(Il titolo fa un pochino allusione alla nascita del filosofare dallo stupore (come dicevano il terzetto Socrate-Platone-Aristotele). E faccio riferimento un po' anche ai Post del 28 luglio scorso: "W il rilassamento estivo dei costumi", e a quello sull'Istria "Tempi sovrapposti".
Ma mi riferisco anche a certe pratiche di meditazione orientale.)
Sopratutto in contesti tra i 33° e i 39° gradi e oltre, avviene un fenomeno singolare.
Entrare nell'acqua fresca con il corpo caldo è una vera avventura dei sensi. Si ha inizialmente come paura di azzardare troppo, e ci si difende finendo addirittura a mettersi nella fase finale in punta dei piedi sinché non ci si sente spiritualmente del tutto pronti al grande passo, e si è pienamente e profondamente convinti di compierlo.
Allora si deve affrontare il momento "clou", il famoso "magic moment", il fatale "kairòs", che costituisce l'apice della emozione, quasi di trasgredire il doveroso trattenersi, sinanche impegnandosi a mantenere comunque un fondo di incertezza pur durante lo stesso slancio.
L'ingresso definitivo e totale dentro il mondo fresco e ristoratore, dentro un'altra dimensione psico-fisica, che era poi solo ad un passo da noi, ci dà una emozione, un godimento puntuale, ed una "sorpresa", ovvero una sorta di stimolante stupore, che spesso si esternano finendo in un un gemito, o in urlo, o gridolino, contestualmente ad un incremento del ritmo del battito cardiaco e della respirazione.
Tutto quell'esitare insensato, riguardava dunque soltanto quell'istante magico di godimento assoluto nel passaggio della soglia invisibile tra il mondo dell'aria e quello dell'acqua (tra il calore e la frescura) che è rappresentata dalla pellicola del "pelo" della superrficie marina...
Poi subito ci si riconcilia (sopratutto se l'acqua di cui sto parlando è bella, limpida e trasparente), perché l'acqua è elemento palpabile che ti avvolge dolcemente , ti accoglie e ti accudisce, ti massaggia e ti plasma il corpo, attorno a cui l'acqua adegua la propria forma contenitiva e dolce. Sei nudo e nelle sue mani, e se ti rilassi completamente e ti abbandoni a lei, allora galleggi e puoi anche volare guardando il fondo.
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