giovedì 7 maggio 2015

23) Viaggio in Colombia; Bogotà II

mercoledì 18 marzo 2015

Infine ritorniamo a Bogotà … rieccoci qua …
Appena ritirato il bagaglio andiamo subito in bagno in aeroporto a cambiarci.
Anche questa volta il tassista ci vuole indicare il nuovo grattacielo in costruzione, che sarà il più alto di tutto il SudAmerica.

Giunti al quartiere de La Candelaria, vediamo che ci sono comedores aperti che 25 giorni fa erano sempre stati chiusi. Pranziamo appunto proprio di fronte in un locale mai visto, il "Meme", e prendiamo la comida corriente a 3€ (7800 pesos), abbastanza buona e giusta per quantità; cioè prendiamo complessivamente una sopita -o cremita- di zucca e verdure, e un plato fuerte con riso, un (buon) platano maduro frito, spinaci e carne de res con una insalatina, e da bere due spremute di lime.
Un bambino continua a ripetere: ¡ahi papi! por favor, ¡papi pooor favoooor!

Facciamo un giretto nella zona della plazoleta de Quevedo, dove c'era una fonte (chorro), luogo chiamato Mueketa dai Muiscas, e dove lo Zipa (detto dagli spagnoli Teksaquillo) veniva a rilassarsi, e da qui poteva vedere tutta la Sàbana digradante. E' qui che Jiménez de Quesada dichiarò che sarebbe sorta una nuova città già nel 1538.
Ci sono tanti murales e vari localini particolari, bar, ostelli, negozietti. Vengono in questo piccolo  vecchio quartiere vari artisti di strada a dare i loro spettacoli. Come già dicevo nella prima visita, la parte alta de La Candelaria è piena di murales, o decorazioni o disegni:











Scendiamo e passiamo accanto a un noto locale di tapas e pasticcini, che risale ai primi dell'ottocento,

ma già più indietro c'erano varie piccole pasticcerie con prodotti mantecati o comunque dolcissimi, e in gran parte a base di cocco,


e poi andiamo giù a plaza Bolìvar dove c'è uno in bici e altoparlante che fa risuonare in tutta la piazza ad altissimo volume la registrazione di un comizio di tipo socialista dei primi-Novecento, tutto intriso di oratoria teatrale e retorica politico-ideologica, un discorso per animare le "masse lavoratrici" eccitandosi con condanne moralistiche, e dipingendo quadri di personaggi di potere, e di situazioni di sopruso, per suscitare applausi frenetici. Il tono di voce è da attore e l'andamento generale è ad ondate successive di volume via via più alto in crescendo, e di momenti successivi allo scaricarsi della tensione creatasi, quasi sommessi.  Interessante, un documento storico (per altri versi attualissimo).
Anche qui ci sono dei murales su alcune case adiacenti che si possono vedere dalla grande piazza, sono foto riprodotte, una di una donna di colore e l'altra di una parente o amica di vittime della guerra civile, l'una allude al movimento contro la violenza nei confronti di donne e bambini, l'altra al movimento per la memoria.



Al solito ci sono in giro per La Candelaria tantissimi studenti/esse universitari o di scuole superiori o professionali, il che rende vivace e gradevole l'ambiente complessivo. 
In un paio di posti ci fermiamo a sedere su un muretto ad osservare la gente e il via-vai.
In diversi posti per mangiare ci sono fuori le foto dei piatti tipici e delle specialità:


Sono le specialità colombiane, di alcune delle quali ho riportato la ricetta, certe alla fine non le abbiamo mai assaggiate, come il famoso piatto di Medellin, la bandeja paisa.


Torniamo in albergo dove faccio il check-in on-line (la registrazione, come si dice qui) e mi faccio stampare il boarding pass, ovvero el pase de abordar con anche el asiento (il posto) e il numero de la puerta (il gate) per entrambi i nostri voli. Stiamo un po' in camera a riposare forse per lo sbalzo di clima, temperatura, umidità, e altitudine.
 la nostra bella stanza

Il sistema delle mance funziona così: quasi sempre includono la propina come 10% nel conto, però tu potresti non accettare e non pagare quella quota (magari perché hai già dato una mancia a mano al cameriere che ti ha servito) e basta che tu lo dica prima di pagare, a volte te lo chiedono se vuoi lasciarla, se ti va bene così il conto, oppure pagarla a parte. Invece il verbo cancelar lo usano per dire pagare, come dire cancellare il tuo debito. Per es. valga la scritta: "cancelar a la caja" (pagare alla cassa), che sta a dire che paghi già facendo l'ordinazione, poi andrai a sederti e verrai servito.

Gironzoliamo ancora un po'.

giovedì 19 marzo 2015 (ultimo giorno in Colombia)

Vediamo un biglietto che reclamizza un modo divertente per vedere la città, Bogotà in bicicletta, giro guidato per 14€ (BogotaBikeTours.com). C'è anche da giovedì a sabato uno spettacolo teatrale che ha avuto un buon successo, "Las analfabetas", tratto da Pablo Paredes.

Annalisa poi va a rivedere il Museo del Oro.



lo sciamano giaguaro (ora uno dei simboli della Colombia)





la sezione etnografica con i video (in alto a sn) e il negozio (dx)
riproduzioni della zattera sacra, di una maschera e di altri pezzi del museo nel negozio

Poi sotto il diluvio andiamo nel traffico congestionatissimo fino all'aeroporto El Dorado.
C'è da compiere un atto burocratico assurdo, per cui hanno tolto la impuesta de salida (la tassa di uscita dal paese) per chi sta meno di 30 giorni, il che sarebbe anche una bella semplificazione però devi passare da un apposito ufficio dell'Areonautica civile (dove si deve andare per eventualmente pagare questa tassa), e l'impiegato ti mette un timbro su un papelito (foglietto di carta) che inserisce nel tuo passaporto per attestare che (nel nostro caso) non sei tenuto a pagare, e quindi di approvazione che non l'hai pagata….!!

Hanno appena iniziato quest'anno a mettere i primi detector elettronici che immagazzinano tutti i tuoi dati (biglietto, documento d'identità, passaporto, dati anagrafici, altezza, colore, ecc) per cui mentre passi dentro al metal detector in realtà verificano tutto.
Dopodiché pagando e memorizzando anche le impronte digitali e l'iride… fai un abbonamento per es. annuale, per cui i viaggiatori frequenti, per affari, per enti pubblici, diplomatici, rappresentanti commerciali, ecc possono passare i confini più celermente.

l'ultimo pasto colombiano in aeroporto 
Partenza da Bogotà e dalla Colombia (sigh!)

venerdì 20 marzo 2015
Arriviamo all'aeroporto di Madrid-Barajas al mattino presto. Prendiamo (scendendo al livello -2) il treno automatizzato che va all'altro Terminal dei voli intra-europei. Ma poi succede che sul tabellone cambiano il numero della puerta (il gate) del nostro volo, e così ne consegue tutto un continuo prendere ascensori e scale mobili su e giù e di nuovo il treno per di qua e non per di là (perché nel frattempo si sono accorti dell'errore e hanno ripristinato l'indicazione precedente) e dunque si ritorna e si ri-ritorna indietro….
Poi passati i controlli abbiamo ancora da aspettare 6 ore (!) e dunque andiamo all'ufficio interno dell'Iberia per chiedere di poter prendere il volo precedente al nostro se ci sono ancora posti. Facciamo una estenuante coda ma infine non è possibile (anche a causa dei bagagli).
Poi oltretutto, già sul nostro aereo Air Nostrum (una compagnia collegata all'Iberia), veniamo a sapere che l'aeroporto di Bologna è chiuso fino alle 18 per uno sciopero…
Ma in conclusione invece va tutto liscio. Arrivati e attesi i bagagli, troviamo i ragazzi che sono venuti a prenderci. Si va in macchina da Bologna a Ferrara...

Fine

il mio diario con gli appunti presi a mano in itinere




P.S. (del 24 settembre 2015): ad appena quattro mesi di distanza dalla pubblicazione di questo post nel mio Blog, è stato firmato l'accordo definitivo per pace tra il governo colombiano e le Farc (Forze armate rivoluzionarie comuniste), sotto l'egida di Raùl Castro, presidente cubano, e grazie all'intermediazione della chiesa cattolica dei due paesi. Dopo tre anni di stallo, si sono svolte le trattative segrete all'Avana, anche grazie agli accordi presi con Obama per la cessazione del blocco statunitense contro l'isola caraibica. 
Ottima notizia anche per il turismo (e in particolare per i viaggiatori indipendenti).



Post Scriptum: il 2 ottobre 2016 la popolazione colombiana è stata chiamata alle urne per approvare o meno, tramite referendum, l'accordo già siglato e che si era iniziato ad applicare. La popolazione su questo si è letteralmente spaccata in due: metà contro, e metà a favore, quindi hanno vinto i no per uno scarto dello 0,3 % pari a soltanto 65mila voti (= 50,2 contro 49,8). Il motivo è che molti consideravano l'accordo troppo indulgente nei confronti delle varie parti che avevano partecipato ai combattimenti e alle operazioni armate (il che riguarda sia la guerriglia che le forze di  repressione). Ma va anche detto che solo 8 milioni di cittadini sono andati a votare.
Quindi il 13 novembre è stato siglato, sempre a Cuba,  un nuovo testo di intesa, che viene incontro a molte delle richieste del fronte del no (capeggiato dall'ex presidente A.Uribe), sostenuto da molti dei parenti dei 220 mila morti e innumerevoli feriti e mutilati di guerra, e dai milioni di sfollati che avevano dovuto abbandonare le loro case. Resta la possibilità a tutti di tutte le parti, di candidarsi alle prossime elezioni del 2018.

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