mercoledì 17 agosto 2011

I viaggi con le parole: chi ci ha capito qualcosa, scagli la prima mail!


Vi racconto questa: se non avete visto "Kaspar Hauser", un film di Werner Herzog, andatelo a vedere (tutti i suoi film sarebbero da vedere). Lo hanno proiettato lo scorso settembre al festival di Modena. Dunque di questo povero Kaspar (personaggio realmente esistito) si sa che fu tenuto nascosto, chiuso in una stanza-prigione in cima a una torretta fin dalla nascita, nel 1812, alimentato nottetempo dal guardiano della torre che metteva nella cella pane e acqua. Dunque questo povero essere crebbe senza aver mai visto essere umano e quindi senza parlare nè conoscere alcunchè. Forse c'era dietro un motivo politico di carattere dinastico, ma non si sa nulla con certezza. E sopravvisse così fino a quando un mattino presto il guardiano entrò, lo vestì di tutto punto, e lo portò in città, a Francoforte, dove lo abbandonò nella piazza centrale, nel 1828. 
Dopo che un pio buonuomo e la sua modesta famiglia lo adottarono, imparò pian piano tutto quanto, quasi fosse un novello Adamo nato adulto. 
Ma ecco che arriva quel che volevo riferirvi: 
Fu oggetto di curiosità da parte dell'intellettualità del tempo, il giovane Wagner lo conobbe, e fu poi accolto in casa come un figlio da Daumer un noto professore, poichè sembrava non apprendesse più gran ché stando nella misera casa del bracciante. A questo punto c'è un episodio in cui Kaspar disse che quando gli dicono che imparare molte parole serve a capire di più, lui dice che ancora non ha capito se veramente capisce più ora di prima..... E mi ricordo che quando vidi questa scena (il film è del 1974), mi aveva inquietato, e del resto è certamente inquietante ogni riferimento alla eventuale inutilità di quelle modalità di conoscenza cui siamo abituati...Ma, in verità lui dice che non capisce se.... non afferma che sia inutile. 
Ce ne riferisce le vicende il diario di A. von Feuerbach, un giurista riformatore (il padre del filosofo) che seguì da vicino tutte le sue vicissitudini con grande interesse intellettuale e facendogli da "protettore". E quindi forse è questo dotto Feuerbach che "non capisce se", perchè si era un po' scoraggiato, quando tutti i suoi tentativi di insegnare a Kaspar nuove cose ad un certo punto gli parvero inutili. Di qui in effetti si svilupperanno poi interessantissime e importanti riflessioni e sperimentazioni della nascente disciplina della pedagogia speciale. E' possibile saltare delle importanti fasi evolutive infantili e iniziare a socializzare e conoscere il mondo e il mondo delle relazioni a partire da una età anagrafica adulta?? 
Ma tornando al nostro diarista, forse intese così il senso della risposta e lo mise in bocca al povero Kaspar che magari si era espresso in modo più confuso... problemi di interpretazione, ma anche (per quanto riguarda il diario) di affidabilità della fonte documentaria, eccetera, ma insomma poi qui si andrebbe inevitabilmente nell'ermeneutica. 
Ma il problema resta, ed è ancora intrigante... La parola, la peculiare relazione del suo contenuto con l'oggetto di riferimento, l'uso della parola nell'oralità, e ancora il valore comunicativo del linguaggio corporeo e mimico, non ultimo la comunicazione nel silenzio, eccetera, cose su cui ora certo non ci soffermiamo. 
Kaspar continuò a nutrirsi di pane ed acqua come era abituato, né digeriva null'altro, pane che si guadagnava costruendo piccoli manufatti di cartone. Poi, morto il suo "protettore" Feuerbach, si interessò di lui Lord Stanhope, ma appena compiuta la maggiore età, Kaspar fu ucciso per avvelenamento nel 1833. Figuratevi la sensibilità romantica tedesca, e non solo, quanto si infiammò e come si impossessò di questa straordinaria vicenda... molti furono gli articoli pubblicati su gazzette e riviste, e soprattutto molto si parlò di lui nelle riunioni nei fumoirs e nei salotti; su Kaspar fu poi scritto anche un romanzo nei primi del novecento, di J.Wassermann. 
E ora come rimaniamo con quel dubbio di cui sopra ? si potrebbe per es. aprire un bel blog al riguardo. Allora diciamo così: chi è veramente convinto che più parole ha imparato e più ci ha capito sul mondo e sull'uomo, costui lanci la prima mail (a carlo_pancera@libero.it), e che io, reo di scetticismo, sia sommerso da una, cento, mille mail di impenitenti ottimisti.... Evviva il buon Kaspar ! 

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