mercoledì 9 novembre 2011

pratiche pedagogiche e valori culturali

da: En classe : pratiques pédagogiques et valeurs culturelles, n°. 50 della "Revue internationale d’éducation",  Éditions Didier, Sèvres, 2009 (148 pagine).

"In numerosi paesi, la scuola è oggetto di interrogativi e anche di inquietudini. Mai ci si era tanto interrogati. Mai forse si era così poco dibattuto. 
Tutto accade come se un discorso legittimo e necessario, ma che a volte sembra quello dominante e uniformizzante sulla valutazione, alimentato anche dalle comparazioni internazionali e dall'uso che si è fatto dei loro risultati, permettesse di aggirare una questione ben più delicata: quella dei valori essenziali che ciascuna società trasmette attraverso la sua scuola, e che differiscono da un Paese all'altro. 
Per identificare questi valori, questo numero della rivista ha fatto ricorso a degli specialisti internazionalmente riconosciuti nel campo della educazione comparata. Partendo dalla osservazione del quotidiano delle classi e degli istituti scolastici di numerosi Paesi, essi mostrano come le pratiche pedagogiche siano profondamente intrise della storia e dei valori culturali loro propri e specifici. La comparazione mira qui a comprendere le differenze anche sottili che esistono tra i vari Paesi. 
Si tratta di un indirizzo relativamente nuovo della ricerca comparativista, che riesce a passare dal micro al macro, dall'osservazione fine della vita di una classe, ad una analisi illuminante sulle grandi concezioni nazionali dell'apprendimento. 
Gli articoli inoltre pongono in luce l'interazione complessa che si svolge all'interno delle classi, tra le politiche scolastiche, le strutture, le culture, i valori, e la pedagogia, che sono dei grandi riferimenti per questa branca della educazione comparata."
  
Indice: 
Anne-Marie Bardi : "Observer, comparer, comprendre"
Robin Alexander : "De l’usage de la parole en classe"
Lixian Jin, Martin Cortazzi : "Culture et valeurs dans les classes chinoises"
TERESA MARIANO LONGO, Thierry Roche : "La vie en classe, à Beauvais (France) et à Naples (Italie). Filmer pour comparer, une approche par l’anthropologie visuelle"
Claire Planel : "Les pratiques de classe, partie émergée de l’iceberg des valeurs culturelles. Pédagogies à l’œuvre dans les écoles anglaises et françaises"
Marilyn Osborn : "Être élève en Angleterre et en France"
Elizabeth Mac Ness : "Les valeurs danoises, fondement de la Folkeskole"

1 commento:

  1. La prof.sa Longo così risponde a una richiesta di chiarimenti:
    Il tempo per discutere è stato poco e allora le immagini prendono tutta la forza, credo che debba tener conto di questo quando pensa al film.
    la Francia, come altri paesi democratici è piena di contraddizioni e se è vero che quei bambini che lei ha visto nel film non dispongono della possibilità di presentare la propria cultura, se è vero che saranno probabilmente destinati a percorsi scolastici secondari e corti, non è necessariamente vero che saranno schiacciati nella loro personalità o che prenderanno il modello di personalità francese media. Avranno occasione di discutere di leggere i giornali, di partecipare a movimenti politici , a manifestazioni, associazioni... insomma alla vita della democrazia. Quest'ultima non è un modello di perfezione su cui confrontare le nostre esperienze, ma una lotta continua verso l'affermazione di diritti, è disordine, ma un disordine possibile, cosa che non c'è nelle dittature. In Francia questi spazi di lotta esistono e questo è importante e serve anche a denunciare come la scuola accoglie gli stranieri. Quella maestra, alla fine di un anno di film e guardandosi nel film ha detto: "ho capito molte cose di me", affermazione molto onesta professionalmente, non le pare?
    Ci sono tanti gruppi e associazioni che qui contestano la rigidità della scuola, un po' alla volta ce la faranno a migliorare. Cio' che conta e che i principi della dichiarazione dei diritti dell'uomo continuino a essere un riferimento comune.
    Grazie per il suo intervento, Cordiali saluti
    Teresa Longo

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