sèguito del 24° giorno, venerdì 27
Partiamo con Wayan Sudà (sudawayan@hotmail.com), e andiamo su in montagna, in mezzo alla solita, ma sempre sorprendente vegetazione lussureggiante, e a piantagioni di vari alberi da frutta. Il primo lago che troviamo in cima è danau Buyàn, lungo 7,5 km, che ammiriamo dalla cresta di un ex grande vulcano omonimo. Ci fermiamo per ammirare il vasto panorama, c'è una colonia di piccoli macachi.
Si vedono giù dei templi.
Si vedono giù dei templi.
Quindi ci spostiamo verso l'altro lago il Beratan, dove c'è il Pura Ulun Danu Bratan, noto come Water Temple. Ingresso due €uro a testa (!).
E' una grande area con il tempio molto bello sull'acqua, e varie pagode a vari piani, e con attorno un bellissimo giardino molto ben tenuto. E dietro la montagna. Poco dopo l'ingresso c'è un bell'alberone sacro con un intrico di radici. L'insieme da una sensazione di riposo e di serenità, nonostante proprio ora siano arrivati dei pullman con diversi turisti (quasi solo malesi o indonesiani, o cinesi).
Ci sono pure dei recinti con dentro due daini, o cervi piccoli, che appartengono ad una razza specificamente balinese (non so se menjangan o muntjak), che si dice sappiano anche nuotare, e quindi sarebbero la specie che per prima ha raggiunto Bali da Java.
Ci sono anche un bel tucano di un blu-giallo squillanti, una civetta, quattro allocchi, un paio di uccelloni, una decina di pipistrelli di circa 40 cm. avvolti nelle loro ali come in un sacchetto o in una membrana.
Wayan Sudà ci propone di pranzare qui in un ristorante sul lago, ma è presto e poi il locale, pur bello, non ci attira. Tra l'altro nel frattempo si è tutto rannuvolato. Quindi ripartiamo.
Proseguiamo in discesa, Bali è veramente un piccolo mondo, , c'è di tutto, dai montanari, ai pescatori, dai contadini, agli allevatori di bestiame, a quelli dei pescherecci di altura, agli addetti al turismo, agli artigiani, gli artisti, eccetera eccetera. C'è pure una gran varietà di flora, a seconda delle differenti altitudini, oppure tutta frammischiata. E tanti vari climi, da quello umido, a quello più secco e ventoso, dal caldissimo con meno vegetazione, al mite, alla giungla, ecc...
A Pacung (leggi Paciung), siamo oramai entrati nella reggenza di Tabanan, è ora di pranzo, e ci fermiamo ad un buffet (che ci sembra) cinese, "Labhagga", un self-service a 5€ e 30 a testa.
Ci sono clienti di tutti i paesi del mondo, dalla famiglia araba integralista, in cui lei ha fuori solo gli occhi, e per bere e mangiare deve sollevare con discrezione il velo e passare sotto la forchetta ... fino alle ragazze giapponesi spigliate e scatenate, alle malesi che sembrano un po' le nostre suore, con il collo coperto e la visiera sulla fronte, alle belle balinesi, ai turisti occidentali bianchicci e sudati, a quelli di Java, eccetera fino ai discendenti dei pirati delle Molucche. Gli asiatici preferiscono fare qui in campagna e sul lago le loro vacanze, mentre gli occidentali preferiscono le spiagge .
Poi riprendiamo la discesa e attraversiamo vari paesini, e villaggi, con i loro mercatini alimentari, e templi famigliari.
E infine rieccoci in pianura, ci dirigiamo verso la costa sud-ovest.
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