(continua sabato 11 maggio)
MARE MEDITERRANEO
Poi dopo essere ripassati dal nostro app. andiamo a vedere quella che durante il periodo britannico chiamarono Governor's beach, e che ora nei cartelli stradali viene nominata in greco come Akti Kiberniti, dove ci sono campeggi, taverne, ristoranti, hotels, case di vacanza in affitto -a lungo e a breve termine- ma dove purtroppo hanno messo proprio lì vicino e in vista, degli impianti, forse delle raffinerie di petrolio, o di gas, un cementificio, e che so d'altro, che deturpano il bel paesaggio e l'ambiente naturalistico di questa località rinomata ... anche se l'acqua del mare appare limpidissima forse grazie a certe correnti. La sabbia è grigia o grigio-scura. Ma c'è molta calma, e silenzio, non c'è nessuno, solo un piccolo tratto con qualche sdraio, e i posteggi sono arretrati rispetto all'inizio della sabbia.
Poi andiamo un po' più a ovest a Kàlymnos, a Capo Dolòs, e c'è il mare più aperto e un po' mosso, essendo ventoso, ma è un bel panorama,
purtroppo (o per fortuna loro) hanno incominciato le prospezioni per individuare riserve petrolifere sottomarine.
Girelliamo un po' nei dintorni.
In generale, sembrerebbe che molti esercizi di vari generi siano russi oltre che britannici, e che anche i lavoratori, gli inservienti, i camerieri, ecc. siano o russi o dell'Est, soprattutto bulgari e romeni e moldavi (cioè, penso, persone che all'occorrenza sappiano anche un po' di russo).
AGHIOS GEORGHIOS
Poi vediamo un cartello di quelli marroni di interesse turistico, che indica un monastero, e proviamo a andare a vedere se si può entrare a sbirciare un poco. Si tratta della località di San Giorgio, Ayos (o Aghios) Geòrgios Alamanos,
che è un complesso di due chiese e un monastero con una chiesetta dentro.
Bel cortile interno, metto dentro la testa in una stanza con un vecchio monaco e la sua moglie, o perpetua, che mi lasciano fotografare e mi dicono che sono profughi di Famagosta (Ammochostos), che è nei territori occupati dall'esercito turco, e mi indica le foto dei grandi maestri spirituali del suo Ordine.
Ci avviamo verso la chiesetta interna, Ghila deve coprirsi le spalle, e si mette una sorta di gran bavaglione che è appeso là a disposizione.
E c'è una vecchiettina tutta in nero alla ringhiera della balconata che ci indica verso dove andare. Arrivano poi anche due vecchiette campagnole anch'esse tutte il nero, accompagnate dalla figlia in abiti comuni. (C'è anche una che, pur essendo tutta "coperta", è invece vestita in modo moderno e colorato e attillato e un po' provocante, ma che evidentemente è molto devota).
Il contesto generale è di una atmosfera di tipo mistico, e, nonostante le vecchie bigotte, c'è nella chiesetta un raccoglimento intenso.
Al negozietto annesso, compero un paio di riproduzioni fatte a mano a Cipro, di icone bizantine, quella di sant'Alessio romano, un asceta, e quella di san Dimitri di Tessalonica e san Giorgio sui loro cavalli, che si intrecciano (la prendo perché ne avevo vista una riproduzione in grandezza originale sulla finestra del pope di Famagosta), i due santi cavalieri erano molto venerati dai crociati.
C'era anche una riproduzione di sant'Anastasia, (quella della strada del primo albergo a Paphos)...
Poi andiamo di nuovo al porto di Zigi per restare ad un bar.
Entriamo da "Captain's Table", ma il bar è chiuso,
allora andiamo da Marko, dove ci riposiamo riparati dietro i vetri guardando il mare un po' mosso per il sempre più forte vento (che fa girare le pale eoliche che ci sono sopra alle colline retrostanti).
purtroppo (o per fortuna loro) hanno incominciato le prospezioni per individuare riserve petrolifere sottomarine.
Girelliamo un po' nei dintorni.
In generale, sembrerebbe che molti esercizi di vari generi siano russi oltre che britannici, e che anche i lavoratori, gli inservienti, i camerieri, ecc. siano o russi o dell'Est, soprattutto bulgari e romeni e moldavi (cioè, penso, persone che all'occorrenza sappiano anche un po' di russo).
AGHIOS GEORGHIOS
Poi vediamo un cartello di quelli marroni di interesse turistico, che indica un monastero, e proviamo a andare a vedere se si può entrare a sbirciare un poco. Si tratta della località di San Giorgio, Ayos (o Aghios) Geòrgios Alamanos,
che è un complesso di due chiese e un monastero con una chiesetta dentro.
la cassetta per la beneficenza
il rintocco metallico (equivalente alle campane)
Bel cortile interno, metto dentro la testa in una stanza con un vecchio monaco e la sua moglie, o perpetua, che mi lasciano fotografare e mi dicono che sono profughi di Famagosta (Ammochostos), che è nei territori occupati dall'esercito turco, e mi indica le foto dei grandi maestri spirituali del suo Ordine.
Ci avviamo verso la chiesetta interna, Ghila deve coprirsi le spalle, e si mette una sorta di gran bavaglione che è appeso là a disposizione.
E c'è una vecchiettina tutta in nero alla ringhiera della balconata che ci indica verso dove andare. Arrivano poi anche due vecchiette campagnole anch'esse tutte il nero, accompagnate dalla figlia in abiti comuni. (C'è anche una che, pur essendo tutta "coperta", è invece vestita in modo moderno e colorato e attillato e un po' provocante, ma che evidentemente è molto devota).
Il contesto generale è di una atmosfera di tipo mistico, e, nonostante le vecchie bigotte, c'è nella chiesetta un raccoglimento intenso.
Poi andiamo di nuovo al porto di Zigi per restare ad un bar.
Entriamo da "Captain's Table", ma il bar è chiuso,
allora andiamo da Marko, dove ci riposiamo riparati dietro i vetri guardando il mare un po' mosso per il sempre più forte vento (che fa girare le pale eoliche che ci sono sopra alle colline retrostanti).
Infine torniamo "da noi" per cena. Ghila prende saganaki di feta calda, e io una vegetarian musaka e una khoriatika salata.
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