mercoledì 7 marzo 2012

per la celebrazione del principio femminile

per la giornata di domani 8 marzo festa in cui si celebra il principio femminile,
vi giro in lettura questo testo, che mi è stato dato al centro Raji, di un certo Francisco:


A tutte le Donne che accolgono la loro femminilità potente.
A tutti gli Uomini che si inchinano alla propria sensibilità.
A nonna Frida che, trapassando, mi ha ispirato questa storia.

Ci fu un tempo in cui l'umanità era intimamente connessa con i cicli del vivere e del morire, sentiva sotto i piedi nudi il cambiare delle stagioni, intuiva i movimenti dei pianeti e delle stelle, accordava ogni gesto a questo armonico fluire dagli astri alla terra, e poi dalla basso all'alto. Le guide di quell'era, l'infanzia della nostra attuale generazione umana, erano Donne sapienti, compenetrate dei moti degli astri e dei flussi del fenomeno della vita su questo piano. Conoscevano sentendo e facendo risuonare nell'anima e nel corpo tutto ciò che le circondava. Perpetuavano con saggezza la vita delle loro comunità in un mondo dominato da un tempo ciclico, come il crescere e il calare della Luna. Con la Luna queste donne avevano una profonda connessione, vivendo ognuna il ciclo della propria luna rossa di sangue e fertilità. Gli uomini, figli e amanti delle donne, erano meno intuitivi e si applicavano con gioia alle occupazioni pratiche, saggiamente consigliati dalle Donne. 

Col consumarsi dei millenni alcuni uomini iniziarono a nutrire invidia per il potere delle Donne e risentimento per esserne esclusi. Desideravano poter sperimentare più liberamente le proprie potenzialità, prendere dalla terra tutto ciò che desideravano, alterare i cicli naturali a loro vantaggio. Non compresi dalle loro amate madri e amanti cominciarono a riunirsi in gruppi di soli uomini, scoprirono la forza che il branco dava loro, l'ebbrezza di seguire un solo capo maschio, a loro simile, senza le lunghe discussioni in cerchio che tenevano le donne. Cominciarono a sperimentare il loro potere separato, ad aumentare la loro forza fisica, la loro astuzia nella caccia, i loro strumenti per tagliare e incidere nella materia un segno di sé. E il loro desiderio di potere crebbe e cominciò il conflitto: sperimentarono la loro forza contro le donne e fu violenza, stupro, sottomissione. L'umanità si divise in società matriarcali legate all'antico rispetto per la madre terra e gruppi patriarcali che invocavano il tuono, il lampo e il cielo altissimo come unico Padre. 

Gli uomini inventarono la guerra, la religione, il culto del potere e i modi per esercitarlo: teocrazia, monarchia, aristocrazia e persino la perfetta democrazia ateniese, riservata ad una minoranza di uomini privilegiati. Stabilirono confini, tracciarono strade, strapparono i preziosi metalli dalla terra stessa con la complicità dei curiosi nani. Si sviluppò l'archetipo del guerriero e le società maschili proliferarono, spingendo col ferro e col fuoco, le pacifiche società matriarcali nell'ombra. Il sapere intuitivo delle antiche Donne, figlie delle Luna, venne in parte conquistato dagli uomini ma i suoi segreti più profondi non poterono essere comunicati perchè frutto di intuitiva conoscenza e non di nozioni e formule. In parte quel sapere si conservo sussurrato dalle madri figlie: le virtù delle erbe, le canzoni incantevoli ascoltate dagli elfi, i cicli della Luna ed altri arcani. 

La nuova civiltà maschile si sviluppò al punto che i suoi figli maggiori, la filosofia e la religione, generarono a loro volta la scienza meccanicista e la teologia dogmatica che si scagliarono insieme, come incudine e martello, contro ogni aspetto della vita umana che sfuggiva loro in quelle ombre proiettare dai loro lucenti discorsi che separavano il ben dal male, la verità dall'errore, la razionalità dalla follia. Cominciò così quello che doveva essere l'attacco definitivo all'antico sapere femminile e lunare. Le eredi di quella tradizione vennero chiamate streghe (da strix, civetta, abitante della notte) e vennero catturate, seviziate, torturate e bruciate. Accanto a loro vivevano ancora alcuni uomini, figli, amanti e partecipi del loro sapere e furono chiamati stregoni. Ma accadde una cosa che i persecutori, nella loro tronfia ignoranza delle leggi cosmiche più profonde, avevano dimenticato.

Le anime delle vittime cominciarono a radunarsi in cerchio, come usavano fare nei tempi antichi. Dopo una lunga assemblea chiesero al Dio creatore del Bene e del Male di ottenere giustizia per ciò che avevano patito. E quel Dio, in forza delle leggi che egli stesso aveva stabilito, dovette accettare e chiese quale prezzo dovesse esigere. Maddalena, la messaggera delle Donne, si espresse così: “Come i nostri persecutori hanno sparso il nostro sangue anche noi chiediamo di poter spargere il loro”. Il Dio quasi si pietrificò alla richiesta: l'umanità si sarebbe estinta. “Ma – continuò Maddalena vibrando di una voce argentina e ridente - lo spargeremo a modo nostro: moltiplicandolo su tutta la Terra. Chiediamo alle nostre figlie incarnate di sposare e servire fedelmente i figli dei nostri persecutori in modo da accogliere il loro seme e mescolare le correnti del nostro sangue. E benediciamo questa nuova generazione affinchè impari ad accogliere entrambe le eredità, portandole a nuova sintesi: razionalità e intuizione, tempo lineare e ritmo ciclico, scienza e spiritualità, Forza e Grazia. E a quei bambini doniamo un mantello indaco, il colore nuovo che portò il Cristo incarnandosi sulla Terra”.

E questi sono gli anni che i figli e le figlie di quelle unioni stanno ricordando le loro origini, preparando la sintesi e il risveglio dei saperi più antichi o progettando geniali innovazioni. Costruiscono una società nuova, dove maschile e femminile sono complementari in ciascun individuo, dove le separazioni più dolorose si sciolgono in un dolce amplesso e dove piacere e dovere si coniugano nella propria autorealizzazione. Così che le Donne possano vivere a pieno la loro femminilità potente e gli Uomini, finalmente adulti, le accompagnino fieri ed Amici delle Donne. Usciremo così, insieme, dall'acerba adolescenza dell'umanità per entrare nella maturità della nostra evoluzione. Se tu che leggi hai sentito vibrare il tuo cuore sappi che tu sei mia sorella e mio amico e che, ovunque tu sia, io ti benedico e ti ringrazio per essere qui accanto a me in questi anni di sintesi e trasformazione.

Francisco Merli Panteghini, Amico delle Donne
Notte del 22 luglio 2011, Santa Maria Maddalena
http://www.amarelaterra.blogspot.com/2011/07/le-figlie-della-luna-e-gli-amici-delle.html

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