Vi riporto per vs curiosità, un paio di presentazioni editoriali di testi stimolanti di scienze cognitive:
"L'autocoscienza. Cosa è, come funziona, a cosa serve"
di Pietro Perconti, edizioni Laterza
Come descrivere la straordinaria capacità umana di leggere nella mente degli altri, comprendendone pensieri e sentimenti, cogliendo le loro intenzioni e reagendo in modo appropriato alle azioni da essi compiute? Finora la scienza non era riuscita a spiegare questa fondamentale possibilità del nostro cervello che, creando un ponte tra il sé e l’altro, rende possibile lo sviluppo della cultura e della società.
"L'autocoscienza. Cosa è, come funziona, a cosa serve"
di Pietro Perconti, edizioni Laterza
Ciascun individuo sa di essere autocosciente in modo istintivo e diretto, ed è convinto che esserlo sia un tratto caratteristico della sua persona. Questo alimenta la comune sensazione che essere consapevoli di se stessi sia quanto di più prodigioso dell’essere umani. Eppure la nuova scienza della mente ha dimostrato che la consapevolezza di sé è una funzione cognitiva soggetta a mille automatismi, meno stabile e unitaria di quanto si creda. Perconti ricostruisce la natura e la funzione dell'autocoscienza raccogliendo le evidenze che provengono dalla neuroscienza e l'etologia, la psicologia dello sviluppo e la filosofia del linguaggio, sullo sfondo comune della scienza cognitiva.
"I neuroni-specchio. Come capiamo ciò che fanno gli altri"
di Marco Iacoboni, edizioni Bollati - BoringhieriCome descrivere la straordinaria capacità umana di leggere nella mente degli altri, comprendendone pensieri e sentimenti, cogliendo le loro intenzioni e reagendo in modo appropriato alle azioni da essi compiute? Finora la scienza non era riuscita a spiegare questa fondamentale possibilità del nostro cervello che, creando un ponte tra il sé e l’altro, rende possibile lo sviluppo della cultura e della società.
Grazie alla scoperta dei neuroni specchio a opera del gruppo di neurofisiologi di Parma coordinato da Giacomo Rizzolatti si è aperta una prospettiva di ricerca rivoluzionaria, che rende possibile indagare le basi neurobiologiche della cognizione sociale. I neuroni specchio sono stati localizzati, circa una ventina di anni fa, nella corteccia premotoria delle scimmie. Si è constatato che durante l’osservazione di un’azione eseguita da un altro individuo, il sistema neurale dell’osservatore si attiva come se fosse egli stesso a compiere l'azione che osserva: di qui il nome «neuroni specchio», per rendere conto di questa reazione speculare del sistema nervoso.
Oggi si ritiene che l’attività dei neuroni specchio, alla base del riconoscimento delle intenzioni e delle emozioni altrui, renda possibile l’apprendimento imitativo e la comunicazione verbale, e che un suo cattivo funzionamento provochi un grave deficit come l’autismo. Iacoboni, pioniere della descrizione del ruolo dei neuroni specchio nel comportamento umano, ci conduce al cuore di queste ricerche, illustrando in modo dettagliato e chiaro gli esperimenti che ne hanno segnato le tappe e discutendone la ricaduta non solo a livello scientifico, ma anche filosofico e sociale.
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