mercoledì 5 ottobre 2011

crisi d'identità


Curiosamente l’analisi approfondita di un tema come quello dell'identità, di cui tanto si è parlato, e non da poco tempo ma da anni, che è anzi balzato al centro dell'attenzione generale almeno da quando è cresciuta l'immigrazione in Europa occidentale e nel nostro paese, alla fine degli anni ‘80, e che era stato affrontato da decenni nelle varie discipline delle scienze sociali ed umane, è invece ora meno presente nella pubblicistica più recente. . .
In generale la filosofia ad esempio, molto implicata e molto partecipe di questa problematica e dei dibattiti sul tema dell'identità che si sono svolti in questi ultimi decenni, tuttavia si è giustamente concentrata piuttosto o in una ricerca sull’identità del genere umano, o su una tematica strettamente filosofica come quella del soggetto e della soggettività, sicché troviamo in quell’àmbito pochi contributi recenti specificamente incentrati sull' identità in quanto tale (escludendo ora gli studi sul principio d'identità ovvero di non-contraddizione). 
Ma ad es. anche sul versante delle scienze dell'educazione, che pure hanno molto da dirci sui processi di formazione dell'identità, notiamo che contributi interessanti e importanti al riguardo non sono stati più ristampati e sono usciti dal mercato librario, pur senza che venissero rimpiazzati da altrettanti importanti testi nuovi. 
Forse tutto ciò lo possiamo interpretare anche come sintomo di un momento, una congiuntura, di sospensione e di incertezza; c'è una situazione generale che farebbe pensare ad una diffusa crisi di identità in occidente, anzi direi una crisi delle plurime identità dell'occidente. Forse l'aver preso consapevolezza che il concetto dell'identità ha dimensioni multiple, ed è quindi un po’ sfuggente, questo è un fattore che può aver contribuito ad alimentare negli studiosi e soprattutto nella società, e nell’ambito politico, una sorta di ansietà, di angoscia al riguardo, dovuta, almeno nel largo pubblico, ad una "imprevista" eccessiva complessità della problematica. Inoltre forse può aver contribuito anche il fatto che -quando se ne era tanto dibattuto negli anni scorsi- si sono confrontate visioni così differenti e si è appurato da quante prospettive si possa intendere cosa sia l'identità, che anche questo elemento potrebbe aver disorientato in generale, il constatare cioè come non si riesca a pervenire ad una definizione chiara e generalmente condivisa persino degli stessi termini "identità", e quindi “alterità”. Secondo alcuni la crisi di identità sarebbe il “mal du siècle” del Novecento..., allora in tal caso molto meglio sarebbe (come diceva Lévi-Strauss) “guardare in faccia le condizioni oggettive di cui è sintomo, e che riflette”... piuttosto che prendersela con il maluso del termine identità.
Nei dizionari si da subito come definizione di identità, quella di carattere amministrativo relativa agli elementi costituenti della "carta d'identità", rinviando così ai dati che permettono dal punto di vista burocratico la identificazione di una persona, utili per un suo riconoscimento. In questo caso però si tratta dell’atto di identificazione di una individuo da parte di una autorità che è legittimata a farlo, e che stabilisce autonomamente i propri criteri, pone le proprie domande, e spesso detta anche gli ambiti entro cui sono accettabili le risposte.  E’ una visione dell’identità non dal lato del soggetto “portatore” di tale identità ma dal lato dell’inquisitore. E questo dettare le condizioni (chi stabilisce qual’è il complesso dei dati da rilevare) è stato spesso causa nella storia di gravi equivoci e misconoscimenti con anche tragiche conseguenze.
Nel 1995, nel vol. V della "Piccola Treccani ", si può leggere una interessante definizione generale di identità, anche se sempre solo considerata sul piano della identità a livello individuale ( posta solo dopo le definizioni anagrafica, matematica, e logica), e data sotto la accezione nell’ambito della psicologia: "L'identità è una delle caratteristiche formali dell' Io, che avverte la propria uguaglianza e continuità nel tempo, come centro del campo della propria coscienza. La percezione di avere una identità personale e la consapevolezza che gli altri la riconoscano è condizione necessaria alla sanità psichica", definizione che ritroviamo anche nello Zanichelli: “Consapevolezza di sè in quanto individuo stabile nel tempo e differenziato dagli altri” (3-psicol., nell’ ed.1993). In cui mi sembra evidente la derivazione dal principio filosofico detto Principium Individuationis, per cui si ricerca il fattore intrinseco che determini l'individualità di un ente singolo (v. J.Locke). Ad es. nella edizione Treccani ridotta del dizionario, detta “Il Conciso ”, in un unico volume (1998), in breve la si definisce -alla 5a accezione (psic.)-:“il senso e la consapevolezza di sè come entità distinta dalle altre e continua nel tempo”. In cui è degno di nota anche qui come nello Zanichelli il riferimento ad una improbabile stabilità nel tempo... Nella Enciclopedia del Novecento, anche L.Gallino scriveva a proposito che “La identità – cioè letteralmente il persistere nell’essere lo stesso- è il confine che impedisce la (con)fusione degli elementi del sistema nell’ambiente, formato dagli affini biologici e culturali, e assicura loro la coerente coesione nel tempo”. (L.Gallino, 1984) …  coesione che comunque è invece -a parere certo non solo mio- molto relativa quanto alla durata...
In altri dizionari troviamo, per es. nel “Sabatini-Coletti”: “complesso di caratteri che distinguono una persona o una cosa da tutte le altre”, e al punto successivo: “consapevolezza di sè come individuo”.
Ma nei dizionari si trova poco o nulla sull'identità intesa come propria di gruppi sociali, professionali, culturali, etnici, religiosi, oppure di genere, o comunque di carattere collettivo, sociale, culturale...e quindi anche intendendola da punti di vista propri della sociologia, dell'economia, dell'antropologia culturale, e di altre scienze umane, oppure riferita a contesti filosofici, letterari, storici, religiosi, ideologici di vario genere. 


E di tutto questo sono rimasto sorpreso. Certo il compito per un dizionario non è per nulla semplice se pensiamo che alla definizione del concetto di identità concorrono, in un intreccio interdisciplinare, molte e diverse scienze, ciascuna dalla propria angolatura prospettica, e spesso dando contenuti differenti al concetto, dato anche gli usi differenti che si possono fare del concetto stesso nei contesti i più vari.

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