Dicono che ci sia un luogo pieno di pietre
"Solitario, il fiume tagliava la vegetazione, lasciando intorno la natura che rimpiccioliva all'orizzonte e sfuggiva allo sguardo umano.
Tutto scorre, panta rei. E il fiume scorreva e si allargava e imponeva la propria volontà alle rocce più ruvide con carezze e con pazienza.
Tutto scorre, ma il fiume, lentamente, si prosciugò nell'arido letto di pietre.
Coperti da una sottile polvere chiara e affaticati dal sole e dai secoli, i sassi lisci bagnano le immagini con fumo caldo e invisibile.
Grigio come la roccia su cui spinge ogni lento passo, curvo sotto il peso di un segreto, l'uomo: solo come il fiume. I suoi stanchi eleganti abiti di un mondo cittadino lo mimetizzano, il fumo invisibile lo avvolge, la necessità lo trascina, un'ossessione lo accompagna fedele.
Dicono di quest'uomo, che fosse in cerca di uno scrigno, di un nascondiglio per il proprio segreto. Dicono che il segreto fosse un segreto d'amore.
L'uomo trovò una roccia quasi completamente cava, scavata dall'acqua. Avvicinò la bocca ad un foro nascondendola con le mani e sussurrò nella cavità. Sussurrò lentamente e pazientemente, con affetto, con cura.
Quand'ebbe finito prese della terra umida e riempì la pietra sigillando e coprendo il proprio segreto. Se ne andò, camminando piano, diritto, come chi si sente più leggero e più triste. Come chi piange lentamente.
Dicono anche che ci sia un luogo pieno di pietre, che una di queste fosse cava un tempo ma che un uomo la riempì di terra e che ora sia spezzata dalle radici di un albero. Dicono che il profumo di quell'albero scorra come un fiume. Dicono che quell'albero sia sempre in fiore."
Michele Pancera
(mio figlio di 24 anni)
Autocritiche:
Ripetizione di 'lentamente' alla fine della seconda parte. Da cambiare il primo.
Il racconto è diviso in tre parti corrispondenti a tre tempi. Per sottolineare lo sfasamento temporale, ma così si perde in scorrevolezza.
Interpretazioni:
C'è chi si aspetta che l'uomo sia il protagonista, quindi si aspetta uno sviluppo ed una conclusione della sua storia.
Interpretazione di Diletta:
Io sono l'uomo. Il racconto esprime la mia necessità e urgenza di raccontare e di parlare o confidarmi, ma al contempo la mia solitudine. Il racconto indica anche una mia oppressione e la presenza di un grande segreto in me.
Altra Interpretazone:
Il soggetto potrebbe essere il letto del fiume. Eventualmente si può pensare che sia io il letto del fiume. Il letto del fiume è arido e secco se non accoglie in se un qualcosa che lo riempia e che lo migliori (per esempio levigandone le pietre). In un primo momento il letto è colmo dell'acqua del fiume, ma poi si prosciuga. Da una situazione positiva si passa ad una negativa. Poi, un grigio e triste araldo-ambasciatore porta qualcosa (potrei sempre essere io?), riempie una roccia di un segreto e poi scompare. Da questo nasce vita (l'albero) e il letto viene colmato di un nuovo fiume: quello di profumo, l'albero è sempre in fiore, quindi il profumo ci sarà sempre. Dal negativo al positivo, ma non tornando indietro: cambiando e cambiando punto di vista. Inoltre c'è anche la questione dell'uomo: intriso di negatività, sbaglia volendo rinchiudere il segreto nella pietra, perchè non si rende conto che da quello (dal segreto d'amore) può nascere tanta positività da spezzare qualsiasi pietra e da riempire un letto di un fiume senza mai cessare. Però, quando questo accade, l'uomo è da chissà quale altra parte, molto tempo dopo, e non guarda più il fiume.
Secondo papà il fiume non è mai stato veramente prosciugato: esiste ancora un piccolo ruscello che forse nemmeno si vede e che da nutrimento all'albero. L'albero diventa il mezzo per trasformare un fiume in un altro tipo di fiume. Secondo papà l'albero non prende nutrimento dal segreto nella roccia e nella terra, ma dal fiume precedente.
In queste ultime due interpretazioni il panta rei assume senso maggiore perchè c'è anche un mutare del fiume in quanto tale, in quanto contenuto ed essenza. Il fiume diviene un altro genere di fiume, seppure nello stesso letto.
Secondo papà la parola 'spezzata' alla fine sarebbe da sostituire con qualcosa di più tenue conformemente alla dolcezza del racconto ed all'immagine di grande positività finale. Potrei per esempio sostituirla con 'aperta'.
Il racconto inizia con ‘Solitario’ e questo mi piace. L’ultimo pezzo con ‘Dicono’ che mi va molto bene per l’atmosfera. Il secondo pezzo inizia con ‘Coperti’, mentre forse dovrebbe iniziare con ‘Grigio’.
Le frasi sono brevi, ci sono molti punti. I periodi sono spesso composti da una o due frasi. Il racconto non è dinamico: è una serie di immagini e situazioni. Potrebbe essere espresso molto facilmente in vignette.
Quarta frase del secondo periodo: cava, scavata: è una ripetizione.
Carlo M.: secondo me invece il protagonista è il segreto. prrr
La pietra cava è il ventre materno, sigillato dalla terra, il segreto, il seme, che da nuova vita, l'albero che sparge il suo profumo, rompe la pietra con le sue radici, e porta già nuova vita con i suoi tanti fiori e trae energia e saggezza dal fiume che non è scomparso, furbo ha cambiato il suo aspetto, ha lasciato il passo ad un nuovo scenario che l'uomo vestito di grigio non potrebbe più riconoscere, già consapevole di ciò mentre se ne andava triste lasciando il suo amore, la pietra, quella pietra speciale scelta tra tante come scrigno del suo segreto, la vita.
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