15 febbraio, da Kirinda a Tangalle
Al breakfast prendo il pittu che è fatto con della farina di mais e cocco grattugiato, sale, acqua calda, e poi lo si schiaccia dentro la cavità di un bamboo, viene pucciata nel latte di cocco e si cuoce al vapore per un quarto d'ora; per dire quanto è buono, anziché pittu, dicono picktoo-bamboo, cioè un qualcosa al bamboo che sei tentato di prenderne un sacco (o troppo).
Poi prendo quegli hopper che sembrano un po' come i brick-à-l'oeuf tunisini, e sono molto buoni. Patate lesse saltate con qualche aroma. Un breakfast dunque solo con cose salate? mi consigliano di bere del liquido di cocco, e un jack-fruit, il quale quando è piccolo e acerbo è considerato e utilizzato come verdura, mentre quando è cresciuto ed è maturo, è frutta...
Poi prendo quegli hopper che sembrano un po' come i brick-à-l'oeuf tunisini, e sono molto buoni. Patate lesse saltate con qualche aroma. Un breakfast dunque solo con cose salate? mi consigliano di bere del liquido di cocco, e un jack-fruit, il quale quando è piccolo e acerbo è considerato e utilizzato come verdura, mentre quando è cresciuto ed è maturo, è frutta...
Chiediamo due spremute d'arancia e due frullati di frutta fresca, ma poi ci viene il dubbio che siano allungati con acqua... e li lasciamo sul tavolo (anche il bricco col latte, mi pare latte annacquato...).
Andiamo per un'ultima volta sulla spiaggia per salire su uno dei grandi massi che ci sono in riva.
Andiamo per un'ultima volta sulla spiaggia per salire su uno dei grandi massi che ci sono in riva.
Partiamo con calma tanto questa volta il percorso non è né impegnativo né lungo.
Anche a Kirinda ci fu lo tsunami, si è salvato solo il tempio buddista arroccato su una roccia. Fu là che secondo le leggende un antico re sperando di calmare l'oceano infuriato, giunse a sacrificare la propria figlia gettandola in acqua, ma la leggenda dice che la principessa si salvò e tornò a Kirinda su una imbarcazione con tanti tesori.
Anche a Kirinda ci fu lo tsunami, si è salvato solo il tempio buddista arroccato su una roccia. Fu là che secondo le leggende un antico re sperando di calmare l'oceano infuriato, giunse a sacrificare la propria figlia gettandola in acqua, ma la leggenda dice che la principessa si salvò e tornò a Kirinda su una imbarcazione con tanti tesori.
Passiamo di fianco ad una vasta riserva d'acqua dolce, o lago artificiale, con una isoletta in mezzo, quattro mesi fa ci furono diversi annegati perché forse erano ubriachi e andarono con una barchetta all'isola. Bisogna fare il bagno solo vicino a riva, e mai quando fa buio...
Ci sono anche degli tsigani indiani di pelle scura, che leggono la mano, consigliano pozioni, mandano il "malocchio", fanno gli incantatori di serpenti, e fanno fare spettacolini di danze alle piccole scimmie.
Da queste parti ci sono moltissimi rain trees. K. si ferma per comperare del riso per sua moglie e per sua mamma. E' un bellissimo negozio moderno, pulitissimo, molto ben fornito, con tante varietà di risi. Ce ne sono da 50 rupie al kilo, e fino a 170 Rs p.kilo. Il padrone del negozio compra direttamente dai raccoglitori il riso da mondare a 28 rupie per kilo. C'è anche del riso rosso che è quello che si mangia alla prima colazione perché è senza zuccheri, poi c'è quello lungo, quello selvatico, quello sferico, ...
Kennedy ne prende 30 kili! Glieli insaccano in sacchi di juta celofanati, che chiudono cucendo un filo sul momento con una macchinetta manuale da cuciture. il governo viene incontro anche con molti aiuti ai piccoli risicoltori, per esempio per i fertilizanti, e per i disinfestanti, che però sono veleni e dunque pericolosi, da dare con cautela e seguendo scrupolosamente le indicazioni, ma i lavoratori hanno poca consapevolezza della importanza di certe regole.
Molti poveri delle campagne, se sono in crisi con il lavoro, fanno i militari, mentre quelli di città si arruolano molto poco (il servizio non è più obbligatorio, non c'è più la leva per tutti).
Qui ci sono molte bancarelle di cose di raffia e paglia ammorbidita al vapore sopra dei pentoloni.
Come ovunque, ci sono tantissimi cani, randagi e non, mentre sono rarissimi i gatti. K. ha un cane a casa sua.
Ci sono anche degli tsigani indiani di pelle scura, che leggono la mano, consigliano pozioni, mandano il "malocchio", fanno gli incantatori di serpenti, e fanno fare spettacolini di danze alle piccole scimmie.
Da queste parti ci sono moltissimi rain trees. K. si ferma per comperare del riso per sua moglie e per sua mamma. E' un bellissimo negozio moderno, pulitissimo, molto ben fornito, con tante varietà di risi. Ce ne sono da 50 rupie al kilo, e fino a 170 Rs p.kilo. Il padrone del negozio compra direttamente dai raccoglitori il riso da mondare a 28 rupie per kilo. C'è anche del riso rosso che è quello che si mangia alla prima colazione perché è senza zuccheri, poi c'è quello lungo, quello selvatico, quello sferico, ...
Kennedy ne prende 30 kili! Glieli insaccano in sacchi di juta celofanati, che chiudono cucendo un filo sul momento con una macchinetta manuale da cuciture. il governo viene incontro anche con molti aiuti ai piccoli risicoltori, per esempio per i fertilizanti, e per i disinfestanti, che però sono veleni e dunque pericolosi, da dare con cautela e seguendo scrupolosamente le indicazioni, ma i lavoratori hanno poca consapevolezza della importanza di certe regole.
Molti poveri delle campagne, se sono in crisi con il lavoro, fanno i militari, mentre quelli di città si arruolano molto poco (il servizio non è più obbligatorio, non c'è più la leva per tutti).
Qui ci sono molte bancarelle di cose di raffia e paglia ammorbidita al vapore sopra dei pentoloni.
Come ovunque, ci sono tantissimi cani, randagi e non, mentre sono rarissimi i gatti. K. ha un cane a casa sua.
Passiamo a fianco al parco ornitologico del Bundala Bird Sanctuary, con una laguna d'acqua di mare. Andiamo a Hambantota che è su una insenatura che sembra un porto naturale, da lì a Ambalantota sulla foce del grande fiume Walawe Ganga, dove c'è anche una grande salina. Si "vede" il dopo-tsunami: c'è la strada nuova, nuove casette, nuovi negozi anche in centro, e poi c'è un monumento che lo ricorda. Moltissimo di tutto ciò è stato fatto con aiuti internazionali. Ora è in costruzione una autostrada costiera per collegare il grande nuovo porto mercantile e il nuovo aeroporto del Sud con Colombo. Fino a poco fa in questa parte interna c'era solo foresta, ora tutto è cambiato. Grandi cantieri, grandi pale eoliche. E' tutto costruito dai cinesi. Il porto potrà accogliere anche grandi petroliere nella rotta tra l'area arabica e quella malese. sono in costruzione pure uno stadio e un palazzo dei congressi. Anche la manodopera è cinese, hanno delle casettine apposta vicine ai cantieri. Il motivo è anche di cercare di decentrare molte attività alleggerendo Colombo. Tutto ciò evidentemente comporta grandi concentrazioni di capitali internazionali, e attira molto indotto e dunque altri investimenti, ma per il momento viene stravolto il territorio. Attraversiamo la bella zona di Kalametiya, un villaggio di pescatori che anche qui chiude una grande insenatura naturale, o lagoon, con foreste di mangrovie con una gran varietà di uccelli.
Ci sono nuove grandi risaie per l'ibridazione, che sono suddivise per categorie. Si sperimentano anche incroci genetici complessi. Dal finestrino vedo un bar di arak di cocco, che è una specie di rhum o di whisky. Gli abiti femminili sono o dei saree, o degli abiti moderni.
A Ranna c'è il mercato settimanale, quasi tutto per terra su stuoie.
Poi più avanti c'è tantissima gente che intasa la strada, e traffico.
Arriviamo a Tangalle (a volte scritto anche con la a finale). E' una sede della Marina, con il suo faro nuovo. E' un centro moderno, ci dirigiamo al "Mawella Beach Cabanas", in località Nakulugamuwa a circa 4 km dal centro del paese. Questa guest house fino a un paio di mesi fa si chiamava Manahara, e nel frattempo ha cambiato gestione e nome; ci staremo due notti. Bella baia larga, con un gran spiaggione, barche da pesca, e alcuni pochi piccoli ristorantini. Con lo tsunami tutto ciò che c'era qui è stato completamente distrutto, raso al suolo.
Dopo aver preso possesso del nostro bungalow, facciamo una bella passeggiata sulla spiaggia, c'è un sole molto caldo e fortissimo, qui siamo a soli 6 gradi dall'Equatore.
Ci sono nuove grandi risaie per l'ibridazione, che sono suddivise per categorie. Si sperimentano anche incroci genetici complessi. Dal finestrino vedo un bar di arak di cocco, che è una specie di rhum o di whisky. Gli abiti femminili sono o dei saree, o degli abiti moderni.
Qui passa il fiume blu (Nil wala Ganga), è grande, ci son tanti coccodrilli, ci sono punti cintati per poter fare il bagno o lavare i panni o le stoviglie, eppure certi vanno fuori dai recinti e a volte accadono gravi inconvenienti. Vediamo piantagioni di banane con i caschi coperti da sacchetti per proteggerli dagli uccelli. Le erbe lacustri o di fiume vengono intrecciate per farne delle borse. C'è anche tanto cotone, con le piantine alte, con cui si riempiono i cuscini.
In Sri Lanka sono rarissime le mele, ma cresce una "mela" chiamata divul, che è un po' legnosa, da cui si fa un succo, il divul-kiri (o divulquiri) drink, tradotto anche come wood apple cream, che si mischia con acqua fredda, zucchero o jaggery (un succo dolce color bruno che si ottiene con la evaporazione della linfa di varie palme), un pizzico di sale, latte di cocco, e poi si shackera.
la "mela" bianchiccia del divul tree
Ci sono anche la cashew apple, e il mangosteen, che pure sono frutti tipici dello SriLanka :
A Ranna c'è il mercato settimanale, quasi tutto per terra su stuoie.
Poi più avanti c'è tantissima gente che intasa la strada, e traffico.
Arriviamo a Tangalle (a volte scritto anche con la a finale). E' una sede della Marina, con il suo faro nuovo. E' un centro moderno, ci dirigiamo al "Mawella Beach Cabanas", in località Nakulugamuwa a circa 4 km dal centro del paese. Questa guest house fino a un paio di mesi fa si chiamava Manahara, e nel frattempo ha cambiato gestione e nome; ci staremo due notti. Bella baia larga, con un gran spiaggione, barche da pesca, e alcuni pochi piccoli ristorantini. Con lo tsunami tutto ciò che c'era qui è stato completamente distrutto, raso al suolo.
Dopo aver preso possesso del nostro bungalow, facciamo una bella passeggiata sulla spiaggia, c'è un sole molto caldo e fortissimo, qui siamo a soli 6 gradi dall'Equatore.
Ci sono molte tane di granchi, certi sono dei buconi nella sabbia veramente grandi... La spiaggia è in un golfo ampio e chiuso alle estremità. Ci sono a riva moltissimi barconi di pescatori, con il bilanciere per entrare nell'oceano. Sono strette strette, probabilmente i navigatori stanno in piedi oppure seduti sul bordo con le gambe dentro lo scafo.
Alcune barche sono grandi, con delle torrette per l'avvistamento dei pesci. Nell'acqua bassa ora c'è un pescatore che getta la rete a mano in perfetto cerchio. Molte barche hanno delle scritte o portano dell targhe: "gifted by ...", cioè regalo di tizio, oppure della fondazione tale, o della università talaltra, oppure del porto di ... Si vedono ancor oggi vicino alla riva delle casette rotte o distrutte dallo tsunami del 2004, o scoperchiate, o comunque abbandonate.
Ci sono dei nuovi condomìni in cui hanno messo le famiglie dei pescatori. Anche se qui la grande onda è arrivata un po' di traverso, di striscio, ha fatto un disastro.
Sulla spiaggia bisogna guardare dove si cammina perché ci sono un bel po' di cacche di animali di varie dimensioni, e delle impronte con unghia fessa.
Il mare con le sue onde fa un gran rumore di fondo, come un rimbombo continuo, ma è bello, di un bel colore, la giornata è splendida.
Pranziamo qui, c'è una struttura in cemento armato, al grezzo, un po' scheletrica, e ci sono i tavoli con le tovaglie (un po' sporche), quando beviamo preferiamo non usare i bicchieri. Ci teniamo leggeri: una zuppa di pomodoro, verdure passate in padella, curd con miele, frutta, circa 5€ a testa.
Riposiamo nel giardino che c'è tra i bungalows e la spiaggia, su sbilenchi lettini da sole di legno, ma senza mettere i materassini che stavano accatastati nella polvere sul pavimento di cemento della struttura incompiuta. Forse sono ancora cose del precedente proprietario. Tutto andrebbe un po' rinnovato. Nel nostro bungalow una finestra non si chiude, e anche la porta del bagno, lo sciacquone non funziona, e quindi il water non si svuota... dice che è colpa dl bambino della famiglia di australiani che c'era prima... e che aveva chiamato un idraulico che ha pulito. Ma forse sono intasati i tubi sotto il prato. . . Il condizionatore non va, allora il padrone dice che è sempre a causa di quel bambino, ma basta schiacciare il pulsante sessanta volte ... e poi va... Il collegamento in rete internet è lentissimo e intermittente. Intanto stiamo qui sdraiati a sentire l'arietta e gli uccellini, poi si vedrà.
Per il pomeriggio avevamo accettato l'invito a fare dei massaggi con un dottore ayurvedico che passa di qua dopo il suo orario di ambulatorio. Quindo il doctor arriva, vado nella stanzina e gli dico che io non voglio il shirodhara per non ungermi i capelli, ma solo fare schiena ed evetualmente spalle e nuca. Al che lui esce, e va a chiamare il padrone della guest house, che viene e mi spiega che secondo l'Ayurvedha non si può fare solo una parte e trascurare il resto del corpo. Allora capisco che il dottore non sa l'inglese, e insomma accetto di fare tutto il corpo, quindi dai piedi, gambe, e braccia, eccetera. Mi piace l'omino è bravo, è meglio che a Negombo. Alla fine sono tutto unto, mi sembra di essere un Ulisse dai Feaci... E mi fa venire in mente quel che Socrate diceva di aver appreso dagli asclepiadi e da Ippocrate, di prendersi cura dell'intero e mai solo di una parte. Il massaggio ayurvedhico dev'essere antichissimo. Poi ci saranno incomprensioni per il pagamento, in quanto io non ho che una banconota alta e lui non ha il resto.
Nel tardo pomeriggio vado a fare una passeggiata, incontro una tizia con cui chiacchiero un po' e mi invita a casa sua, una casa di pescatori, ma sua figlia è una sarta, per cui vado per la curiosità di entrare in una casa. Il marito pescatore è nel cortile davanti e sta sbrogliando le reti, e è molto contento della mia visita. Il figlio maggiore sta riempiendo dei contenitori con del carburante, forse per il motore di una barca.
Va a chiamare la figlia, che però prima vuole cambiarsi, e poi viene con le sue bimbe di 6 anni e di 4. Allora arrivano anche altri nipotini con l'altra figlia, per vedermi. Mi mostrano vari capi confezionati da lei per dei negozi. Gioco con le due bambine a fare cose con le dita delle mani, e sono tutti interessatissimi e contenti. Lei chiama in inglese le ville sulla spiaggia, cabanas, o cottages. Dico che tornerò domani, anche perché sono in costume da bagno e non ho con me nulla...
Gli altri tre, marco, lucia e annalisa, non stanno bene. Per cena c'è un bel pescione corallo al cartoccio sulla brace. Molto carnoso e buono. Per finire c'è una macedonia di frutta, ma con cipolle tagliate fini e cetrioli. Marco non mangia, e poi quando si alza per andare in camera, cade per terra e sviene. Insomma la notte passa con tre di noi messi piuttosto malino.
Alcune barche sono grandi, con delle torrette per l'avvistamento dei pesci. Nell'acqua bassa ora c'è un pescatore che getta la rete a mano in perfetto cerchio. Molte barche hanno delle scritte o portano dell targhe: "gifted by ...", cioè regalo di tizio, oppure della fondazione tale, o della università talaltra, oppure del porto di ... Si vedono ancor oggi vicino alla riva delle casette rotte o distrutte dallo tsunami del 2004, o scoperchiate, o comunque abbandonate.
Ci sono dei nuovi condomìni in cui hanno messo le famiglie dei pescatori. Anche se qui la grande onda è arrivata un po' di traverso, di striscio, ha fatto un disastro.
Sulla spiaggia bisogna guardare dove si cammina perché ci sono un bel po' di cacche di animali di varie dimensioni, e delle impronte con unghia fessa.
Il mare con le sue onde fa un gran rumore di fondo, come un rimbombo continuo, ma è bello, di un bel colore, la giornata è splendida.
Pranziamo qui, c'è una struttura in cemento armato, al grezzo, un po' scheletrica, e ci sono i tavoli con le tovaglie (un po' sporche), quando beviamo preferiamo non usare i bicchieri. Ci teniamo leggeri: una zuppa di pomodoro, verdure passate in padella, curd con miele, frutta, circa 5€ a testa.
Riposiamo nel giardino che c'è tra i bungalows e la spiaggia, su sbilenchi lettini da sole di legno, ma senza mettere i materassini che stavano accatastati nella polvere sul pavimento di cemento della struttura incompiuta. Forse sono ancora cose del precedente proprietario. Tutto andrebbe un po' rinnovato. Nel nostro bungalow una finestra non si chiude, e anche la porta del bagno, lo sciacquone non funziona, e quindi il water non si svuota... dice che è colpa dl bambino della famiglia di australiani che c'era prima... e che aveva chiamato un idraulico che ha pulito. Ma forse sono intasati i tubi sotto il prato. . . Il condizionatore non va, allora il padrone dice che è sempre a causa di quel bambino, ma basta schiacciare il pulsante sessanta volte ... e poi va... Il collegamento in rete internet è lentissimo e intermittente. Intanto stiamo qui sdraiati a sentire l'arietta e gli uccellini, poi si vedrà.
Per il pomeriggio avevamo accettato l'invito a fare dei massaggi con un dottore ayurvedico che passa di qua dopo il suo orario di ambulatorio. Quindo il doctor arriva, vado nella stanzina e gli dico che io non voglio il shirodhara per non ungermi i capelli, ma solo fare schiena ed evetualmente spalle e nuca. Al che lui esce, e va a chiamare il padrone della guest house, che viene e mi spiega che secondo l'Ayurvedha non si può fare solo una parte e trascurare il resto del corpo. Allora capisco che il dottore non sa l'inglese, e insomma accetto di fare tutto il corpo, quindi dai piedi, gambe, e braccia, eccetera. Mi piace l'omino è bravo, è meglio che a Negombo. Alla fine sono tutto unto, mi sembra di essere un Ulisse dai Feaci... E mi fa venire in mente quel che Socrate diceva di aver appreso dagli asclepiadi e da Ippocrate, di prendersi cura dell'intero e mai solo di una parte. Il massaggio ayurvedhico dev'essere antichissimo. Poi ci saranno incomprensioni per il pagamento, in quanto io non ho che una banconota alta e lui non ha il resto.
Nel tardo pomeriggio vado a fare una passeggiata, incontro una tizia con cui chiacchiero un po' e mi invita a casa sua, una casa di pescatori, ma sua figlia è una sarta, per cui vado per la curiosità di entrare in una casa. Il marito pescatore è nel cortile davanti e sta sbrogliando le reti, e è molto contento della mia visita. Il figlio maggiore sta riempiendo dei contenitori con del carburante, forse per il motore di una barca.
Va a chiamare la figlia, che però prima vuole cambiarsi, e poi viene con le sue bimbe di 6 anni e di 4. Allora arrivano anche altri nipotini con l'altra figlia, per vedermi. Mi mostrano vari capi confezionati da lei per dei negozi. Gioco con le due bambine a fare cose con le dita delle mani, e sono tutti interessatissimi e contenti. Lei chiama in inglese le ville sulla spiaggia, cabanas, o cottages. Dico che tornerò domani, anche perché sono in costume da bagno e non ho con me nulla...
la tizia
il marito pescatore
la figlia sarta con la nipotina
altra figlia e altri nipotini
Gli altri tre, marco, lucia e annalisa, non stanno bene. Per cena c'è un bel pescione corallo al cartoccio sulla brace. Molto carnoso e buono. Per finire c'è una macedonia di frutta, ma con cipolle tagliate fini e cetrioli. Marco non mangia, e poi quando si alza per andare in camera, cade per terra e sviene. Insomma la notte passa con tre di noi messi piuttosto malino.
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