- di Socrate, cui fa seguito quello suo critico più sinceramente autentico e sentito. Egualmente troviamo queste tematiche nel dialogo "Liside", e nel "Simposio" o "Convito", e in altri.
cari ciao a tutti voi che leggete....
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Il famoso oratore Lisia dunque avrebbe insegnato all'amico Fedro:
(...)"se è un dovere fare piaceri a coloro che più sono bisognosi, meriterebbe allora che anche in altri casi si sia più benèfici non tanto verso le persone maggiormente rispettabili, ma verso quelle più bisognose, e più grande è l'angustia da cui vengono liberati, e più saranno riconoscenti."
(...)"se è un dovere fare piaceri a coloro che più sono bisognosi, meriterebbe allora che anche in altri casi si sia più benèfici non tanto verso le persone maggiormente rispettabili, ma verso quelle più bisognose, e più grande è l'angustia da cui vengono liberati, e più saranno riconoscenti."
(così avrebbe sostenuto il grande rètore Lisia, almeno secondo Platone, vedi in Fedro, 233d cui fanno seguito i dubbi e le critiche socratiche).
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