PAROLE IN DISUSO: viaggiare. PAROLE IN USO: vacanze, ferie, giro turistico
Viaggiare, va bene ma uno viaggia perché? per fare le ferie. Ma viaggio vorrebbe originariamente implicare: per farsi un viaggio. Cioè per andare da chi è lontano, per incontrare chi non si è soliti incontrare, e insomma per conoscere, vedere, constatare, cercare di capire l'altrove, il diverso. Ad esempio se l'Islam con la sua civiltà, se le culture dei vari paesi musulmani, non vengono a trovarci, perchè quelli che di là emigrano (e qui immigrano) fanno tutto quel loro viaggio perché sono dei poveracci, disperati, o comunque bisognosi, ed emarginati, e in certa misura dunque anche ignoranti (ricordate le valige di cartone tenute assieme con lo spago, dei nostri emigranti che viaggiavano in cerca di lavoro in Belgio o Germania, per sentirsi gridar dietro "macaroni" come insulto ?), beh, allora andiamoci noi (ovvero anche: facciamo un viaggio mentale, cioè istruiamoci al riguardo) a conoscere quella civiltà, e le altre con cui ci veniamo a trovare a contatto.
Ma non tutti possono. Comunque oggi ci sono anche i mezzi malusati, abusati e sviliti come i vari media, come la tv che abbiamo in cucina, in sala, in camera da letto, che potremmo utilizzare per questo, o comunque cui potremmo chiedere che ci portino in casa immagini, suoni, parole, se non odori e sapori, di quelle culture, in orari e in modi appropriati allo scopo. Per es. a volte si può trovare qualcosa di interessante in canali come Babel, o come quelli del National Geographic, o in Arté, o altri, e trasmissioni varie che pur non mancano (anche se magari in fasce orarie di basso audience... ).
Insomma se la montagna non va a Maometto, Maometto (quello vero, non quello sbeffeggiato e distorto delle vignette) va lui, come recita il famoso e saggio detto, da l'esempio mettendosi in viaggio, e andando lui alla montagna a vedere com'è, cos'è, che cosa gli può dire, e comunicare, e ritornare arricchito dall'incontro, per raccontare ai suoi uditori, per condividere l'esperienza con loro.
Ecco che allora acquista senso anche il portare immagini, o oggetti da quella lontana dimensione, per commentarli, contestualizzarli, per spiegare e illustrarne le funzioni, il senso, e fare assieme delle riflessioni. Il loro aspetto, i loro colori, i loro materiali, i loro odori, i loro sapori, ci porteranno tutto un mondo da immaginare, che stimolerà la nostra fantasia e che accenderà le nostre emozioni, aiutati magari anche da belle fotografie o filmati. Ecco che allora tutto acquisterà il sapore di un incontro e di uno scambio, di un arricchimento. Ritornare alla nostra Itaca, o alla nostra Venezia, per favorire un allargamento dei confini mentali, un ampliamento di orizzonti, per facilitare una relativizzazione di ciò che pareva assoluto o unico, per conoscere la varietà dell'umano sentire. Ecco allora quello è stato un viaggio che fa fare anche agli altri dei viaggi...
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