PAROLE IN DISUSO: dialogo.
Dialogo: la parola, quella c'è, ma la pratica scarseggia. Ora predominano la chiacchera, o i monologhi intrecciati. Molto in voga le conversazioni scritte su facebook. Ci si bea della comunicazione insulsa, oppure dell'alienazione totale dinnanzi allo schermo. Viviamo un po' rassegnati nella frantumazione in mondi separati. O forse si chiacchera dell'effimero perchè non si desidera parlare di ciò che veramente conta, nè aprirsi all'altro. il dialogo implica il rischio di esporsi, di mostrarsi...
Che fare? forse un passo avanti e due indietro? In buona sostanza, al di là del minuetto: un passo avanti già sarebbe cercare di dialogare ! Però nel contempo chiedendoci alcune cose, interrogandoci su questo problema del dialogare. Ma, innanzitutto, è possibile? A quali condizioni? voglio dire: quali sono le condizioni che potrebbero favorire l'avvio di un dialogare collettivo? e, quali ne sono i limiti? e poi: su cosa? e...come?
Comunque mi pare che non possiamo tutti quanti continuare a ignorarci. Vediamo di dar vita a delle belle reti amicali (in presenza, faccia-a-faccia) in cui si possa incominciare a dialogare senza timori e remore. Si tratta di creare un nuovo tessuto di relazioni: è faccenda importante, ne va della qualità della vita se non della sopravvivenza, nel senso di avere dinnanzi a noi obiettivi qualitativi. Diversamente si diviene preda della malinconia, della sconforto, del menefreghismo, e dell'individualismo egocentrato, se non della depressione e del pessimismo che portano ad aggressività e desideri di rivalsa verso l'altro....
Ma dunque, se ad es. in politica non si riesce a figurarsi uno scenario con fazioni contrapposte che dialogano (figuriamoci...!), che almeno dialoghino i cittadini ! Dunque che si creino le condizioni adatte, che si stimoli un vasto confronto sui grandi problemi del Paese... sulle questioni del buon vivere, sul tipo di società e di dinamiche di relazioni che si innescano, ecc.
Che si facciano avanti e si dibattano ipotesi, progetti, e si mettano a raffronto, che si prospettino orizzonti possibili..., e perchè no? anche grandi orizzonti per ora lontani ma verso cui guardare, se non altro per i nostri figli. Ci vorrebbe anche un po' di felice utopismo, e una ventata d'aria fresca libertaria. Facciamo le pulizie pasquali, quelle in cui si sposta tutto, si scovano ed eliminano residui polverosi e annosi, si buttano carte vecchie, si arieggia, magari si risistemano le posizioni, e la casa assume un volto più gradevole, e si riparte per una nuova stagione...
Il più possibile, insieme, confrontandosi, parlandosi, serenamente e con franchezza e apertura sulle cose di maggior valore per la nostra vita vera quotidiana, per i nostri reciproci rapporti. che diventi una abitudine diffusa!
Non è dunque forse bella una visione così un po' utopica, non ci farebbe da sprone da stimolo, da orizzonte? io dico di sì, che un po' di utopia non fa che bene, e che pensare in grande e porsi grandi obiettivi già serve, anche se poi non dovesse che realizzarsi solo la metà di quel che ci aspettavamo... già le cose cambierebbero in meglio.
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