mercoledì 5 giugno 2013

Sicilia Jonica ( 6 ) Sàvoca e Calatabiano

31 maggio venerdì

Che bel sole! Stiamo tutta la mattinata giù in spiaggia.


Oggi c'erano particolarmente tanti che facevano parapendio buttandosi giù dalla rocca che c'è dietro al paese grazie a questa bellissima brezzolina di oggi.


Poi risaliamo a pranzare nel nostro appartamentino.

SAVOCA
Nel pomeriggio andiamo a nord con la statale 114, "Orientale Sicula", al paesino di Sàvoca, in cima a una altura rocciosa.



(Si consideri che entrambe le nostre destinazioni di oggi e di domani, non sono neppure menzionate ad es. nella guida del Touring del 1996 che ho con me..., per dire che la loro giusta valorizzazione è molto recente).

C'è ovviamente una roccaforte, una chiesa medievale, e ci sono varie sculture moderne lungo tutte le stradine. Il locale convento dei cappuccini è noto per le sue "catacombe",

dove ci sono delle mummie di notabili del sei-settecento, ma non lo possiamo visitare perché è chiuso al pomeriggio (diversamente dagli orari che sono indicati nel sito su internet...). Come pure risulta chiuso il Museo Etnografico, che desideravo visitare...

Il paesino è comunque molto grazioso e merita assolutamente la gita. Sono molto considerate le sue elaborate ceramiche, opera di artigiani veramente di grande maestria.







Ecco la Sàvoca di solo pochi decenni fa:


intanto ci godiamo il tranquillo e silenzioso paesello con una buona ariettina fresca... percorriamo la passeggiata pedonale e ammiriamo un paio di edifici storici



Poi ceniamo giù a Letojanni alla pizzeria "Antico Borgo", da Emanuele, sul lungomare. Io prendo una buona pizza alla siciliana con melanzane e abbondanti zucchine, il cui mix da ottimi risultati in termini di gusto. Molto buono l'impasto, e il forno è a legna. Annalisa prende un trancio di pescespada con mandorle, formaggio fuso e aromi; e Ghila dei gnocchetti con gamberetti.

Il modo di guidare e di sostare è davvero incredibile e pericolosissimo, e le strade sono molto spesso assai malmesse, e poi posteggiano ovunque, a casaccio, persino in terza fila, in ogni modo, e sovente del tutto all'improvviso ...
Una nota di costume: i muri -e non solo di qui ma di vari altri paesi- sono veramente costellati di manifesti di sedicenti veggenti e maghi di ogni genere, si vede che in generale riscuotono successo...


1° giugno sabato

Giornata splendida. Passiamo tutta la mattinata in spiaggia a prendere il sole. L'acqua del mare era come un cristallo. . . mizziga!

(Purtroppo c'erano molte medusine):





CALATABIANO
Al pomeriggio andiamo a Calatabiano, nell'entroterra di Giardini-Naxos, dove c'è un castello su una collina pietrosa scoscesa. La strada è molto trafficata e purtroppo anche eccessivamente costruita e cementificata. Credo proprio che la dea Cibele, alla quale a partire dal VI sec. a.C. nel mondo greco si dedicò un culto molto popolare (era una Grande Dea Madre originaria della Frigia), sia piuttosto arrabbiata e indispettita con noi uomini, essendo lei la protettrice della natura, degli animali, e dei luoghi selvatici.

Arriviamo. Si sale con un "ascensore" a trazione a cremagliera, molto ripida e spettacolare.

Il castello Cruyllas (cfr. www.castellocruyllas.com) è collocato in un sito che fu già preistorico, poi greco, e in seguito una fortezza bizantina, poi araba, e normanna.





C'è pure lo scheletro di un soldato della guardia bizantina dell' 850 d.C. che fu ucciso da un fendente, e quello di un povero  giovinetto del 1450 che forse sarebbe stato l'ultimo erede dei Cruyllas, e fu ucciso  e occultato per questioni di eredità (nell'opuscolo si può leggere il racconto del segreto, o mistero, del castello)... 
Bellissimi gli arrangiamenti e adattamenti moderni di vetro-legno.
Si vede giù verso il paese una bella chiesetta da cui parte un percorso che viene utilizzato dalle processioni di Sant' Agata, per giungere fino alla chiesa principale.

Tornati giù andiamo a Letojanni alla pasticceria nella via principale, "la rupe", e prendiamo un arancino, e dei biscotti secchi alle mandorle, che si chiamano 'nzuddi. Li faceva il nonno della attuale proprietaria, il quale ancora, a suo dire, sapeva pronunciare bene la doppia d come un dh con la punta della lingua fra i denti davanti, con la bocca leggermente aperta, un po' come il th inglese.
Poi nella pizzeria da asporto di fianco, prendiamo un "calzoncino" alle verdure, uno con melanzane e formaggio fuso, del tipo che chiamano "alla Norma", e uno col prosciutto e funghi, e due pezzi di focaccia alla messinese.
A sera stiamo ad ammirare il panorama.



mìnkia chi bbiddizza !

(prosegue nell'ultima puntata)

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