4 settembre
A colazione c'è proprio quel che piace a noi, un bel caffellatte, delle brioches, una spremuta o succo di frutta, e del pane tostato. La signora ci dice che dato il tempo non ci conviene oggi andare a vedere la costa, ma ci suggerisce di fare un giro dell'interno.
Peccato che pioviggini… allora per fare una battuta dice che il nome di questo paese (Santillana del Mar) non corrisponde a realtà, lo dice anche un motto popolare: non è del Mar perché non sta sulla riva del mare (è a 4 km) non è llana (in pianura) perché è collinare, e la santa Juliana (Giuliana) della collegiata sembra che non fosse stata solo sempre una santarellina…
Peccato che pioviggini… allora per fare una battuta dice che il nome di questo paese (Santillana del Mar) non corrisponde a realtà, lo dice anche un motto popolare: non è del Mar perché non sta sulla riva del mare (è a 4 km) non è llana (in pianura) perché è collinare, e la santa Juliana (Giuliana) della collegiata sembra che non fosse stata solo sempre una santarellina…
Ci indica un percorso che passa per una famosa grande fonte di un torrente irruente, e poi va su verso la Sierra de Bàrcena, dove c'è in fondo un paesino medievale forse ancor meglio conservato di Santillana.
Partiamo e attraversiamo una bellissima campagna con coltivazioni, vigneti, prati da pascolo con mucche, ci sono cavalli, pecore, boschi e paeselli, e le pendici di un monte. Si vedono dei falchi, e ci sono cartelli che avvisano attraversamento cervi.
Poi la strada sale e dopo aver passato la frazione di Correpoco, non c'è più nemmeno un piccolo centro abitato finché in fondo in fondo alla strada si giunge a Bàrcena Mayor.
E' veramente un bellissimo villaggio che merita di esser visto (anche se c'è pioggerellina e arietta molto fresca).
Non solo è tutto intatto e ben preservato, ma c'è minore presenza turistica (Santillana oramai è divenuta troppo famosa…) e soprattutto c'è silenzio. Lo rompe soltanto un microfono di una bancarella di prodotti locali, che diffonde canti tradizionali cantàbrici, che sono chiaramente adatti per danze collettive durante festività. Ma una viuzza più in là già non lo si sente più.
Gironzoliamo.
il tipo con l'altoparlante
Andiamo infine a pranzo in una trattoria che ha lo stesso nome della nostra pensione, La Solana, dove prendiamo due menu completi da 12€ e Ghila una grande insalatona mista assai ricca.
Al ritorno ci fermiamo in un paesino in cui c'è un piccolo museino etnografico sull'area circostante. Ci sono in mostra attrezzi agricoli e da falegname, zoccoli in legno, e in pannelli si ricostruiscono le credenze del folklore locale.
Poi facciamo una sosta a vedere la cosiddetta Fuentona (grossa fonte) a Ruente. Il torrente qui è davvero irruente. L'acqua è fredda.
Poi facciamo un'altra fermata nel paese di Carrejo, dove c'è un Museo della Natura (Museo de la Naturaleza de Cantabria), in cui ci sono pannelli che spiegano la conformazione geologica e idrica della zona, e vengono mostrati gli esemplari principali della fauna e della flora cantabrica. Si tratta di volpi, lupi, camosci, lontre, falchi, aquile, gufi e gheppi (ma persino avvoltoi); e di genziane, cardi alti un metro e mezzo, orchidee a forma piramidale ... Interessante.
C'è pure una esposizione temporanea sul tema del rapporto tra la fauna e la pubblicità nelle raffigurazioni di varie note reclames. In ultimo c'è una grande sala annessa tutta dedicata alle farfalle del posto. Infine ci danno indicazioni per poter vedere un rarissimo bosco di sequoie nei dintorni di Cabezòn de la Sal. Ma non lo troviamo, in compenso vediamo le due sequoie che ci sono in paese in un giardino, e girando intravediamo il palazzo della bottega, e la chiesa di san Martino.
Tornando ci fermiamo in un paese vicino a Santillana, Puente San Miguel, dove c'è una lavanderia automatica (in avenida de Oviedo), e così laviamo e asciughiamo un sacco di roba; intanto stiamo al bar lì vicino a prendere una infusiòn con un bizcocho (che è un tipo di torta).
Alla fine ritorniamo nella nostra Posada La Solana, accolti dalla señora che ci chiede di raccontarle cosa abbian fatto e come è andata. Uscendo restiamo di nuovo incantati a guardare la campagna collinare con la collegiata e i cavalli fin che c'è luce.
Per cena di nuovo al "Castillo" dove prendiamo io e Ghila: cogollos y ventresca (un cesto di lattuga con tonno fresco), e una lubina a la plancha (spigola alla piastra), e annalisa un insalata. Alla fine sono le 10 e 40, andiamo a letto (prima sosto a un bar per prendere una bottiglia d'acqua).
Anche oggi nonostante il freddino, le nuvole e un po' di pioggia, è stata una bella giornata, piena.
[prosegue]
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2015/09/la-cantabria-3.html
Poi facciamo una sosta a vedere la cosiddetta Fuentona (grossa fonte) a Ruente. Il torrente qui è davvero irruente. L'acqua è fredda.
Poi facciamo un'altra fermata nel paese di Carrejo, dove c'è un Museo della Natura (Museo de la Naturaleza de Cantabria), in cui ci sono pannelli che spiegano la conformazione geologica e idrica della zona, e vengono mostrati gli esemplari principali della fauna e della flora cantabrica. Si tratta di volpi, lupi, camosci, lontre, falchi, aquile, gufi e gheppi (ma persino avvoltoi); e di genziane, cardi alti un metro e mezzo, orchidee a forma piramidale ... Interessante.
C'è pure una esposizione temporanea sul tema del rapporto tra la fauna e la pubblicità nelle raffigurazioni di varie note reclames. In ultimo c'è una grande sala annessa tutta dedicata alle farfalle del posto. Infine ci danno indicazioni per poter vedere un rarissimo bosco di sequoie nei dintorni di Cabezòn de la Sal. Ma non lo troviamo, in compenso vediamo le due sequoie che ci sono in paese in un giardino, e girando intravediamo il palazzo della bottega, e la chiesa di san Martino.
Tornando ci fermiamo in un paese vicino a Santillana, Puente San Miguel, dove c'è una lavanderia automatica (in avenida de Oviedo), e così laviamo e asciughiamo un sacco di roba; intanto stiamo al bar lì vicino a prendere una infusiòn con un bizcocho (che è un tipo di torta).
Alla fine ritorniamo nella nostra Posada La Solana, accolti dalla señora che ci chiede di raccontarle cosa abbian fatto e come è andata. Uscendo restiamo di nuovo incantati a guardare la campagna collinare con la collegiata e i cavalli fin che c'è luce.
Per cena di nuovo al "Castillo" dove prendiamo io e Ghila: cogollos y ventresca (un cesto di lattuga con tonno fresco), e una lubina a la plancha (spigola alla piastra), e annalisa un insalata. Alla fine sono le 10 e 40, andiamo a letto (prima sosto a un bar per prendere una bottiglia d'acqua).
Anche oggi nonostante il freddino, le nuvole e un po' di pioggia, è stata una bella giornata, piena.
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