lunedì 14 settembre 2015

§. 3 - Oviedo 3

27 agosto
Oggi per la prima colazione (desayuno) torniamo in una panetteria-pasticceria e bar che c'è quasi di fronte alla nostra camera, perché è migliore la parte che interessa a noi, cioè un cappuccio e una brioche, o una tostada con burro o con pomodoro (ma anche qui volendo ci sono panini col prosciutto, o col tonno, o tortillas…).

Poi andiamo a dare una occhiata alla parte moderna, con la calle Urìa e altre strade di negozi di vario tipo, anche popolari e alimentari.

Attraversiamo un angolo del grande bel parco Campo San Francisco. E poi prendiamo un autobus per salire al nuovo imponente palazzo delle esposizioni e dei congressi progettato dall'architetto Calatrava, e popolarmente noto come complejo Buenavista (dal nome di un grande centro commerciale e supermarket che c'è alla base) a sud-ovest della città. Purtroppo la chica dell'ufficio informazioni mi aveva ben detto che avremmo dovuto scendere ad un certo punto, ma avendo chiesto al conductor di avvisarci, quello ha ritenuto per noi (o per lui) più semplice farci scendere al capolinea in cima a un colle vicino alla zona ospedaliera e universitaria…. Per cui poi dopo, grazie alle indicazioni di una studentessa gentilissima, ci siamo dovuti sorbire una gran camminata per scendere lungo una avenida e arrivare a destinazione stanchi e scocciati. 
Il complesso è originale e a modo suo anche bello. 




la colonna di vetrocemento è un hotel, la parte sopra orizzontale sono uffici

All'interno, oltre al centro commerciale e alla sede della regione ci sono anche delle esposizioni, in quei giorni una mostra fotografica.

Ma poi non essendoci autobus lì vicini diretti al centro, abbiamo preso un taxi per non perderci, e per pochi euro (o comunque molto meno che da noi) ci siamo fatti portare per pranzare in un posto che ci avevano raccomandato al quartiere dei giardini del Campillìn che è quasi dall'altra parte della città a sud-est. Qui sotto dei portici c'è la trattoria-bar "Las tablas" (che sono i taglieri di legno su cui appoggiano i cibi). Ci troviamo bene. Intanto che aspettiamo Annalisa va al banco a prendere quattro pinchos, cioè degli spilloni di metallo o di legno, che infilzano una tartina o un piccolo panino o più giustamente fanno da piccoli spiedini, e che sono dei mangiarini che vanno inclusi con le bevande. Quindi poi ordiniamo una seppia alla piastra, freschissima, una insalata con formaggio di capra e una con pollo, due bibite e una bottiglia grande di acqua, per 14€uro a testa senza che i 4 pinchos compaiano in conto.
Praticamente un viaggiatore in economia potrebbe cibarsi a colazione, pranzo e cena solo di questi spuntini (come d'altronde fanno gli stessi abitanti) e spendere pochissimo (tanto più che spesso si tratta di raciones, di porzioni, abbondanti e di cibi elaborati).

Quindi torniamo nel centro storico ma entrando da un'altra parte (La Magdalena). E dopo aver visto la piazza dell'Ayuntamiento (o municipio), e osservato la presenza ancora di una "vecchia Spagna",





Poi entriamo nel Palacio Velarde da poco restaurato a visitare il Museo de Bellas Artes de Asturias. Molto bello (e gratuito) con opere di El greco, Zurbaràn, Murillo, Goya, Picasso, Dalì, Mirò, eccetera…

Usciti torniamo un pochino indietro. E' una zona commerciale, interessante.

il mercato coperto

 notiamo quanto la piazzetta del Fontàn assomigli a plaza santo Domingo a Bogotà, ci sediamo ai tavolini e vediamo che c'è un attrezzo per il fai-da-te con la sidra senza dovere ogni volta chiamare il cameriere o dover spruzzare per terra.



giriamo per le stradine del casco antiguo, guardando i negozi. In una salumeria si vede come tagliano a mano il prosciutto crudo con il coltello.


Infine stanchissimi andiamo per cena in un bel ristorante del centro moderno, dove ci riposiamo, non c'è nessuno e dunque il locale è tranquillo e silenzioso (c'è da dire che purtroppo gli spagnoli del nord parlano a voce molto alta anche quando non ce n'è nessun bisogno). Un po' stufo di cibi pesantucci, prendo una bella sogliola (lenguado) con guarnizione di mandorle, e Ghila un piatto di tonno crudo fresco appena scottato stile tataki, mentre Annalisa una grande insalatona, e una porzione di patatas bravas cioè patate lesse poi rosolate al forno, con sopra la salsina a base di pomodoro, aceto, pepe e paprica dolce (ma è un piatto castigliano).




[prosegue]
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2015/09/leon-1.html

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