3 settembre giovedì
Dopo aver fatto colazione partiamo e prendiamo la Nacional 623 poi 627, che ad Aguilar de Campòo ci porta ad entrare nella autovia A67 verso la costa atlantica.
Sono 160 km che ci fanno attraversare un bellissimo territorio, prima piatto, poi sempre più mosso e di nuovo verde che attraversa la cordillera cantabrica con monti, vari laghi e tanti boschi.
Quindi usciamo e ci dirigiamo con una provinciale verso un paese di campagna: Santillana del Mar (4mila abitanti), dove abbiamo prenotato per telefono una pensioncina famigliare un po' discosta dal centro, ma comunque vicinissima, a 63€ (+iva) per notte in una habitaciòn con tre letti, con prima colazione inclusa e anche il posto auto gratuito. Si chiama Posada La Solana, sta in calle de los Hornos (via dei forni) n.12, il proprietario ci accoglie con signorile discrezione e gentilezza, e la moglie tuttofare ci avvolge subito in una generosa abbondanza di parole. C'è odor di campagna e di prati, e anche se il tempo atmosferico si sta decisamente guastando, credo che ci troveremo bene. Loro vivono al piano di sopra e la sensazione è proprio di stare a casa loro. Nella sala dove si farà colazione, con accanto la cucina, c'è il nipotino che sta al computer.
la nostra Posada in calle los hornos
E' già ora di pranzo, chiediamo e lui ci consiglia di andare semplicemente alla fine di questa stradina in Plaza Mayor e proprio di fronte troveremo la bodega-restaurante "El Castillo" dove si mangia bene. In effetti questo è un piccolo paese e tutto è vicino. Le strade e le case sono rimaste come erano sempre state, ma ben rimesse a posto da restauri, e le vie sono acciottolate.
Nel locale c'è tanta gente, ma tutti stanno nella parte di bar dove si prendono le tapas e i pinchos, noi andiamo al tavolo e ci danno il menu del dìa da 15€uro. Mangiamo bene. Nel frattempo il tempo peggiora e dunque decidiamo di andare subito al museo di Altamira con l'annessa copia della grotta.
Arriviamo che sono le due e mezza, posteggiamo e dopo qualche incomprensione in biglietteria dove prenotiamo l'orario della visita guidata a cui unirci, entriamo.
Questa è l'area in generale:
e questa la planimetria del Museo con sulla sinistra la copia della grotta, detta neocueva:
E' tutto interessantissimo, compiamo lentamente il giro del museo, ci sono molte vetrine illustrative, con copie di reperti o con ricostruzioni e disegni commentati, che preparano alla visita trattando della storia della preistoria (!) prima e fino ad Altamira. La grotta infatti ha cominciato ad assumere importanza nel 16mila circa a.C. ed è stata adibita a riparo e abitazione solo nella parte di ingresso, poi è stata istoriata da graffiti e disegni nelle parti più recondite divenendo una sorta di santuario per cerimonie tribali, e infine è stata abbandonata forse a seguito di un crollo che l'ha definitivamente chiusa.
Quindi ci mettiamo in attesa di venire chiamati per la passeggiata dentro la "neocueva". Scorre un grande pannello che pareva una parete, e si scende a piedi con una guida che illustra. L'entrata della caverna è veramente suggestiva, vengono proiettati dei filmati che fanno sembrare vivere un antro della caverna con scene di ipotetiche ricostruzioni della quotidianità in vari periodi successivi. Mi fermerei più tempo per meditare su quei lontani momenti della vita umana, ma si deve procedere più all'interno.
Poi seguono una serie di copie delle pareti dipinte, fino al "tetto dei polìcromi" in cui sono assemblate le riproduzioni di varie tecniche e stili che hanno evoluto nel corso del tempo. Quindi ci sono graffiti, ci sono disegni in bianconero e ci sono pitture a colori. La parte più interna con i bisonti è veramente "sontuosa" con i suoi toni di rosso.
Dopo la scoperta materiale di questa cueva, venne la scoperta culturale, quando ci si rese conto dalle prime riproduzioni delle pitture (per es quelle dell'abate Breuil, e più di recente anche quelle del professor Leroi-Gourham) che non si trattava di disegni primitivi e mal fatti di mucche e di tori, ma di bisonti e di animali con fattezze differenti dalle attuali, allora si scoprì che quegli homo sapiens avevano espresso qui la prima forma d'arte in modo magistrale. Così cominciarono in molti a voler venire a vedere di persona, e si aprì l'accesso ai visitatori.
Come è risaputo, quando ci si rese conto che questa grotta dal suo rinvenimento nel 1879 in poi aveva subito tante variazioni di temperatura e di umidità, che rischiava di venire definitivamente distrutta dai funghi, si è deciso di preservarla riservandone la visita solo agli esperti e studiosi della materia. Per cui nel 2001 è stata realizzata questa grande opera di costruzione di una copia delle pareti dipinte.
Anni fa eravamo andati a fare un viaggio nella Francia atlantica, in Bretagna, a Carnac, e poi in particolare in Dordogna e nel Périgord a Cougnac e Cap Blac. In quest'ultima regione avevamo visitato vari siti preistorici e soprattutto eravamo stati alle famose grotte di Lascaux. Lì la copia della grotta con le pitture rupestri era veramente la replica perfetta sino all'ultimo centimetro di quella reale. Inoltrarsi per 250 metri nel cunicolo ricco di immagini colorate fu una emozione immensa. Quest'anno in Francia hanno inaugurato una copia anche della grotta di Chauvet (dato che per il pubblico non può esserci altra soluzione che questa).
Qui mi pare che ogni sezione sia ben riprodotta, però una volta oltrepassato l'ingresso della caverna, tutto è giustapposto e sa un po' troppo di artefatto. Comunque è un bellissimo museo (anche se ovviamente non regge il confronto con il MEH di Burgos).
Andiamo a fare un giretto per Santillana, che si dimostra un paese molto carino, anche se con molti turisti in giro, che sono in grandissima misura spagnoli che vengono in pullman, oppure con la loro auto (probabilmente anche perché non c'è bel tempo per restare al mare).
Intanto Ghila combina per telefono con una italiana di CouchSurfing che vive qui vicino, e che ci da appuntamento. Andiamo a Novales poco più a ovest di Santillana, e ci incontriamo con Alice, che si dedica alle arti circensi e acrobatiche. Ci offre un ottimo ohé e ci racconta la sua variegata vita. Ci fa fare un giretto del paesino che è dedito alla coltivazione dei limoni.
Poi torniamo a "casa" e mentre Ghila si riposa noi andiamo a fare un altro giretto per Santillana.
Torniamo, e vediamo che la sera portano una ventina di cavalli a brucare nei prati a fianco della nostra pensione, c'è una bella atmosfera di pace, con un'aria tersa (anche se c'è odore di stallatico), e ci soffermiamo ad assaporare il paesaggio all'imbrunire.
Poi andiamo a cena ad orari oramai spagnoli (verso le 9 / 9e mezza), al ristorante "Altamira", bello come ambientazione, ma la anziana cameriera è un po' scorbutica, e sopratutto la grande tavolata vicino a noi di turisti francesi un po' grezzi che parlano molto forte ci ha disturbato non poco. Peccato.
[prosegue]
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2015/09/la-cantabria-2.html
Quindi ci mettiamo in attesa di venire chiamati per la passeggiata dentro la "neocueva". Scorre un grande pannello che pareva una parete, e si scende a piedi con una guida che illustra. L'entrata della caverna è veramente suggestiva, vengono proiettati dei filmati che fanno sembrare vivere un antro della caverna con scene di ipotetiche ricostruzioni della quotidianità in vari periodi successivi. Mi fermerei più tempo per meditare su quei lontani momenti della vita umana, ma si deve procedere più all'interno.
Poi seguono una serie di copie delle pareti dipinte, fino al "tetto dei polìcromi" in cui sono assemblate le riproduzioni di varie tecniche e stili che hanno evoluto nel corso del tempo. Quindi ci sono graffiti, ci sono disegni in bianconero e ci sono pitture a colori. La parte più interna con i bisonti è veramente "sontuosa" con i suoi toni di rosso.
Dopo la scoperta materiale di questa cueva, venne la scoperta culturale, quando ci si rese conto dalle prime riproduzioni delle pitture (per es quelle dell'abate Breuil, e più di recente anche quelle del professor Leroi-Gourham) che non si trattava di disegni primitivi e mal fatti di mucche e di tori, ma di bisonti e di animali con fattezze differenti dalle attuali, allora si scoprì che quegli homo sapiens avevano espresso qui la prima forma d'arte in modo magistrale. Così cominciarono in molti a voler venire a vedere di persona, e si aprì l'accesso ai visitatori.
Come è risaputo, quando ci si rese conto che questa grotta dal suo rinvenimento nel 1879 in poi aveva subito tante variazioni di temperatura e di umidità, che rischiava di venire definitivamente distrutta dai funghi, si è deciso di preservarla riservandone la visita solo agli esperti e studiosi della materia. Per cui nel 2001 è stata realizzata questa grande opera di costruzione di una copia delle pareti dipinte.
Anni fa eravamo andati a fare un viaggio nella Francia atlantica, in Bretagna, a Carnac, e poi in particolare in Dordogna e nel Périgord a Cougnac e Cap Blac. In quest'ultima regione avevamo visitato vari siti preistorici e soprattutto eravamo stati alle famose grotte di Lascaux. Lì la copia della grotta con le pitture rupestri era veramente la replica perfetta sino all'ultimo centimetro di quella reale. Inoltrarsi per 250 metri nel cunicolo ricco di immagini colorate fu una emozione immensa. Quest'anno in Francia hanno inaugurato una copia anche della grotta di Chauvet (dato che per il pubblico non può esserci altra soluzione che questa).
Qui mi pare che ogni sezione sia ben riprodotta, però una volta oltrepassato l'ingresso della caverna, tutto è giustapposto e sa un po' troppo di artefatto. Comunque è un bellissimo museo (anche se ovviamente non regge il confronto con il MEH di Burgos).
Andiamo a fare un giretto per Santillana, che si dimostra un paese molto carino, anche se con molti turisti in giro, che sono in grandissima misura spagnoli che vengono in pullman, oppure con la loro auto (probabilmente anche perché non c'è bel tempo per restare al mare).
riproduco dalla Guida Mondadori, 2a ed. 2011
Intanto Ghila combina per telefono con una italiana di CouchSurfing che vive qui vicino, e che ci da appuntamento. Andiamo a Novales poco più a ovest di Santillana, e ci incontriamo con Alice, che si dedica alle arti circensi e acrobatiche. Ci offre un ottimo ohé e ci racconta la sua variegata vita. Ci fa fare un giretto del paesino che è dedito alla coltivazione dei limoni.
Poi torniamo a "casa" e mentre Ghila si riposa noi andiamo a fare un altro giretto per Santillana.
la famosa collegiata romanica di Santa Juliana, del XII secolo
girando dietro all'abside destro
Torniamo, e vediamo che la sera portano una ventina di cavalli a brucare nei prati a fianco della nostra pensione, c'è una bella atmosfera di pace, con un'aria tersa (anche se c'è odore di stallatico), e ci soffermiamo ad assaporare il paesaggio all'imbrunire.
i due torrioni sullo sfondo sono della collegiata
Poi andiamo a cena ad orari oramai spagnoli (verso le 9 / 9e mezza), al ristorante "Altamira", bello come ambientazione, ma la anziana cameriera è un po' scorbutica, e sopratutto la grande tavolata vicino a noi di turisti francesi un po' grezzi che parlano molto forte ci ha disturbato non poco. Peccato.
[prosegue]
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2015/09/la-cantabria-2.html
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