11a puntata:
lunedì 18 luglio
lunedì 18 luglio
Partiamo da Sighnaghi. Anche questa auto, come già altre volte, ha il parabrezza davanti crepato, scheggiato, questa vecchia macchinazza, è tutta scassatona ... era meglio il Mercedes di ieri (comprato in Italia) con il cambio automatico. Il manto stradale è tutto rappezzato, rattoppato, e ondulato, e sono vecchi gli ammortizzatori per cui si salta spesso, o l'auto ballonzola, e si sente il ferro sotto al sedile dietro... Passiamo un grande e bel castello medievale, ben tenuto o restaurato.
di nuovo a TBILISI
(è quindi la 5a giornata che passeremo nella capitale)
Attraversiamo la parte di nord-est della città che ancora non avevamo vista.
di nuovo a TBILISI
(è quindi la 5a giornata che passeremo nella capitale)
brossura dépliant su Tbilisi dell'uff.turistico
con la statua equestre (1959) di re Vakhtang
Attraversiamo la parte di nord-est della città che ancora non avevamo vista.
Ritorniamo nello stesso albergo deprimi giorni (a cui avevo telefonato 2921980 e inviato una mail di conferma: info@hotelsharden.com), quello tra Jerusalem Square e Leselidze Street.
E appena entriamo in camera ci buttiamo sul letto e ci addormentiamo.
Dunque è il ns 5° giorno a Tbilisi, usciamo e andiamo subito a cambiare dei soldi (e vediamo che il cambio è migliorato per noi), e poi non avendo fatto la prima colazione, andiamo in un bel bar che si chiama "Entrée", in via Kota Apkhasi 47, in cui fanno anche delle attraenti insalatone, brioches, panini imbottiti, alcuni primi, ... ecc. Prendo un piatto di riso basmati con peperonata dolce, e Annalisa un sandwich con formaggio emmenthal e prosciutto cotto (tutte cose introvabili al di fuori da Tbilisi).
Gironzoliamo andando su verso destra, ma sono case disastrate, con i ponteggi attorno, a causa ancora di un terremoto di anni fa ... A Tbilisi, ma come d'altronde in tutta la Georgia da quel che abbiamo visto, ci sono sempre e ovunque lavori in corso, e il rumore di sottofondo di una sega elettrica o di un trapano, è un accompagnamento sonoro tipico delle città. Sopratutto è dovuto al magnate Bidzina Ivanishvili, che fu già primo ministro, e che è un importantissimo imprenditore, l'uomo più ricco della Georgia, il cui patrimonio è stimato 6 miliardi e mezzo di dollari. Fu lui a creare un nuovo raggruppamento politico ("Sogno georgiano") che sconfisse nel 2012 l'ex presidente Saakashvili.
bancarelle di libri usati
un negozietto in un sottoscala
una vecchia auto di produzione sovietica, la Moskvich
Fa molto caldo. Moltissimi bevono dalle fontanelle pubbliche, che sono tantissime. Certi solo si lavano le mani, oppure la faccia, o le braccia, molti ci vanno a riempire la bottiglietta che portano con sé. Abbondano i posti per mangiare ma non ci fanno tanta voglia...
Dopo un po' però ritorniamo in albergo e restiamo nell'aria condizionata finché c'è questo solleone, d'altronde Tbilisi è "la calda"=tbili (questa l'etimologia del nome, ma riferita alle acque termali). Torniamo per pranzo al ristorante spagnolo.
Dopo un po' però ritorniamo in albergo e restiamo nell'aria condizionata finché c'è questo solleone, d'altronde Tbilisi è "la calda"=tbili (questa l'etimologia del nome, ma riferita alle acque termali). Torniamo per pranzo al ristorante spagnolo.
Nel pomeriggio avanzato usciamo di nuovo e facciamo una passeggiata fino a piazza Libertà, con il solito sangiorgio in mezzo, e su un lato il Municipio della capitale
e lì ci viene la curiosità di andare con la funicolare sulla collina retrostante dove forse c'è un po' di arietta e venticello. Prendiamo un taxi e diciamo di portarci alla partenza della cableway (che sappiamo è dopo il ponte di fianco a piazza Europa e al Parco Rike). Questo parte senza dir nulla, ma va in altra direzione... allora cerco di fargli capire a gesti "funicolare", ma non funziona, poi gli mostro la piantina della città, ma la guarda e non la capisce, allora telefona (i tassisti sono sempre al cellulare) per chiedere aiuto alla sua centrale ma pare non ottenga gran ché, allora gli indichiamo noi e per un po' va dove diciamo, ma poi supera un bivio dove doveva girare e non gira ma tira dritto, a questo punto interveniamo indispettiti, e scocciati, allora ci chiede: «Cable Way Hotel??». «Nooo!!» corale da parte nostra, di nuovo stizziti.
Infine dopo assurdi giri arriva in piazza Europa, noi scendiamo subito incazzatissimi, gli allungo 5 Lari (la tariffa per girare in centro, cioè 2€) e ce ne andiamo. Diversamente dal solito questa volta non c'è nessuna coda (il motivo per cui non ci eravamo mai saliti) e quindi saliamo subito, prima che l'autista possa posteggiare e scendere. Il biglietto include l'acquisto di una card per tutta la rete dei trasporti pubblici urbani, che a noi oramai non serve, ma comunque il totale è di 3 Lari a testa, per cui...
qui è sindaco della capitale, l'ex calciatore milanista Kahka Kaladze
e lì ci viene la curiosità di andare con la funicolare sulla collina retrostante dove forse c'è un po' di arietta e venticello. Prendiamo un taxi e diciamo di portarci alla partenza della cableway (che sappiamo è dopo il ponte di fianco a piazza Europa e al Parco Rike). Questo parte senza dir nulla, ma va in altra direzione... allora cerco di fargli capire a gesti "funicolare", ma non funziona, poi gli mostro la piantina della città, ma la guarda e non la capisce, allora telefona (i tassisti sono sempre al cellulare) per chiedere aiuto alla sua centrale ma pare non ottenga gran ché, allora gli indichiamo noi e per un po' va dove diciamo, ma poi supera un bivio dove doveva girare e non gira ma tira dritto, a questo punto interveniamo indispettiti, e scocciati, allora ci chiede: «Cable Way Hotel??». «Nooo!!» corale da parte nostra, di nuovo stizziti.
Veramente bella la vista salendo.
Si arriva alla fortezza di Nikala (quella illuminata alla notte), ma i resti visti da vicino non sono un gran ché. Si passeggia fino alla imponente statuona della Madre Patria.
Si vede dall'altra fiancata della collina il percorso del giardino botanico, che pare sia molto interessante ma ora non abbiamo voglia di andarci. Quassù non c'è nemmeno un bar né un posto dove poter passare la serata, e quindi dopo esser stati un po' su una panchina a guardare la statua e il panorama, scendiamo giù.
Si vedono bene certi quartieri
o Madre Georgia, = Kartlis Deda (del 1958)
una delle sedi di grandi aziende e di multinazionali,
la cattedralona Sameba (del 1995)
il nuovo palazzo di Giustizia
il ponte della pace e il parco Rike coi tubi-teatri
e il nuovo palazzo della presidenza della repubblica
Qui risiede il Presidente, il filosofo Giorgi Margvelashvili, del nuovo partito "Sogno georgiano".
il san Giorgio dorato
il ritorno giù
E invece nemmeno questa volta siamo andati sul trenino-cremagliera per salire sull'altra collina...
Passiamo davanti a una bigiotteria che vende propri prodotti artigianali, fatti dalla tizia che si chiama Khatuna e dalla sua amica Sofi. Cosine anche molto belle e raffinate, smalti, argenti, ori, ma a prezzi un po' troppo "all'europea". Lei ha tre sorelle sposate con italiani, due siciliani e uno toscano, che si chiama Moscato di cognome. Prendiamo qualcosa per fare dei regalini al ritorno.
Andiamo a cena in piazza Meidan, alla brasserie "Tartine", locale alla francese (qui nella foto è quello con la tenda rossa), tra il posto con la danzatrice e il negozio Bazar Meidan,
prendiamo due insalate "niçoise", cioè alla nizzarda, e io prendo anche una ottima puré di patate e due spremute di arancia. Un po' caruccio rispetto al resto della Georgia, cui ci siamo abituati ultimamente, ma nella capitale è così.
Avevamo pensato di andare nella giornata di domani a fare una veloce gita dalla mattina alla sera su al nord con la statale S3 (l'ex camionabile militare russa), oggi E117, sul confine, che poi va al passo caucasico per l'Inguscezia (Ingushetia), rep. autonoma nella Federazione Russa, alla città di Vladikavkaz. Si tratta nella parte georgiana dell'area montana denominata Kazbegi (dal nome dello scrittore che la descrisse nell'Ottocento). Siamo stati tentati per dare una occhiata di nuovo sul Caucaso, ma è assurdo, e sarebbe molto stancante (essendo poi il nostro ultimo giorno). Anche se si può fare a/r per 65 / 70 €uro, sono 160 km. In un primo momento veramente avevamo pensato di andarci stamattina da Sighnaghi, e restare là una notte (avevo prenotato la "Soul Kazbegi guest house" a Stephantsminda, 25€ con colazione; non il pretenzioso e famoso Rooms Hotel Kazbegi) e ritornare la sera di domani. Ma comunque stamattina non l'abbiamo fatto, e insomma ora lasciamo perdere e restiamo in città tutta la giornata di domani.
prendiamo due insalate "niçoise", cioè alla nizzarda, e io prendo anche una ottima puré di patate e due spremute di arancia. Un po' caruccio rispetto al resto della Georgia, cui ci siamo abituati ultimamente, ma nella capitale è così.
Avevamo pensato di andare nella giornata di domani a fare una veloce gita dalla mattina alla sera su al nord con la statale S3 (l'ex camionabile militare russa), oggi E117, sul confine, che poi va al passo caucasico per l'Inguscezia (Ingushetia), rep. autonoma nella Federazione Russa, alla città di Vladikavkaz. Si tratta nella parte georgiana dell'area montana denominata Kazbegi (dal nome dello scrittore che la descrisse nell'Ottocento). Siamo stati tentati per dare una occhiata di nuovo sul Caucaso, ma è assurdo, e sarebbe molto stancante (essendo poi il nostro ultimo giorno). Anche se si può fare a/r per 65 / 70 €uro, sono 160 km. In un primo momento veramente avevamo pensato di andarci stamattina da Sighnaghi, e restare là una notte (avevo prenotato la "Soul Kazbegi guest house" a Stephantsminda, 25€ con colazione; non il pretenzioso e famoso Rooms Hotel Kazbegi) e ritornare la sera di domani. Ma comunque stamattina non l'abbiamo fatto, e insomma ora lasciamo perdere e restiamo in città tutta la giornata di domani.
Martedì 19 luglio, 6° giorno a Tbilisi, e ultimo giorno in Georgia
Per la prima colazione ritorniamo da "Entrée" e prendiamo due cappuccini all'americana (cioè lunghi) e due brioche semplici. E' un self-service, quindi ordini e poi prendi il tuo vassoio e te lo porti al tavolo. Così alla fine ti puoi alzare e andartene quando vuoi, senza attese snervanti per pagare il conto... incredibile... proprio "all'europea".
Poi dopo essere andati con un taxi al lontano ufficio delle nostre linee aeree (la Türkish) per confermare il ns volo di ritorno per domattina presto, ed avere ricevuto rassicurazioni che non ce n'era bisogno... (ma è stato un periodo particolare per le Türkish e per l'aeroporto Atatürk di Istanbul ...).
Andiamo al Museo Nazionale o museo georgiano, alla sede centrale, con l'entrata nuova in viale Rustaveli, che non avevamo potuto visitare all'arrivo perché c'erano lavori in corso. Grande museo con bellissimi reperti molto ben esposti.
Mercoledì 20 luglio 2016, partenza (sarebbe il 20° giorno in Georgia)
Levataccia ancora in piena notte, e corsa sulle strade semideserte all'aeroporto (una ventina di km) per arrivare in tempo a fare il check-in (l'aereo decolla alle sei e mezza).
E poi paf! ci si ritrova nel melting-pot dei non-luoghi quali sono gli aeroporti... Mi piace questo guazzabuglio di tipologie, abbigliamenti, modi di fare, e lingue varie che è tipico di queste situazioni. Qui non c'è più nemmeno una valuta nazionale, e tutti transitano e comprano e spendono con quella targhetta di plastica che è il vero mezzo di pagamento mondiale planetario. E' anche uno spettacolo da stare a godersi l'osservare come ci si regola nel vestirsi per un viaggio ... ognuno secondo suoi parametri... E poi ciascuno temporaneamente, ma in questo contesto permanentemente, siamo tutti tolleranti o indifferenti alle diversità, e ognuno fa come è solito, e dunque stanno a fianco a fianco cristiani occidentali, asiatici orientali, musulmani sunniti e musulmani sciiti iraniani, conservatori o reazionari assieme a contestatori e trasandati, vecchi e giovani, eccetera ecc.
E basta una mezza giornata immersi nel globale totale, per dimenticare un po' la bella e piccola Georgia. Ma seduti nel secondo aereo, il mio vicino georgiano mi offre un chewing-gum, ... didi madloba (=grazie mille).
Comunque si fa abbastanza presto: da Tbilisi si arriva a Istanbul in un'ora e mezza, poi (dopo purtroppo due ore di attesa) in un'altra ora e mezza da Istanbul si arriva a Venezia. Dunque atterriamo in Italia alla una e un quarto. Rieccoci a casa.
Alla fine siamo stati a Tbilisi sei giornate, e qualche parolina e qualche frasetta le avevo un po' imparate, tipo quelle per me essenziali: sokoze allerghia makvs, oppure me var alerghiuli soko, che vuol dire: sono allergico ai funghi! poi: me ver svams ghvinos, non posso bere vino; gulis problemebi, problemi cardiaci. E poi: bodishi, scusate.
Comunque mi porto a casa alcuni ricordi che mi riguarderò e leggerò appena possibile: una guida di itinerari religiosi e spirituali, un dvd sulle bellezze della Georgia, e un paio di libri di raccolte di fiabe popolari e leggende georgiane.
Per una bibliografia sommaria vedi il mio Post su questo stesso blog:
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2016/06/biblio-e-video-sulla-georgia.html
Ora la Georgia, da paese sconosciuto, sta diventando di moda, è apparso anche un lungo articolo sul mensile "Dove" ... sarà forse l'effetto-"alone" dopo la visita del Papa a fine settembre...
(fine del diario)
Sia la parte preistorica che quella archeologica, che anche tutto il resto (parte sul folklore, e parte di arte), sono interessantissimi e con bellissimi pezzi.
ritrovamenti recenti
Ominini
una ricostruzione fondata sui reperti dell' homo georgicus di Dmanisi (inizio Paleolitico)
un'altra ricostruzione di ominine
la sezione del "Tesoro archeologico" con oggetti d'oro e d'argento
ritrovamenti di Van, datati IV sec. a.C.
Ma è impossibile riferire di tutti i tesori che ci sono, e delle varie sezioni. E' tutto veramente da vedere.
Altri musei invece purtroppo non li vediamo proprio, come il Museo d'Arte, la Galleria Nazionale, il museo del teatro e del cinema, il museo d'arte moderna, o quello sul periodo sovietico, ...
Usciti, andiamo a prendere un piatto per pranzo da "Huggo" a lato della piazza Libertà. Anche qui trovo sproporzionato il rapporto tra la qualità del cibo e il prezzo, forse adeguato a rappresentanti di ditte estere o di imprese commerciali i quali si fanno dare il rimborso spese e l'indennità per trasferta in paesi in via di sviluppo dalle loro aziende, il che è comprensibile perché quella gente esige hotel e ristoranti che garantiscano uno standard di alto livello, la qual cosa però fa tirare su i prezzi in generale. Comunque sempre evviva! la "Citrosodina", che aiuta noi ingenui allocchi che siamo entrati senza guardare il menu coi prezzi... e mangiamo oltretutto roba pesantuccia ...
Tornando ci soffermiamo a guardare insulsi negozi di souvenirs,
Peppone (= Beppe Stalìn)
per cercare dei regalini da portare al ritorno a casa. Annalisa trova una bancarella improvvisata di una grossa anziana popolana di campagna, quei dolci alle noci insaccati. Poi troviamo della bigiotteria carina di smalti dipinti e colorati, in particolare degli orecchini.
forse una interpretazione stile fantasy di Ali e Nino
Infine, dopo aver fatto le valige mentre piove, andiamo poi a cena in quel posto che ci era stato consigliato ma che era sempre stato pieno, sulla destra, sopra gli scalini, e troviamo un tavolino libero all'aperto. Si sta bene a guardare la piazza che resta giù un po' più in basso, con tutto l'andirivieni della sua animazione permanente a tutte le ore.
E intanto viene il crepuscolo e poi il buio con l'accendersi di tutte le illuminazioni... c'è una bell'aria in questa notte di luna piena di mezza estate (full moon mid-summer night)
I love Tbilisi = me mikvars Tbilisi
la guidina locale
Levataccia ancora in piena notte, e corsa sulle strade semideserte all'aeroporto (una ventina di km) per arrivare in tempo a fare il check-in (l'aereo decolla alle sei e mezza).
E poi paf! ci si ritrova nel melting-pot dei non-luoghi quali sono gli aeroporti... Mi piace questo guazzabuglio di tipologie, abbigliamenti, modi di fare, e lingue varie che è tipico di queste situazioni. Qui non c'è più nemmeno una valuta nazionale, e tutti transitano e comprano e spendono con quella targhetta di plastica che è il vero mezzo di pagamento mondiale planetario. E' anche uno spettacolo da stare a godersi l'osservare come ci si regola nel vestirsi per un viaggio ... ognuno secondo suoi parametri... E poi ciascuno temporaneamente, ma in questo contesto permanentemente, siamo tutti tolleranti o indifferenti alle diversità, e ognuno fa come è solito, e dunque stanno a fianco a fianco cristiani occidentali, asiatici orientali, musulmani sunniti e musulmani sciiti iraniani, conservatori o reazionari assieme a contestatori e trasandati, vecchi e giovani, eccetera ecc.
E basta una mezza giornata immersi nel globale totale, per dimenticare un po' la bella e piccola Georgia. Ma seduti nel secondo aereo, il mio vicino georgiano mi offre un chewing-gum, ... didi madloba (=grazie mille).
Comunque si fa abbastanza presto: da Tbilisi si arriva a Istanbul in un'ora e mezza, poi (dopo purtroppo due ore di attesa) in un'altra ora e mezza da Istanbul si arriva a Venezia. Dunque atterriamo in Italia alla una e un quarto. Rieccoci a casa.
Alla fine siamo stati a Tbilisi sei giornate, e qualche parolina e qualche frasetta le avevo un po' imparate, tipo quelle per me essenziali: sokoze allerghia makvs, oppure me var alerghiuli soko, che vuol dire: sono allergico ai funghi! poi: me ver svams ghvinos, non posso bere vino; gulis problemebi, problemi cardiaci. E poi: bodishi, scusate.
Comunque mi porto a casa alcuni ricordi che mi riguarderò e leggerò appena possibile: una guida di itinerari religiosi e spirituali, un dvd sulle bellezze della Georgia, e un paio di libri di raccolte di fiabe popolari e leggende georgiane.
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2016/06/biblio-e-video-sulla-georgia.html
Ora la Georgia, da paese sconosciuto, sta diventando di moda, è apparso anche un lungo articolo sul mensile "Dove" ... sarà forse l'effetto-"alone" dopo la visita del Papa a fine settembre...
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