giovedì 24 novembre 2011

l'antichissimo popolo dei San (Sud-Africa), 1


in seguito alle visite a musei storici, antropologici ed etnografici in Sudafrica ho raccolto e sistemato una serie di dati. Quanto segue è tratto dal Museo Nazionale di Storia Culturale (National Cultural History Museum) che ha sede a Pretoria (Tshwane).

1. -  INFORMAZIONI FORNITE DA SAN NEL XIX SECOLO

Negli anni '70 dell'Ottocento Wilhelm Bleek, un linguista proveniente dalla Germania, e Lucy Lloyd raccolsero le credenze, i miti e i racconti e altre testimonianze del popolo San (ovvero /Xam). 
Un gruppo di San, gente che parlava la lingua /Xam, furono incarcerati nella prigione Breakwater di Città del Capo nel 1867 per essersi lanciati in contrattacchi a seguito di sequestri e invasioni di terreni. Bleek richiese che i membri del gruppo fossero rilasciati ed affidati alla sua custodia. Il suo obiettivo era di registrare il loro linguaggio e annotare aspetti della loro cultura. La sua richiesta gli venne accordata, e così, col tempo sia Bleek che Lloyd acquisirono una fluente capacità di esprimersi in lingua /Xam, ed essi riempirono dodicimila pagine con annotazioni su credenze e ricordi. Senza questa risorsa, molto del significato implicito dell'arte rupestre non avrebbe mai potuto essere scoperto.

//Xabbo, (vedi foto), le cui parole furono registrate nell'estesa documentazione di Bleek e Lloyd, diede voce alle aspirazioni spirituali del popolo San con le parole: "noi che siamo stelle, noi dobbiamo camminare per il cielo" (...)"poiché noi siamo cose celesti (del paradiso)".

Oltre al tesoro di informazioni che la documentazione Bleek ci fornisce, la nostra conoscenza delle credenze del popolo San ci perviene anche da altre fonti. 
Qing, una persona San che scampò all'uccisione del suo gruppo, nel 1873 comunicò le sue visioni introspettive sul significato della loro arte al magistrato Orpen. E' questa la prima e più antica relazione sul significato dell'arte rupestre lasciataci da una persona San.

Quando gli fu chiesto cosa significassero certe pitture di uomini con teste da rhebok (una specie di antilope), egli disse: "Essi erano uomini che erano "morti" e che ora vivono nei fiumi, e che furono "spogliati" nel momento stesso dell'avvento dell'eland (=grande antilope), di cui avete visto dipinte le danze". In questa citazione Qing in effetti si riferisce ad aspetti del significato simbolico dei dipinti. Quando egli riferì che Cagn aveva detto al popolo che essi sarebbero "morti" o "sarebbero stati spogliati" o che "sarebbero andati sottacqua", ciò significava che essi sarebbero andati in trance o entrati nel mondo dello spirito. Tali concezioni sono espresse nell'arte attraverso pitture.

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IL POPOLO SAN E IL LORO MODO DI VITA

I San hanno uno stile di vita egualitario caratterizzato da inclusività e condivisione. Essi erano cacciatori/raccoglitori, pittori, contastorie, e uomini (e donne) di medicina. Essi parlavano diverse lingue con click, con l'uso di schioccare con la lingua sul palato, in varie parti dell'Africa meridionale. I San di oggi sono gente moderna come chiunque altro, ed hanno forti legami famigliari e di parentela. Lo scambio di doni (ovvero hxaro) è una importante modalità di mantenimento della rete di relazioni con parenti e amici dimoranti altrove.
I vari gruppi di cacciatori/raccoglitori svilupparono ingegnose forme di vita nei vari tipi di ambienti. Essi avevano una profonda conoscenza delle piante stagionali, e i loro stili di vita si imperniavano attorno all'utilizzo efficiente delle risorse naturali.
Tuttavia ciò che è balzato maggiormente in evidenza è stato il legame spirituale che il popolo San ha mantenuto con l'ambiente, dato che il mondo spirituale San era altrettanto parte del loro paesaggio quanto lo erano i fiumi, le montagne e le nubi portatrici di pioggia.

Alcune pareti dipinte e alcuni siti,  erano collegate ad importanti eventi rituali come il propiziarsi la pioggia, l'iniziazione e la cura. I doni soprannaturali dei propiziatori di pioggia sono considerati con molto rispetto attraverso tutta l'Africa meridionale e ci sono molte raffigurazioni di serpenti con testa di antilope e di teschi associati all'avvento della pioggia.

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Per i San la Grande Danza a volte chiamata "danza di cura" o "danza di trance", è il rituale religioso centrale rappresentato attorno al campo del falò. Dopo alcune ore di danze, gli sciamani fanno esperienza di visioni come rivelazioni dal mondo soprannaturale. 
Centrale per la danza è l'energia sovrannaturale nei canti. Questa energia, secondo i San, la si trova anche negli animali, in particolare nello eland (o antilope alcina).

I San cercavano di imbrigliare l'energia sovrannaturale durante la danza di trance e sfruttarla per approcciare il mondo dello spirito. In questa danza le donne usavano sedersi in cerchio battendo le mani e cantando mentre gli uomini e alcune donne danzano attorno a loro in circolo.

Ciò va avanti per ore fino a che essi sono in stato di trance. I San credevano che quando essi fossero in tale stato, andassero nel mondo dello spirito. Svolgevano tale danza vicino ad un eland appena ucciso e in rifugi con pitture rupestri.

In alcune zone dell'Africa meridionale la Grande Danza si svolge tuttora regolarmente come un mezzo per risolvere problemi di relazione o disagi e malattie tra le persone, e difficoltà ambientali come periodi di siccità. 
I danzatori sono sovente adornati con rattles, cerchi tintinnanti, alle gambe che danno un contributo alla musica ed anche danzano con bastoni per spingersi innanzi. Scaccia mosche (fly-whisks) vengono utilizzati per spazzar via (flick) frecciate di malattia che i San ritengono esser lanciate contro di loro da esseri malvagi che stanno nel mondo dello spirito. Nell'arte rupestre spesso si vede gente che danza battendo specie di raganelle (clapping) attorno a figure ricalcate.


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Gli eland sono simboli evocativi di sentimenti religiosi, della benevolenza del creatore, e della prosperità in un mondo ideale. Tra le antilopi africane lo eland è una delle più grandi. Esso è l'animale più di frequente raffigurato nell'arte rupestre sud africana. Lo eland ha una grande quantità di grasso, sostanza cui i San attribuivano potenza sovrannaturale. I San credevano che l'universo fosse beneficiato da energia sovrannaturale che si poteva presentare sotto varie forme. Lo eland rappresentava la più grande concentrazione di tale potere sovrannaturale. Anche il miele, i dolci, e  il sangue contenevano una grande quantità di tale energia. Lo eland era l'animale più caro a Cagn, la figura del creatore nella mitologia del sud San. 

Gli eland erano centrali in numerosi rituali San e erano visti come animali della pioggia. I San consideravano che il grasso di eland avesse una forte potenza sessuale, connettendo così lo eland alla fertilità umana. Il sangue di eland è  pure correlato con la potenza spirituale e si ritiene che il sangue di eland mescolato con la pittura imbeva ulteriormente le immagini dipinte con layers di potere sovrannaturale. Tale potere era prevalente anche nei canti eland spesso cantati durante cerimonie di trance.

Lo/a sciamano/a San credeva che il proprio spirito acquisisse un potere dell'animale nell'esperienza di trance. Si ritiene che la gran parte dei dipinti fosse correlata ai rituali di cura e che fossero metafore per l'esperienza dei curatori in trance. In tale stato essi/e visitavano il territorio dello spirito in modo da aver accesso al potere soprannaturale necessario per curare i mali sociali e fisici della gente.
Ancora ai nostri tempi tra i bushmen  (San, Khoisan, e !Kung) queste pratiche si sono conservate.



(segue per altre due puntate)

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