giovedì 30 agosto 2012

detti zen

Da una piccola raccolta di storie zen  tradotte in italiano, pubblicata da Mulino Don Chisciotte - Arsenale editore, Verona 2007:

- insegnare al di fuori delle dottrine.
- non basarsi sulle Scritture.
- mirare direttamente al cuore delle persone.
- svelare la propria natura e diventare un buddha.

(dai quattro ideogrammi sull'essenza del buddhismo dhyana chiamati in cinese ch'an -che in giapponese si legge zen- tradizionalmente attribuiti a Bodhidharma).

il maestro vietnamita Thich Nhat Hahn
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Un monaco chiese al maestro Jo-Shu: perché non riesco a vedere la Verità?, e Jo-Shu rispose: non è che la verità non sia qui, è solo che tu non la sai vedere. Il monaco quindi chiese: e che cos'è allora? e Jo-Shu rispose: il lasciar perdere la Verità.
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Un novizio disse al maestro Gei-Sha: sono appena giunto in questo monastero; vorrei venire istruito su come entrare nello zen. Gei-Sha gli chiese: lo senti il mormorio del ruscello? Sì, disse il novizio.
Allora entra nello zen da lì, gli rispose il maestro.

(Koan per la meditazione)

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