lunedì 4 marzo 2013

SriLanka (5) Dambulla e Kandy

11 febbraio
Al mattino andiamo a Dambulla a vedere il Rock Temple. Piove a dirotto, anzi peggio... si aprono le cataratte.... ci infiliamo i nostri impermeabilini e affrontiamo la salita di innumerevoli gradini per giungere alle grotte del Cave Temple, tra i più antichi templi buddisti, del primo secolo avanti C. opera del lavoro che nei secoli impegnò molti monaci.
Al momento non avremmo molta voglia di vedere altri templi, tanto più che piove e che bisogna salire moltissimi scalini, ma poi, quando arriviamo, ci togliamo le scarpe, e ci si presentano cinque grotte dal soffitto basso, e buie, che fanno molta impressione a chi vi entra. L'atmosfera è molto particolare, e si parla tutti spontaneamente a bassa voce. Siamo oramai proprio inzuppati tutti tutti. La vista di queste grotte completamente affrescate e con le loro statue colorate allineate lungo il bordo, vale la scalinata e la fatica di salire nell'afa, e anzi vale tutto il viaggio dall'aereoporto fino a Dambulla. La seconda in particolare, che è molto grande e antica, per me è stata la più spettacolare, veramente fantastica.




In tutto ci sono più di 150 statue, e la grande Tavola in cui è scritta tutta la storia della vita del Buddha Gautama, e innumerevoli sono le scene dipinte sulle pareti affrescate.
Fino ad alcuni anni fa non si potevano fare fotografie all'interno delle grotte, da quando nel 2003 una stupida turista si fece fare una foto seduta nuda su una statua di Buddha... che in tal modo risultò profanata e dissacrata, con immenso sconcerto di tutti i buddisti (e non solo) del mondo.
Di fianco all'ingresso delle grotte c'è un tempietto hindu, quindi la gente che si fa tutte le scale e viene quassù potrebbe in parte essere composta anche da hinduisti.
Abbiamo trascurato il Tempio della Roccia che c'è giù in basso all'entrata, col Buddone severo dorato e kitsch, avrei voluto anche curiosare nel locale museo e nella Libreria, ma piove troppo troppo troppo.



Ripartiamo sulla ottima A9 per Matale.
Mi ricopio la scritta: "he who lives by the Dhamma is protected by the Dhamma", ovvero colui che vive secondo i valori spirituali, è da loro protetto. I buddisti chiamano Dharma o Dhamma a seconda delle pronuncie, la Via, l'insieme dei detti e delle indicazioni del Buddha, il complesso dei suoi insegnamenti. Per significare di aderire a quegli insegnamenti nella propria vita applicandoli nel quotidiano e facendoli propri nel profondo di sè stessi, si dice: prendere rifugio nel Dharma.

Traffico intenso. A Matale ci fermiamo per una sosta. Visitiamo una grande gioielleria per guardare alcune belle pietre preziose. E' una delle principali fonti di ricchezza di Sri lanka. Proiettano un filmato in cui spiegano che ci sono due modi per ricercare le pietre preziose: o inoltrandosi con tunnel sotterranei o nelle pareti montagnose per seguire un filone, insomma costruendo una miniera, o scavando un bucone di 20 metri e poi settacciando tutti i vari livelli del carotaggio.

Nei sacri testi dei Purana (che significa "antico"), si racconta che il dio-Sole, Suriya si prese furtivamente il sangue del potente demone Baya, e fuggì in cielo. Il sovrano di Sri Lanka, re Ravana, provò a fermarlo, e il Sole in fuga temette di venire raggiunto, e lasciò cadere parte di quel sangue che finì in un grande fiume. Col passare del tempo le rive si ricoprirono di gemme rosse (i rubini).

In SriLanka si trovano gli occhi di gatto (biancastro su fondo grigio-verde), le pietre di luna (la pietra più tipica dello SriLanka), alessandriti (tra cui il crisolito detto "di Ceylon"), altri quarzi (come l'occhio-di-tigre, giallo-oro su fondo bruno), spinelli (come la rara verità nero-verdastra detta ceylanite), tormaline, granati, rubini, topazi gialli, zaffiri, come il famoso zaffiro blu di Ceylon dell'anello regalato dal principe Carlo a Lady Diana (e ora dato da William a Kate), ma non i diamanti, e non i topazi verdi, che sono di importazione.

Il posto comunque è troppo caro, sono prezzi di livello occidentale. Forse era la "Isini gems", che è collegata alla catena "Oak-Ray". Ricordo un vecchio film, "Tempesta su Ceylon" di G.Roccardi incentrato su una preziosa gemma.
Riprendiamo il viaggio e ci fermiamo in campagna in un'area della hill country, dove ci sono nel bosco ad ogni metro uno dopo l'altro centri di coltivazione e produzione di spezie, altra grande fonte di ricchezza di SriLanka. Queste straordinarie ricchezze naturali fecero lo splendore dell'isola (Sri significa splendente), e anzi la stessa isola è paragonata proprio ad uno smeraldo splendente nelle acque dell'oceano. Ma nel contempo purtroppo furono ciò che attrasse i vari invasori del paese: tamil, malesi, arabi, portoghesi, olandesi, inglesi ... e ora le multinazionali globali. Sono dunque "croce e delizia al cor..." (da La traviata di Verdi).
Cannella, la migliore, la cannella regina o cannella di Ceylon, cinnamomum zeylanicum, e in generale ogni tipo di cardamomo, citronella, areca (noce di betel), pepe, noce moscata, ginger (zenzero), cloves (chiodi di garofano), curcuma, saffron (zafferano), foglie di curry, curiander (coriandolo), comino, anice, eccetera e i loro derivati, balsami, oli, unguenti, pomate, preparati per infusi, e tutto ciò che dall'erbario locale è stato sviluppato dalla farmacopea ayurvedica.


L'esploratore inglese di nome Robert Knox, nella sua opera “An Historical Relation of the Island of Ceylon”  del 1681 (ora ristampato dal King's College, London, march 2004), commentava le abitudini locali nell’utilizzo delle erbe  equatoriali affermando: «Le foreste sono le botteghe dei loro farmacisti; con le erbe, le foglie e le cortecce che trovano, producono le proprie medicine e impacchi con le quali praticano nobili cure».
Piove, anzi siamo proprio dentro ad una grandissima nuvola.
Ci fermiamo allo spices garden "Luck grove" di Matale, piantagione ovvero boschetto fortunato, nel senso di florido. E' un luogo meraviglioso, un locus amenus, lussureggiante, da favola.






Ci offrono una tazza di infuso speziato caldo. Ci mostrano le varie coltivazioni e ci illustrano l'impiego di varie spezie, poi ci fanno uno stupendo massaggio con la canfora (estratta dal cinnamono Laurus camphora) che penetra nella pelle, fino alle ossa, e lascia un aroma forte, e una sensazione rinfrescante. Massaggio migliore di quello che facemmo il secondo giorno. Intanto ci parlano della massoterapia e dei vari unguenti indicati per i differenti massaggi. Io preferisco il massaggio che chiedo di solito, e lui, oltre a clavicole, spalle e collo, mi friziona anche la testa, ovvero il cuoio capelluto...

Estremamente rilassante e ristoratore, in attesa che spiova (il che non succede). Ci trasferiamo nella casetta-negozio, dove compriamo piccole boccette di oli da massaggio, e confezioni di curry brown, curry green, cloves, saffron, vegetable masala, mustured combi, sandlewood, e chili.

Tra le ricette ayurvediche è qui illustrata quella per il curry singalese (sia di carne che di pesce, che di verdure):
Affettare cipolla, peperoncino, foglie di curry, cannella e cardamomo; mischiare il tutto e friggere sinché le cipolle non divengono dorate. Aggiungere fettine di aglio, poi mischiare la carne (o il pesce, o le verdure) con la polvere di curry leggero, un po' di zafferano, una tazza d'acqua, un cucchiaino da thé di mandorla e aceto. Mescolare tutto e far bollire per 20 minuti. Alla fine aggiungere del burro a piacere.  Ingredienti: mezzo chilo di carne o pesce o verdure, 1 cucchiaino di curry in polvere, 4 spicchi d'aglio, 1 cucchiaino di tamarindo o di mandorla, 6 cipolline piccole, 1 cucchiaino di peperoncino in polvere, una presa di zafferano, un pezzetto di cannella, 5 cardamomo, 1 cucchiaio di aceto, 1 tazza d'acqua, un po' d'olio di semi per friggere.

Mentre la ricetta per l'infuso speziato è: prendere un cucchiaino da thé con una mistura di polvere di thé, cardamomo, cannella, zenzero e coriandolo, una o due gocce di essenza di vaniglia, e un cardamomo. Mischiare il tutto con acqua bollente e dopo tre minuti filtrare e aggiungere la vaniglina. Quindi battere il cardamomo e aggiungerlo. Alla fine chi vuole potrebbe aggiungere un pizzico di zucchero o del miele preferito. E' una bibita saporita e un po' pizzicorina, ottimo diuretico, che è usata appunto come benvenuto nell'accoglienza di un ospite, ma è anche utile per mal di gola, raffreddore e mal di stomaco.


KANDY
Arriviamo attraverso paesaggi di vegetazione esuberante e paesini di campagna, alla capitale religiosa dell'isola, Kandy, il cui nome fa appunto riferimento alla hill country, Kanda-uda-rata, cioè country on hills, la regione collinare, o up-country, regione alta.
Ci fermiamo a pranzare in un grandissimo salone dove c'è un buffet. Si tratta di un grande buffet self-service di una catena di alberghi e ristoranti, "Oak-Ray Restaurant". Ottima qualità, e come al solito, a buon prezzo.
Intanto la pioggia aumenta di volume e intensità. Entriamo in città con un gran traffico, ma non così  terribilmente caotico come in certe città indiane, e senza troppi strombazzamenti di clacson, andiamo al nostro albergo, il "Serene Garden", solo per lasciare giù le valige, sul finestrone della nostra camera (che ha la "vista" che da sulla tromba delle scale interne...!), c'è scritto "Beware of monkeys. Keep all the doors & windows locked", cioè attenti alle scimmie, tenete tutte le porte e le finestre sempre chiuse col lucchetto.
Subito usciamo per fare un giro in città. Scendiamo sul grazioso lungo-lago.

Osservo che certe donne hanno abiti "tradizionali" vistosamente colorati, e soprattutto che molte portano il sari tipico singalese, detto ossery, con la cintura di stoffa, una sciarpa stretta e lunga, e il bordino è rimborsato alla vita ed è fuori dalla cintura, poi hanno una blause shirt, cioè una blusa, e certe invece del rimborsato hanno sopra una sorta di gonnellina short skirt.





ma la maggior parte sono vestite in modo "moderno" e "semplice":

Per le 5 e mezza abbiamo prenotato al teatro "Avan Hala" per andare a vedere uno spettacolo di danze folkloriche dette "Cultural Show", organizzate dalla Kandyan Art Associations, prezzo del biglietto a testa 500 Rupie (cioè quasi tre euro). Per un totale di dieci esibizioni. C'è il disegno di una ballerina accompagnata da un tamburino, anche sulle banconote da 100 Rs, che sono le più comuni in circolazione...

Impossibile avvicinarsi in auto, anche a causa del diluvio in corso, proseguiamo a piedi, e troviamo il teatro strapieno. Ci sono più che altro tantissimi turisti di tutto il mondo. Le danze sono interessanti, carine, ma nulla di ché, e i danzatori non è che si muovano proprio in sincronia, sembra tutto un pochino approssimativo; c'è anche una ballerina un po' cicciotta, una diciamo un po' avanti negli anni, e va bene, è più simpatico e spontaneo così. Gli uomini nelle danze successive non mi sembrano molto bravi. Alla fine due di loro fanno uno spettacolo di mangiafuoco,




(foto F.Quilici)
e per ultimo uno (che sarebbe un Vedda, cioè della comunità degli aborigeni) si esibisce nel fare il "fachiro" e camminare su una striscia, o letto, di carboni e braci ardenti. E' talmente concentrato in un esercizio di meditazione per rasserenare e acquietare la mente, che non fa caso al bruciore ustionante.

All'uscita c'è il caos e casino massimo tra intasamento auto e pioggia torrenziale a cataratte...

Vediamo molti anziani fare vari lavori, è perché non hanno la pensione, solo i dipendenti pubblici (civil servants) avevano da tempo un servizio pensionistico organizzato. Dunque di fatto i figli adulti sono l'aiuto e sostegno dei genitori anziani, per cui più ne hai e meglio starai. Si constata così il dato di fatto (che da noi magari sembra apparentemente ovvio e scontato), e cioè: a seconda dei servizi sociali che la società in cui vivi ha previsto, varia il tipo di vita che conduci e il progetto di vita che puoi delineare...

Rientriamo non troppo tardi, per chiacchierare con i figli nostri a casa, via skype.

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