venerdì 4 maggio 2012

Cuba bella, Cienfuegos (n.6)

oggi è venerdì 13
Il taxista molto correttamente telefona per far sapere che arriverà un'ora dopo l'appuntamento preso ieri sera. Invece viene un po' prima e così partiamo proprio esattamente all'ora prevista. Ciao Habana, torneremo alla fine del nostro giro, e ci fermeremo di nuovo 4 notti per terminare di vederla bene (d'altronde la città è grande, ha 2 milioni 200 mila ab...).
Il viaggio con questa Fiat Uno dei primi anni Ottanta, scorre veloce e senza problemi, in poco meno di quattro ore percorriamo i 260 kilometri di distanza dall'Avana alla città di Cienfuegos (160 mila ab.), che sono per due terzi in autopista, e per il resto in carretera principal.
Paesini, agricoltura, pascoli, mandrie, piantagioni di canna da zucchero, vegetazione ricca, eccetera. 
Arriviamo in calle 50 a casa di Lily e di Michel che ci stanno aspettando*. Calorosa accoglienza, e grande pranzo già pronto (un po' pesante, con fritti, uova... ma buono). E' tutto arredato con mobili anni cinquanta-sessanta.


C'è una sorta di passaggio esterno per avere accesso alle camere e alla cucina, che sono chiuse con un portone di legno e non hanno delle vere e proprie finestre, ma dei ventilatori e aria condizionata. Di notte si sente tutto ciò che accade dai vicini dietro al muretto.

I due coniugi si danno un gran dafare per noi, veramente si prodigano in ogni modo. Michel cucina (benissimo) e il figlio ci intrattiene parlandoci a lungo di musica attuale, perché lui fa parte di una band. 
Lily combina per noi di farci fare un giro di primo sguardo sulla città con un carretto tirato da un cavallo (coche significa carro, carrozzino, mentre carro significa auto). 

Il paseo del Prado è veramente lunghissimo e ben alberato con panchine, poi c'è anche una strada pedonalizzata chiamata Boulevard, con negozi moderni, poi la grande piazza centrale con giardini (che ci sarà in tutte le località cubane, e che si chiama Parque), contornata da edifici storici dell'Ottocento. Poi andiamo sul lunghissimo Malecòn 

che costeggia -a metà del suo percorso- l'enorme spiazzo chiamato Plaza de la Revoluciòn, dove si fanno i grandi raduni di massa

e prosegue fino alla Punta di una penisola. 

Fa caldo e il sole è fortissimo perché il cielo è limpido e terso. Intanto i due coniugi vanno a fare la spesa per la cena.
Quando torniamo a casa, passiamo il secondo pomeriggio seduti fuori dalla porta a guardare la gente che passa, come si faceva una volta anche nei nostri paesi in Liguria o nel Sud. Già abbiamo visto che qui ci sono moltissimi mezzi a cavallo, dei carretti, dei calesse, dei biroccini, e delle specie di tram a cavalli a sei o a otto posti, insomma si arrangiano in carenza di benzina (tra l'altro cara) con ciò che possono.

Stiamo a guardare dei turisti russi che arrivano con un macchinone anni 50 e non trovano il posto che avevano prenotato due portoni più a destra di noi... (dicono che succede non di rado).
La cena non è mai pronta e noi siamo proprio un po' affamati e stanchi, in questo caso i cubani direbbero estamos cruzados, per significare che non ne possiamo più dalla fame. Ma Michel non è molto ben organizzato e dice che il nostro turno è dopo la coppia di cileni, che sono gli altri ospiti che c'erano già qui. Non si capisce perché non si possa stare tutti e cinque a tavola... Infine andiamo a cena che sono oramai le 10... Ci fa una cena leggera come gli avevamo chiesto dopopranzo.
Già ci siamo un po' rassegnati a questi ritmi lenti, per cui se la prendono comoda, senza troppi affanni...
Nell'attesa conosciamo la inserviente della casa che è una signora un po' ritardata, molto buona persona. 

Sabado 14
Andiamo con un carro privato al Delfinario che sta a circa 18 kilometri fuori città. C'è un divertente spettacolo ( el chò =cioè lo show) con due delfini addestrati, bravissimi, e poi pagando un supplemento Ghila può realizzare il suo sogno da anni, cioè di andare a nuotare assieme ai delfini. 





Rientriamo tardi per il pranzo, che è leggero e buono, sono stati attenti alle nostre indicazioni (niente fritti, niente burro, niente uova, né carne di maiale, niente verdure crude, ...), proprio bravi.
Sia Lily che il giovane cileno sono stati male stanotte e stamattina, forse a causa di quello che avevano mangiato ieri in un locale durante una gita a playa Giròn (che in questo periodo è piena, piena, piena di granchi).
Nel pomeriggio pioggiona torrenziale. Restiamo in casa, e c'è continuamente gente che chiama dalla finestra, entra, parla, esce ... è divertente trovarsi in mezzo a questa circolazione di quartiere. 
Notiamo che qui pronunciano come elle la erre finale: lo mejol, paladal, cogel, ... cocinal, pensal ....
Ghila chiacchiera a lungo con la simpatica cilena Fabiola.
Stiamo due notti e poi ripartiamo, ma ricorderò sempre il grande garbo di Lily e l'affabilità di Michel.
Michel col mio cappello di paglia
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* Señores Lilia y Michel Ebenezer, ave.50n.3312 entre 33 y 35, Cienfuegos, mesta@correodecuba.cu, www.mycasaparticular.com/cf053

1 commento:

  1. bello questo diario, semplice, diretto, pratico, che si integra perfettamente con il mio che tra poco metterò e con i post che su questo bellissimo viaggio a cuba sto scrivendo, soprattutto per la presenza di foto (di alcune delle quali per altro mi vergogno un po'..)

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