(sèguito)
EPISKOPI
Per errore prendo la strada che attraversa Pegeia, e così perdiamo un po' di tempo facendo un giro largo, e così saltiamo di andare a visitare a Coral Bay (9 km. da Paphos) il museo della colonizzazione micenea che mi sarebbe piaciuto vedere, ma in realtà non ci sarebbe stato tempo; quindi poi prendiamo l'autostrada per recuperare, tanto è gratuita ed è anche più veloce, e andiamo dritti in direzione Lemessos (ovvero Limassol).
Arriviamo ad Episkopì vicino alla penisola che è territorio della base militare britannica, ma le indicazioni sono molto carenti, il proprietario della casa in cui siamo diretti, Antonis Kalamaras, un signore anziano, non si sa spiegare bene al telefono, e oltretutto vedendo passare un postino chiediamo a lui che è molto preciso nella descrizione del percorso ma che poi risulta che ha confuso destra con sinistra... Chiediamo ma i pochi che incontriamo per strada non sanno. Comunque arriviamo e c'è lui in strada che ci aspetta e ci fa segno. Eccoci alla "Anthony's Garden House" (tel. 25 932 502, o 232502, o col finale 748, oppure katerina.travel@cytanet.com.cy), che è proprio nella centrale Makarios street 30. Dentro c'è la premurosa inserviente che è una singalese dello SriLanka.
Anche questo posto è davvero una casa tradizionale, con rigoglioso giardino tropicale all'inglese (tipo secret garden), della metà dell'Ottocento. Ci sono delle stanze nella terrazza coperta da finestroni con strutture in legno, e al piano terra, di fianco alla casetta della inserviente, e alla cucina, ci sono tra grandi ambienti che fungono da sala con tavoli e biblioteca, e da sala per il vecchio grande biliardo, e una terza che in origine era il ricovero per cavalli e cammelli, cioè la stalla e caravanserraglio stile ottomano con archi alti sei metri. Da decenni è un albergo con cinque camere doppie, una grande camera per famiglie, con 5 posti letto, e soppalco, e le altre sia sul giardino al livello terra, sia al piano di sopra con balconata, sono state aggiunte in un secondo momento, ma mantenendo lo stile unitario. C'è pure un angolo bar. Insomma un luogo gradevolissimo da starci a rilassarsi all'ombra e chiacchierare.
C'è anche una grande foto con lui a diciott'anni in divisa dell'istituto scolastico, quando già si era innamorato di questa grande bella casa di conoscenti, e che poi lui ha potuto comprare assieme alla moglie (ora deceduta) che aveva una agenzia viaggi.
Al momento ci siamo solo noi e una altra coppia di italiani. Ci staremo due notti perché poi arriverà un gruppone di archeologi americani che occuperà tutte le stanze per un mese.
Andiamo a prenderci da mangiare a un take-away che è quasi di fronte, e che sarebbe (o era) stando all'insegna, una psisterìa, cioè una trattoria di pesce. Ora ha delle grosse palle di keftèdes, cioè polpette di carne trita, che può essere mista di manzo e di maiale (o di agnello),
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poi ha della pasta al forno, la pita farcita a richiesta, il giros, patate al forno superbuonissime, verdure, mussakà, e altro. Chiacchieriamo un po' col ristoratore che è un bonario grassottello sorridente. Intanto si continuano a fermare auto, pick-up, furgoncini di lavoratori che passano di qui a prendersi il pranzo e c'è uno smercio continuo (garanzia di qualità...). Tutto buonissimo e buon prezzo. Ce le mangiamo nel giardino di Antonio tra fiori colorati e uccellini.
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Ingredienti: 200 gr. di carne macinata, 1 fetta di mollica di pane, mezzo bicchiere di latte, 1 uovo, 1 cipolla bianca tritata, 1 spicchio piccolo di aglio tritato, del prezzemolo tritato, un poco di olio extravergine, sale, pepe nero, olio di arachidi per friggere
Facciamo appassire a fuoco dolce la cipolla e l’aglio nell’olio. Mettiamo a mollo la mollica nel latte.
Quando il soffritto è pronto, spegniamo e lasciamo raffreddare. Strizziamo il pane e uniamo in una ciotola la carne al pane e al soffritto. Aggiungiamo tutti gli altri ingredienti e amalgamiamo bene. Mettiamo il composto nel frigorifero per almeno mezz’ora. Trascorsa questa, togliamo dal frigo e formiamo delle polpettine che andremo a friggere. Serviamole calde, accompagnate da una salsa di pomodoro, o da yogurt, oppure da tzatziki.
(cfr.: http://mangiaregreco.blogspot.it/ )
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poi ha della pasta al forno, la pita farcita a richiesta, il giros, patate al forno superbuonissime, verdure, mussakà, e altro. Chiacchieriamo un po' col ristoratore che è un bonario grassottello sorridente. Intanto si continuano a fermare auto, pick-up, furgoncini di lavoratori che passano di qui a prendersi il pranzo e c'è uno smercio continuo (garanzia di qualità...). Tutto buonissimo e buon prezzo. Ce le mangiamo nel giardino di Antonio tra fiori colorati e uccellini.
Dormiamo un po', poi scambio due parole con la singalese che mi prepara una camomilla, e parliamo del suo paese che le dico ho visitato in febbraio. Vorrei andare in internet per cercare e prenotare gli alberghi successivi, ma il router del wi-fi è rotto...
Lei lavora qui da tanti anni, come molti altri singalesi che sono a Cipro (forse per facilitazioni dovute al fatto di essere membri del commonwealth), e poi ritorna in SL ogni anno da dicembre a marzo. Suo cugino e famiglia sono a Milano. Che vita! E' dovuta emigrare perché suo marito era morto nello tsunami, e ha due figlie da mantenere agli studi. Le offro le numerose keftedakia che abbiamo avanzato. Mi dice che suo padre era cristiano ma sua madre era buddista, perciò ha qualche resistenza a mangiare carne di maiale, ma che ogni tanto deroga. Qui non ci sono templi buddisti e allora per pregare va nella chiesa cristiana.
Incontriamo i due simpatici italiani con cui facciamo delle chiacchierate. Poi per cena andiamo in una trattoria consigliataci da Anthony (molti esercizi sono ancora chiusi), che è alla fine della nostra via, dopo la vecchia moschea turca. Si tratta dalla taverna "The Old Stables", le vecchie stalle, all'incrocio con la strada provinciale per Lemessos. Mangiamo all'aperto sotto un albero, ci sono molti britannici, sono "habitués du café", forse dei residenti che soggiornano a lungo a Cipro e che tornano spesso. E che sembra si conoscano tra loro e con i ristoratori, in parte sono famigliari di gente della Base, in parte pensionati che o hanno qui la seconda casa, o si sono fermati qui a vivere dopo la fine del servizio (chi è di lingua inglese può sempre trovare dappertutto qualcuno con cui chiacchierare e far conoscenza).
Io prendo del fegato alla veneziana, cioè con cipolle dolci al forno, che non mangiavo più da molti anni e che mi piace tanto, e Ghi una insalatona di tonno e una jacked potato. Ci sono anche kebabs, kleftiko (agnello al forno), merluzzo (cod), e altro. Poi andandocene ci fermiamo al tavolo di Cri e Paco, che erano venuti lì anche loro. E stiamo lì all'aperto a chiacchierare finché il grande e grosso cameriere che è come un rustico orso buono e sudatino, ci fa notare che non c'è più nessuno e loro vorrebbero chiudere.
Ci raccontavano che loro sono stati prima a Istanbul e poi hanno preso un volo per la Cipro-nord di lingua turca, e da lì sono entrati nella Cipro di lingua greca, e che la divisione della città capitale gli aveva fatto una bruttissima impressione. Poi sono andati alla famosa e bella spiaggia di Aya Napa (leggi Aghia Napa) per fare un soggiorno al mare, ma c'erano così tanti ragazzi e ragazzini scatenati che vengono solo per sfogarsi con qualche sballo, che non si riusciva a dormire la notte per il casino che c'era... e così sono scappati via...
Ci raccontavano che loro sono stati prima a Istanbul e poi hanno preso un volo per la Cipro-nord di lingua turca, e da lì sono entrati nella Cipro di lingua greca, e che la divisione della città capitale gli aveva fatto una bruttissima impressione. Poi sono andati alla famosa e bella spiaggia di Aya Napa (leggi Aghia Napa) per fare un soggiorno al mare, ma c'erano così tanti ragazzi e ragazzini scatenati che vengono solo per sfogarsi con qualche sballo, che non si riusciva a dormire la notte per il casino che c'era... e così sono scappati via...
Intanto riprendiamo la stradina che va su e giù e che ci riporta alla casa di Anthony.
9 maggio
Breakfast con vari thé e tisane, marmellate fatte dalla singalese, tra cui una di arance amare e rabarbaro stupenda, ottimo miele, e lo yogurt di pecora, tutto della zona. Chiacchieriamo con gli amici e poi andiamo assieme al sito archeologico di Kourion, con un anfiteatro, qualche mosaico, una casa; un sito grande, esteso e interessante (biglietto €1,70).
Poi andiamo al piccolo museino che è in paese, ma troviamo che è in rifacimento, riallestimento, restauro eccetera, per cui c'è una sola stanza che ancora è là con le sue poche vetrinette vecchio stile.
Siamo molto delusi e diciamo che non vogliamo proprio pagare il prezzo intero del biglietto per vedere una unica e sola stanza, e allora ci lascia entrare gratis... I reperti che ci sono, sono molto belli (http://www.mcw.gov.cy/mcw/da/da.nsf/DMLindex_en/ DMLindex_en?OpenDocument), i mosaici sono romani, ma certi pezzi sono del IV - VI sec. a.C., e ci sono anche dei resti di un altro sito vicino, il santuario di Apollo, che sono del VII s., e altri, da Pabùla (o Pampoula) e da Phaneromeni, che sono straordinari, addirittura del XV - XIV secolo a.C ! molto belli e interessanti.
Andiamo a pranzo tutti e quattro a Lemesos (=Limassol) perché lui ha urgenza di internet per rispondere a un cliente. C'è traffico pesante, la città è moderna, cioè con strade intasate e pochi parcheggi, semafori, sensi unici, ecc. è per turisti dello shopping (anche di lusso), con vari centri commerciali e gallerie, qui ci sono molti russi (sia quelli con soldi che i lavoratori). Il posto che cercavamo ("Trata restaurant") è ancora chiuso per bassa stagione, e allora finiamo sul lungomare in un locale sulla strada a quattro corsie, ma almeno con vista mare. Mangio un pollo all'arancia. Lemessos decisamente non vale la fatica di essere attraversata.
Torniamo e ci mettiamo nel nostro bel cortile a chiacchierare e a fare una variante del gioco dei nomi.
Poi andiamo al bar (kafeneion) che c'è al lato, un locale popolare con vecchi e anziani baffuti che ci guardano.
Il cameriere è un apparente rozzotto abbronzatissimo con la barba sfatta, ma molto gentile e accogliente seppur con i suoi modi un po' bruschi e la sua voce roca. Acconsente anche a farci delle foto. Prendiamo ciascuno un frappé di caffè, e lui ci chiede se lo vogliamo con poco latte e con il caffè leggero..., ed è proprio così... ma che carino...
Ci chiama nel retro, e stiamo a guardare la macchinetta per fare il caffé alla cipriota (ovvero il caffé greco), che ha un recipiente d'acqua in alto, mentre c'è il fuoco sotto al ripiano in basso, e una sorta di scatolone di metallo pieno di sabbia dove mette a bollire il classico mestolino di rame, muovendolo continuamente tra la sabbia bollente, finché lo tira via pochissimi istanti prima che il liquido salga su e venga fuori dai bordi, poi lo versa nella tazzina e ci mette un pochino di acqua fredda per far precipitare sul fondo la polvere di caffé rimasta in sospensione.
Torniamo nel nostro albergo e Paco sfodera una bottiglietta di "Ouzo" e invita Mr Anthony. Allora Tony ci porta del ghiaccio (pagotà), e anche del cucumber, ovvero cetriolo, a fettine lunghe e sottili, perché va preso sorseggiando l'Ouzo. Dice che suo padre se le metteva sulla fronte appena tagliato, nelle giornate calde e afose perché da sollievo.
Poi Paco invita il primo degli americani che entra, che è un ex militare che ha fatto sei anni in Qatar e si è disgustato, ha ripreso gli studi di archeologia e si è sposato. Ora lui e il gruppo staranno qui per 5 settimane a Kourion, vengono da varie università del nordAmerica (ma c'è anche una giovane greca).
Poi Paco aiuta a tentare di riparare il router; e arriva anche la figlia di Tony, ma inutilmente. Intanto si ferma a chiacchierare un attimo con noi l'anziano del gruppo, che in realtà è un pensionato british che vive qui (è in pensione già da vent'anni....? ah le pensioni militari!... dopo servizio all'estero... in zone a rischio di conflitti...).
Poi andiamo per cena a un ristorante sulla spiaggia, che ci consiglia Anthony, ma è chiuso, e allora andiamo a una trattoria di pesce che avevamo passato lungo la strada vecchia per Lemessos, la psarotaverna "O Sotiris sas", cioè "il vostro Sotiris", che è una trattoria a conduzione famigliare, che era del nonno, poi passata al padre di famiglia attuale, e a suo fratello minore, c'è anche la moglie col ragazzino scatenato. Andiamo di là a scegliere il pesce fresco di stamattina che è esposto in un banco-frigo, ed inizia una cena luculliana sotto il pergolato all'aperto.
Alla tavolata di fianco a noi sono tutti russi e un italiano (il marito di una russa) con i bimbi.
Ci portano le salsine come starters: la bianca tahina (ovvero takhinì in greco), la rosa taramà, e gambi di capperi sott'aceto, e bruschette anch'esse buonissime, e calde, e una insalatona di verdure fresche dell'orto e pomodori saporitissimi.
Poi un grande vassoio di patatàkia, di patate al forno e fritte, di ottima qualità. Io prendo ottimi e abbondanti kalamaràkia davvero freschi e saporiti (ovviamente non elastici e gommosi...), con piselli; e Ghila: gamberetti piccoli con salsina all'aglio e prezzemolo fresco. E loro: due pescioni freschi appena pescati, e insomma alla fine avanziamo gamberetti buonissimi e un sacco di altre cose... Per concludere ci portano delle nespole appena colte dall'albero.
Chiacchieriamo col cameriere (fratello) e col cuoco (il capofamiglia), il quale nel periodo non-turistico fa l'informatico.
Insomma da come avrete intuito è stata una serata molto bella con una abbuffata buonissima in un locale che ci è tanto piaciuto per l'atmosfera allegra e spontanea che c'era.
venerdì 10
Veniamo svegliati alle sette in punto (=alle 6 italiane) da neo-arrivati americani, che bussano e dicono "housekeeping!", così ci dobbiamo proprio alzare... era uno scherzo ma non era per noi.... ah-ah... scusate... Ma noi restiamo imbronciati e reticenti a scusarli...
Così, visto che è presto, ce ne andiamo al Santuario di Apollo, Ieròn Apollona, biglietto €1,70, molto interessante, forse più di Kourion. Apollo Ylatis era dio dei boschi, ed è a questa sua manifestazione che qui gli era dedicato un culto, dall'VIII sec. a.C. in poi. C'era un dormitorium di fianco alla palestra (insomma un albergo), delle piccole terme con tutte le varie gradazioni di temperatura dell'acqua, da fredda a sauna. E l'arco della porta di entrata alla città di Kourion che è in realtà a 1 km e mezzo di distanza. Non poche finestre del piano terra ancora ben individuabili, e alcune colonne qua e là. Mentre oggetti dal santuario e relativi al culto ad Apollo Ylatis erano nel museo.
Veniamo svegliati alle sette in punto (=alle 6 italiane) da neo-arrivati americani, che bussano e dicono "housekeeping!", così ci dobbiamo proprio alzare... era uno scherzo ma non era per noi.... ah-ah... scusate... Ma noi restiamo imbronciati e reticenti a scusarli...
Così, visto che è presto, ce ne andiamo al Santuario di Apollo, Ieròn Apollona, biglietto €1,70, molto interessante, forse più di Kourion. Apollo Ylatis era dio dei boschi, ed è a questa sua manifestazione che qui gli era dedicato un culto, dall'VIII sec. a.C. in poi. C'era un dormitorium di fianco alla palestra (insomma un albergo), delle piccole terme con tutte le varie gradazioni di temperatura dell'acqua, da fredda a sauna. E l'arco della porta di entrata alla città di Kourion che è in realtà a 1 km e mezzo di distanza. Non poche finestre del piano terra ancora ben individuabili, e alcune colonne qua e là. Mentre oggetti dal santuario e relativi al culto ad Apollo Ylatis erano nel museo.
(prosegue)
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