Mentre tutti i paesi della fascia temperata del pianeta, a nord del tropico del cancro stanno assaporando la sopraggiunta prima-vera, io sto assaporando anche un clima interiore di pre-partenza. Andremo sotto al tropico, al di là dell'oceano, a Cuba, per girarla per tre settimane...
Già so che non andremo nei grandi hotel, nelle zone esculsive per turisti stranieri, sulle spiaggione famose, non praticheremo lo sport nazionale dei numerosissimi italiani che vanno a caccia del maggior numero di "neoneomaggiorenni" a ore, non staremo nei residence, né faremo gite intruppati e pilotati, non affogheremo nel rhum e nei cocktail, né aspireremo quantità di sigari, sigaroni ed altro, né ci dedicheremo alla abbronzatura intensiva, né mangeremo nei ristoranti con cucina standardizzata internazionale, eccetera.
Dunque sto preparandomi, leggo libri e guide, romanzi e racconti, vedo film (alcuni molto belli), guardo cartine, scrivo mail, cerco siti e blog (e blogueros), ascolto musica, guardo danze su youtube, faccio elenchi delle cose da ricordare di prendere, inoltre si va in agenzia per i biglietti, per le assicurazioni, si va all'ufficio igiene per i richiami, eccetera... il solito fermento ogni volta inedito e specifico dei preparativi. Ti dà animo...
Uno dei principali obiettivi è conoscere, approfondire, e si spera comprendere, la spiritualità e la cultura afrocubana, in particolare la cosiddetta santerìa, cioè la religiosità yoruba : E così mi sto calando nel mondo degli orishas, degli spiriti della natura, già sono incantato da Yemayà, la dea delle acque, affascinato e ammaliato da Ochùn, lo spirito della femminilità e della sensualità, travolto dai ritmi e dalle danze del guerriero Changò, l'infuocato, mi sento riverente verso il grande Elegguà che inesorabile apre e chiude le strade della vita, eccetera. Suoni, cadenze, voci, melodie, poesie, leggende favolose, a cui fra poco si assoceranno e si aggiungeranno anche odori, profumi, immagini, visioni...
Spero di poter assistere a qualche rito e cerimonia, e parlare con qualche madrina, santero, o babalawo, ma mi incuriosirebbe anche conoscere un palero (uno che fa delle pratiche tipo vudù)...
Dovremo imparare parole e abitudini, consideranto ad esempio che al momento mi riesce difficile nella mia ignoranza e insipienza distinguere bene non dico addirittura tra charanga e guaguanco, ma semplicemente tra habanera, bolero, son, tra la rumba e la conga, e altre musiche tradizionali, che sono poi ora del tutto superate dai mixaggi con jazz, R&B, rock, hip-hop, rap eccetera...
Poi certamente andremo ad ammirare alcune bellezze naturali, come i parchi nazionali, le coste, le insenature, il mare cristallino, i pesci colorati, e ci lasceremo avvolgere dalla vegetazione.
Faremo un giro per conto nostro, dormendo non in alberghi ma in casas particulares, e in famiglie, e mangeremo nei paladares, le trattorie domestiche, e senza dubbio ascolteremo e parleremo con molte persone, sperando almeno di cogliere le specificità che caratterizzano l'isola, e le campagne. Ovviamente ammireremo i centri storici coloniali, e visiteremo qualche bel museo, assaggeremo dei piatti tipici (la comida criolla, o il congrì), dei frutti (come guayaba, guanàbana, mamey), e relativi succhi e frullati, e delle verdure tropicali (come yuca, boniato, malanga), gli igname, eccetera.
Ma soprattutto penso che chiacchiereremo, come dicevo, e assaporeremo gli orari lenti e rilassati dei Caraibi, adattandoci senza resistenze alla lentezza.
Non so ancora se prenderemo un auto come facciamo quasi sempre, oppure dei mezzi, tipo i pullman o altro, come abbiamo fatto in tante altre occasioni. Quindi per ora vi saluto e naturalmente poi vi saprò dire come è andata e scriverò un diario che metterò a disposizione su questo blog. CHAITO! (=un piccolo ciao), e Aché (che significa augurare energia).
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