martedì 21 aprile 2015

10) Viaggio in Colombia; (Villa de Leyva 4)

pomeriggio-sera del 5. Rientriamo a Villa de Leyva.
riusciamo a tornare nonostante dei lenti lavori stradali in corso (i lati si stavano sgretolando), che ci tengono bloccati a lungo.

Passiamo il tempo in piazza ai tavoli di un bar, ammaliati dal paesaggio. Poi sopraggiunge un temporalone tropicale, e restiamo parecchio ad aspettare che prima o poi spiova e ci lasci liberi. Infine viene uno spettacolare tramonto sul monte di fronte. Un gringo nordamericano con un super zoom fa una infinità di foto nonostante piova ancora. 
Ce la sentiamo di uscire allo scoperto, ma tutta la grande piazza così come un po' tutta Villa de Leyva sono in discesa, e ci sono dei veri torrenti con tanto di rapide e laghetti che rendono ardui i guadi, e io infine mi inzuppo del tutto una scarpa.
Finiamo la serata in una pizzeria. Chiediamo se per caso ha un foen, ma non ce l'ha e mi dice che mi conviene stare dietro al frigo dove c'è il motore. 

Venerdì 6
A volte si entra in negozi e non c'è nessuno; bisogna chiamare, avere pazienza, e aspettare. Sono belle tutte le vie, ognuna a suo modo.







Passeggiamo per la carrera novena, ci sono varie macellerie, e anche asaderos.
Arriviamo al Terminàl de Transportes per comprare i biglietti; la tipa dello sportello dei Transportes "Reina" è andata a fare la spesa, l'attendiamo su una panca sotto i portici, e scambiamo due parole con degli autisti e dei taxisti. Siamo lì per riservare due posti sul bus di domattina alle 7:00 per Bogotà, il Directo via Tunja (come l'andata è a 9€uro a testa) Ci sono bus per ogni più piccolo paesino di campagna e di montagna… dai nomi chiaramente indigeni o meticci: Ramiquirì, Chiquinquirà, Sachicà, Guateque, Garagoa, Chocutà, Tocanchipà, Chichipì, ... Finalmente la tizia arriva e concludiamo in pochi minuti la prenotazione.

Passeggiamo ancora nonostante il sole sia forte. Ovunque tutte le strade sono acciottolate in modo rustico, spesso ci sono colonnine agli angoli, e balconi e balconcini e verande al piano rialzato, tutti con il medesimo stile architettonico.
Ci fermiamo a pranzo in un asadero dove il padrone (dueño) ci aveva fatto assaggiare dei pezzi alla griglia morbidi e saporiti. E' un posto molto semplice con gran tavoloni.

Si vedono parecchi grossi pick-up guidati da anziani o da donne, anche 4x4, camionetas, trasportando attrezzature agricole, o da costruzione. Ci sono sempre camion che passano, furgoni, ecc. 

Visitiamo la casa - museo dell'artista Acuña, che visse a VdL gli ultimi suoi anni, affascinato dallo stile dei musica e dalle loro leggende, ma anche dai primi conquistatori che portarono in America la grande cultura del Cinque-Seicento spagnolo, el Siglo de Oro. Nei suoi murales si ritrova il fascino del favoloso che pervadeva anche i romanzi di G.Garcia Màrquez. 
la sua bella grande casa oggi museo

la battaglia di Bonza tra spagnoli e muisca






Di fatto non cogliamo mai tracce o accenni della gente agli anni di guerra civile. Però oggi il telegiornale riportava quanto spavento aveva suscitato lo scoppio in un magazzino di grossi petardi per le fiestas, avvenuto in un quartiere di Bogotà, a La Macarena, per il timore di un attentato. E poi l'altro giorno c'era stato un accenno di notizia sul figlio di Escobar, in esilio in Messico, che aveva fatto delle dichiarazioni pubbliche su certi eventi e personaggi del recente passato. E la gente in quei frangenti è stata subito molto attenta in silenzio.

Tante volte ci è capitato che non ci si comprende, forse dipende più che non dalle parole che usiamo (forse "troppo" castigliane…) piuttosto dal giro di frase, dal modo in cui viene impostata una domanda ad es. …. chissà. Credo sia questione di usi della lingua, e di mentalità e non tanto del fatto che noi parliamo male e non ci sappiamo ben esprimere.
Paghiamo addirittura e chiediamo la colazione per le 6 domattina. Il prezzo della camera con bagno è di 20€uro a testa per notte, con tasse e prima colazione inclusa.

Sabato 7
Il taxista ci passa a prendere alle sei e mezza puntuale, si parte con un bus ridotto (carro pequeño), in cui si sta un po' stretti. Rifacciamo tutto il giro della valle, sostiamo un paio di volte per obras che cercano di porre rimedio al derrumbo del costado sulla strada asfaltata nuova, e poi finalmente via per Tunja.  Il capoluogo è una città di nuovo sviluppo, che è cresciuta a dismisura in questi ultimissimi anni, sia prima a causa degli sfollati dalle aree rurali con scontri, oppure "dislocati" per agevolare le operazioni dell'esercito, che poi invece per il boom economico del Paese. Squallidona la nuova periferia, ma il centro storico è bello, anche qui con una grande plaza mayor. Sosta lunghetta al Terminal, in cui vado ai bagni. Si riparte dopo che sono scesi praticamente quasi tutti tranne noi. Molti sono ragazzi e ragazze che vengono giù a Tunja per fare le scuole superiori.
Questo è il percorso migliore per noi, anziché fare il giro per Sachica come all'andata, venire a Tunja e poi da qui andare diretti a B. per la strada panamericana che è più larga e più veloce. Man mano che andiamo verso Sud, salgono persone lungo la strada, e ilpiccolo bus si riempie completamente.
Usciamo dal dipartimento del Boyacà e entriamo in quello di Cundinamarca.
Ti saluto Villa bella siamo stati solo 4 giorni ma ci hai regalato visioni e emozioni indimenticabili.


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