" La macchia della razza. Lettera alle vittime della paura e dell'intolleranza " di Marco Aime
(Edizioni Ponte alle Grazie, pp. 96, €uro 8).
Dragan è un bambino. Ma è un bambino rom? Bisogna schedarlo, prendergli le impronte. Come a tutti gli stranieri che invadono il nostro paese e le nostre città. Il razzismo non c'entra. È che bisogna tenerli sotto controllo, rispedirli a casa prima che ci infastidiscano ai semafori, saccheggino nelle nostre case, stuprino le nostre donne.... rapiscano i nostri bambini...
Perché la nuova parola d'ordine dei nostri politici è "sicurezza". Non c'è quotidiano o telegiornale che non tenga a specificare la nazionalità o l'etnia del criminale di turno quando è straniero - rumeno, albanese, marocchino, afgano - quando invece andrebbero ricordate le vittime della tragedia dell'immigrazione clandestina e del razzismo strisciante nel nostro paese. Eppure "noi" italiani-brava gente, qualche decennio fa eravamo proprio come "quelli lì", guardati con sospetto, maltrattati, offesi, quando cercavamo lavoro e fortuna in paesi stranieri. La storia non ci ha insegnato proprio nulla, sembra dirci Marco Aime, e allora certe cose bisogna ripeterle, e ripeterle ancora, perché la macchia del razzismo scolori, per poi un giorno..... sparire per sempre.
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