mercoledì 16 ottobre 2013

Bali 10 (Ubud)

DECIMO GIORNO  venerdì 13
Una mattina dovrei ricordarmi di registrare i suoni e i richiami del mattino perché è veramente fantastico, con tutti gli uccelli che si risvegliano e fanno il loro verso. Questa vegetazione che c'è qui attorno dev'essere certamente un'area affollata di specie varie ...
Oggi ci sono tutti i turisti del weekend che vengono da Giava e da altre parti dell'Indonesia, o di Singapore, e della Malesia. 
Andiamo a cercare di fare la ricarica della sim ma non troviamo, i negozietti di telefonia sono chiusi, ma lo fanno anche certi money changers, come pure certi minimarket, ma non quellli a cui chiediamo. 
Adesso è ora di pranzo e di uscita dalle scuole, forse per questo certi chiudono o lasciano temporaneamente il negozio.

Allora andiamo in un supermarket (della Coco), moderno e attrezzato. Vediamo bella frutta tropicale e verdure fresche anche di tipi che non conosciamo.
white dragon fruit
Salak Bali (0,11€urocents all'etto)
manggis dolci (0,30 €cent all'etto)
Gula Bali Kelungkung (1€ e 90 cents al kilo)

dei dolci al tamarindo

Compriamo del buon pane a bauletto già affettato, 3 brioches, una scatoletta di cornbeef, dello yogurt al lychees, due formaggi (uno simile all'emmental, e un chetar), una barbetta di cioccolato al mango (che si produce a Bali, e una bottiglia da un litro d'acqua, e un profumino, totale 13€uro.
Pranziamo qui "a casa" cioè sulla nostra veranda al tavolino di bamboo.
Combiniamo per andare stasera a vedere uno spettacolo al famoso teatro delle ombre balinese.
Poi concludiamo le prenotazioni dei prossimi posti, a Padang bai, e a Sidemen. Stiamo intanto pensando al traghetto per le isolette Gili. Chi ti dice un prezzo, chi tutt'un'altro prezzo....Sui cartelloni delle agenzie turistiche il prezzo scritto è tot, ma poi se vai lì a discutere il prezzo può diventare diverso. Qui bisogna sempre contrattare su tutto, dal prezzo della camera, a quello del traghetto, non solo nei negozi o nei mercati, dovunque. 
A Bali si è circondati, investiti, coinvolti da immagini, simboli, disegni, pitture, cartelloni, reclam, sculture .... è davvero come essere in una foresta culturale.

Finalmente ho ben capito: a Bali ci sono due bali o due mondi, due realtà, quello della facciata lungo le strade, e quello che sta dietro. Tutto (oltre ai negozi) è raggiungibile, e visibile, non dalla strada ma percorrendo i gang, i vicoli, è là, in fondo, at the very end, che trovi cose interessanti.
Guest houses, losmen, attività, corsi, iniziative, comunità... Ci sono questi rettangoli lunghi e sottili delle diverse proprietà, che là in fondo continuano nei campi, nei rice paddles, con spa, o centri yoga, o centri di meditazione, corsi di cucina, saune, ecc. ecc. 
Questo pome abbiamo finalmente capito dov'è la famosa "Yoga Barn", con il suo ristorantino organic, i laboratori, le palestre, i libri, le varie sessioni... è subito dopo lo "Zen Bali Spa". Raccomando a tutti quelli che andranno a Ubud ad andare là, ci sono talmente tante iniziative varie che certamente troverà quel che gli può piacere. 

Alla sera andiamo a vedere il Shadow Puppet Play nella sala dell' Oka Kartini sulla jalan Raya ad est. interessante, sconcertante, rintronante, coinvolgente. Il biglietto non costituisce una prenotazione posto, ci sono solo poche seggioline, e dunque primo arrivato meglio accomodato. Le poche poltroncine prenotate vengono riservate con una foglia fermata da un sasso.

Questo Wayang kulit è una forma di teatro tipicamente balinese e giavanese. Wayang si riferisce al proiettare le ombre, e kulit, che significa pelle, si riferisce alle marionette. 

Si usano marionette (ma manovrate dal basso tramite stecchini di bamboo) fatte di pelle di bufalo secca e sagomata, molto bucherellata per far intravedere anche il disegno interno ai contorni della pelle. Si accende una fiammella dietro ad un telo di garza di cotone (un po' sporca e con non poche macchie di unto), e si proiettano così le ombre delle marionette stesse, che raffigurano personaggi a tutti noti della mitologia e del folklore, per cui anche qui come nelle danze e drammatizzazioni, le vicende della rappresentazione che si svolge in scena sono sempre le stesse. 
E' comunque molto suggestivo questo teatro delle ombre, e si può dire che è un antenato della lanterna magica e poi del cinema. 

Sono storie del Mahabharata o del Ramayana, con insertati personaggi e vicende di "maschere" locali i cui tratti vengono esagerati in modo caricaturale per un fine satirico, ed è il dalang, cioè il marionettista, puppeteer, che decide l'andamento e lo svolgimento della rappresentazione. Il dalang è il "genio" della performance, il tuttofare che da la voce modulandola a seconda dei vari personaggi, e che fa muovere le marionette. C'è pure una orchestrina dietro il sipario, che suona una musichetta di sottofondo (ma che a volte irrompe all'improvviso facendo saltare sulle sedie il pubblico). Le marionette pur essendo di foggia stereotipata, richiedono un gran lavoro di artigiani specializzati, e certe sono veramente delle opere d'arte.  L'Unesco ha dichiarato nel 2003 queste marionette e il teatro wayang kulit come patrimonio della cultura orale dell'umanità.

Quando si spegne la luce e si accende la fiammella dietro al sipario si crea una atmosfera magica. Lo spettacolo è stato davvero indimenticabile, anche se non nascondo che l'ho trovato un po' troppo lungo e pesantuccio. La storia rappresentata in questa serata era tratta dall'epica del Ramayana, e intitolata "Hanuman il divino messaggero". Il foglietto con la trama che ci è stato distribuito all'ingresso, riferisce in modo un po' intricato e confuso dei vari personaggi in campo e delle vicende che si susseguono, ma a me (e a molti altri occidentali impreparati) è risultato non molto ben comprensibile, e assai complicato.

 Certi turisti sono venuti portando i loro bambini anche piccoli, ma non mi è parso che fosse uno spettacolo a loro confacente nè per loro intelligibile. il mio consiglio è: venite solo se avete un interesse o una curiosità di carattere culturale e antropologico (ma non aspettatevi di potervi divertire).

Per riposare le orecchie, all'uscita dall'assordante sala, ci siamo subito diretti (come antidoto) al famoso "Jazz café" che è un bel locale lì vicino in jalan Sukma. 

Prendiamo da bere, da bere e da bere, poi garden pea risotto with white wine foam, e grilled pumpkin and marinated asparagus, mashed potatoes (rosa), un burger, e infine una mousse chocolate, e un chocolate cake, totale 30€ in tre, 

intanto ascoltiamo di nuovo Nancy Ponto, che stasera è davvero molto brava, e un ottimo soul jazz dal vivo. Bellissimo posto, e con gente un po' particolare. 
Ci passiamo gradevolmente tutto il resto della sera. 

Come oramai d'abitudine torniamo alla nostra pensione con un'auto "abusiva", per 2€uro e mezzo.
Yandé quando ci vede rientrare ci invita a tornare qui il 22 per una loro cerimonia di cremazione di un famigliare (che era stato già fin troppo tempo sepolto in attesa di questo ultimo atto di distacco dal corpo). Ma noi lo ringraziamo molto ma gli diciamo che saremo alle isole Gili e purtroppo non riusciremo a tornare apposta.

UNDICESIMO GIORNO, sabato 14
Al mattino, dopo aver cambiato dei soldi e completato info e fatta riservazione per i prox giorni, andiamo a una spa, la Zen Bali, proprio dietro al SiamSally, dove ghi e annalisa si fanno fare dei bei massaggi testa-collo-spalle, e lavare i capelli. Bell'ambiente, molto rilassante.

Intanto io vado a fare un giro sotto il solleone, e poi vado a visitare il parco-riserva della Sacred Monkey Forest, in balinese Mandala Wisata Wenara Wana. E' un pezzo di foresta vergine conservata alla periferia di Ubud, con dentro un paio di templi e vicino un cimitero. E' anche la sede di una numerosa tribù di macachi.

Davvero molto bello e suggestivo questo angolo di wilderness. Secondo la concezione del mondo dell'hinduismo balinesela pace dello spirito e la libertà si possono ottenere durante queste nostre vite rispettando la dottrina della Tri Hita Karana, cioè: gli Dei hanno benedetto la vita creando la Natura e tutto ciò che essa contiene; la Natura garantisce il sostentamento e viene incontro alle necessità e attività di tutti gli esseri tra cui gli esseri umani; gli esseri umani vivendo in natura hanno fondato la struttura tradizionale dei villaggi, in cui hanno eretto templi dove esprimere la loro spiritualità, compiono cerimonie e fanno le quotidiane offerte per ricordarsi di preservare la Natura e risolvere i problemi assieme. Perciò debbono periodicamente anche svolgere due cerimonie, per onorare la vita della e nella foresta di tutti i suoi abitanti (Tumpek Kandang), e per dare rispetto e omaggio alle forme di vita vegetali (Tumpek Ngudu). La creazione di questa riserva naturale con i suoi templi, ha questo scopo. Ci sono dunque tre costruzioni, dell' XI secolo: il grande tempio Pura Daleng, il tempio delle sacre abluzioni fatto a struttura di mandala in tre espressioni, e il Pura Prajapati con annesso cimitero.
L'ingresso in questa riserva ecologica costa 1€ e 30, e nel dépliant che viene consegnato c'è scritto "cari visitatori ricordate che le scimmie sono molto importanti nella cultura tradizionale balinese, come si vede nelle danze Kechak e nello stesso Ramyana, e nel Pure Purana, un nostro antico testo lontra "(cioè inciso su strisce di foglie di palma). Ci vivono 563 macachi  ripartiti in cinque gruppi che occupano altrettante aree differenti della foresta. Nel parco lavorano anche ricercatori e conservatori.






(continua)

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