domenica 20 maggio 2018

9, in Anatolia e Cappadocia (Turchia) nel 1971

Foto di un viaggio fatto in "500" in Anatolia (Anadolu), e in Cappadocia (Kapadokyia), nel 1971:
cercherò di essere molto più sintetico che nel mio Diario, e limitarmi a immagini di interesse etnologico



Non avevo tenuto all'epoca un diario. Ora mi limito a mettere alcune nostre foto (che a seconda della pellicola usata sono in b/n o a colori), e immagini (tratte da cartoline o dépliants e brossure di allora), che siano chiaramente riferibili a quell'epoca, e che possano essere di interesse etnografico.
L'unica guida in italiano che abbiamo trovato è stato un librettino di A. Vallardi Editore, del 1967, che però ci pare insufficiente,

quindi siamo andati alla Librairie française di Milano, dove c'era la "guida blu" uscita un anno e mezzo prima (Hachette, Paris, 1969, pagg. 770). Ottima.
Ora sembra strano, ma allora non c'era altro.


ISTANBUL (ex Costantinopoli)
Comincio da Istanbul, dove avevamo messo la nostra tendina canadese in un prato in periferia, e da lì prendevamo il bus 81, "seksenbir", per andare in centro storico. Visitiamo dunque Stambul (che corrisponde al "Corno d'Oro"), con il vecchio Serraglio (il favoloso palazzo Topkapi, che da solo meriterebbe un Post a parte), andiamo al "passage de fleurs", e al Gran Bazar coperto, saliamo sulla collina alla moschea di Solimano, visitiamo quella del sultano Ahmet, detta "moschea blù", e poi ridiscesi andiamo -attraversando il ponte di Gàlata- a cena a Karaköy, sull'altra riva del corno d'oro, con la torre rotonda genovese (Galata kulesi) del 1348, e dove anche visitiamo la sinagoga "Nevé Shalòm".


 Annalisa vicino al portatore d'acqua potabile

il bazar, Kapali çarsi, cioè "coperto" con in alto dei teli per riparare dal sole

una povera botteguccia
case tradizionali in legno, con le tipiche bow-windows (finestre a loggia sporgente)
(da un dépliant)

bottega di un venditore di tappeti e klimt (da un dépliant)

tavolini all'aperto per bere del caffé-turco

altre case tradizionali

(foto di Karaköy da un opuscolo)

Vediamo quel pochissimo (a parte ovviamente Santa Sophia, la chiesa di sant'Irene, e l'acquedotto di Valente, e l'ippodromo) che è rimasto della lunga storia di Costantinopoli-Bisanzio, 
il classico studio di David Talbot Rice

precedente alla conquista della città da parte del sultano ottomano Fatih Mehmet nel 1453 (la caduta di Costantinopoli per alcuni segna il termine finale del medioevo). 
E naturalmente visitiamo il bellissimo Museo delle Antichità (Arkeloji Müzesi) con lo stupendo sarcofago di Alessandro Magno. 
Ma forse prossimamente metterò un Post solo su Istanbul.

Poi andiamo al vecchio Stadio, vediamo la Porta d'oro, e lungo il Bosforo (Bogaziçi) passiamo di fianco al palazzo di Costantino VII (del X sec.), fino al castello di Rumeli Hisar (del XV sec.), e la fortezza anatolica. Attraversato col traghetto da Beyoglu lo stretto del Bosforo e passati dalla parte dell'Asia minore del mar di Marmara, a Scutari (üsküdar),  

BURSA
ci avviamo in viaggio attraversando Bursa, dove vediamo il mausoleo verde (Yeshil Türbe), la moschea (cami da pronunciare come giami) Ulu, e delle case tradizionali

 interno di case tradizionali ottomane a Bursa (da cartoline)

procediamo lungo la costa turca sul mare Egeo (Ege deniz), cioè saltando i resti dell'antica Troia (Truva nella provincia di çanakkale), vediamo Edremit, la spiaggiona di ören, e poi le rovine di Pergamo (ora Bergama) e andando verso Smirne (Izmir) (dalle rive est dell'Egeo, e dalla costa mediterranea è stata cacciata tutta la folta popolazione greca e armena nel 1922/23, circa 1.400.00 persone, ratificata dal trattato di Losanna), passiamo per l'antica Selçuk (una città dei selgiuchidi, i primi occupanti di ceppo turco-turcomanno), e poi ai grandi resti archeologici di Efeso, e quindi puntando in direzione di Antalya (Adalia) con la sua panoramica rocca. Dopo aver visto altri resti delle civiltà pre-ottomane (di Frigi, Lydi, Lici, Cari, Greci, macedoni, Romani, crociati, e Bizantini)... 

trasporto pubblico a Foça

ed aver sostato alle favolose bianche balze di sale di Pamukkale (ex Hierapolis= città santa): 

veduta delle vasche



bagno al tramonto

Annalisa sotto una cascata di sale rappreso

procediamo. (riferisco solo rapidamente poiché non è questo l'obiettivo del presente Post).
 Sostiamo al teatro romano di Aspendos, magnificamente conservato con la sua facciata d'ingresso, integra, che è molto rara da vedere, poi il teatro di Side, Perge, e per poi percorrere a sud la costa del mediterraneo (Ak deniz) di Levante,  lungo il magnifico tratto per Alanya, con le favolose spiagge deserte, e poi Anamur col suo impressionante gran castello, e quindi a Silifke siamo rientrati verso l'interno attraversando la spettacolare catena montuosa del Tauro (Toros Daglary),


(da un dépliant)

e salendo all'interno sull'altipiano della Anatolia centrale (Iç Anadolu)

KONYA
 fino alla favolosa città di Konya, patria dei Dervisci danzanti. . . dove visitiamo la Tekke (convento dei Dervisci) del santo Mevlana. Si tratta di una confraternita religiosa di mistici musulmani del milleduecento. Mettiamo la nostra tenda in un prato nei pressi dello Shehir stadium. Visitiamo il centro storico, con la collinetta-parco di Aladino, la moschea di Aziz, l'antica Inci cami, il palazzo selgiuchide, la antica scuola coranica (medresa), e poi il bazar, il mercato dei cavalli, e il convento e museo di Mevlana. Un luogo da favola delle "mille una notte", con il suo sarcofago, e le tombe dei dervisci, tutto nella penombra e nel silenzio più totale.
Gironzoliamo per la città



artigiani del rame nel bazar (da un dépliant)

lustra-scarpe

bazar 

Qui compriamo un grande cucchiaione di legno con dipinti versetti di preghiere, che ha un significato solo decorativo:


poi un enorme sandalo in pelle, di stile ottomano, anch'esso a puro scopo decorativo:








Proseguendo fuori dal bazar a girare per la città...


grande casa tradizionale anatolica (da un dépliant)


ambulante che vende acqua fresca e sorbetti (idem)

 scrivani e copisti di lettere che scrivono o leggono per clienti analfabeti

un triciclo tipo "Ape" a motore, attrezzato come piccolo autobus
 il parco di Aladino (da una cartolina)
Aziziye cami (da una brossura)

Poi entriamo nel favoloso mausoleo del santo fondatore: 



(da un opuscolo)
le danze tradizionali "rotanti" dei monaci asceti dell'Ordine dei Mevlevi, consistono in un girare attorno a sè stessi 
con un ritmo musicale incalzante (tamburo e flauto), sino a perdere coscienza e andare in trance e raggiungere l'estasi mistica
(cfr. post del 12 marzo 2017 sull'Alto Egitto)

Comperiamo a buon prezzo un bel piatto di ceramica decorato con disegni di epoca ottomana laccati

Dunque durante questo lungo percorso su strade strette e un po' dissestate, dove non c'è che uno scarsissimo e rarissimo traffico, con poche auto (sono più numerosi i camion), visitiamo varie località e facciamo numerosi incontri.


dopo Alanya: culla-amaca  all'ombra

un povero orso ammaestrato che il suo padrone fa esibire lungo la strada

Proseguiamo sull'altopiano anatolico
un anziano fiero di posare con l'uniforme della fanteria ottomana dei giannizzeri, 
a Nevshehir


ceramiche artigianali (da una cartolina)

pasto contadino: pane, olive. formaggio (da una cartolina)
 forno per pane (idem)


(ida un dépliant)

lavori agricoli

(da un dépliant)

un altro orso ammaestrato
un pozzo isolato

sulla popolazione anatolica attuale, prevalentemente composta da pastori (di origine turcomanna), mandriani, e contadini, si veda p. es. R.Biasutti, Le razze e i popoli della Terra, Utet, 1940, 3a ed. riv. e agg., 1959, vol.II, parte terza, cap. IV, §. 3. O anche l'opera a c. di H.A.Bernatzik, Die neue grosse Völkerdunde, tr.it. Popoli e razze, ediz. it. del 1954, editrice Le Maschere e Edizioni Casini, vol.2, i capp. di R.Bleichsteiner, alle pp. 40-50 sui popoli di ceppo turco e turcomanno dell'Asia Anteriore.


CAPPADOCIA
Ci avviamo ad entrare in Cappadocia (Kapadokya), dove visiteremo l'area tra Nevshehir (con il "palazzo aperto"), Uçhisar, la "valle" verso Avcilar, Ortahisar (con il "castello"), la valle di Göreme (con il monastero femminile, la chiesa delle mele, quella detta della penombra, piena di affreschi, la chiesa dei sandali, ecc.), Urgüp, la valle di Zelve, il caravanserraglio di Aksaray, e altri paesi circostanti. Ci sistemiamo con la tenda in un bel prato all'interno di un Motel.



caravanserraglio dei tempi dei primi turchi Selgiuchidi ("di Rum"), a Sultanhisar


pastora (da una cartolina)

un paese di contadini (kirsal köy) (da un opuscolo)
(idem)
 carovana di dromedari per trasporto merci

Qui compriamo un grande cerchio di paglia intrecciata e colorato, che avrebbe al centro la stella mattutina ottomana, pensando di appenderlo al muro in camera nostra come macchia di colore che riempia la parete. Poi arrivati alla nostra formidabile «500», non ci sta.... e così d'ora il poi viaggiamo con il bordo del cerchio che ci si appoggia sul collo, sulla nuca...! (ma ne vale la pena)





 la fontana a Ciavushin (da una cartolina)

il paesino di çavushin (idem)


(idem)


Uç Hisar (da una cartolina)

Si tratta di un territorio con grandi accumuli di tufo secco poroso, in cui sono state ricavate abitazioni, chiese, magazzini e rifugi per i cristiani bizantini nei periodi di scontri bellici e invasioni da parte turca.
 il borgo di Avcilar (da una brossura)
rientro dal raccolto

tendopoli di nomadi (da un dépliant)

 (da una brossura)
i resti del monastero femminile in grotte (da cartolina)
Annalisa all' edicola-biglietteria per l'ingresso al sito
(come sempre siamo i soli e unici visitatori)

 Annalisa su una scaletta metallica malferma, per visitare 
una chiesa medievale affrescata in grotta

tipiche formazioni falliformi 


la "valle" di Göreme 
è come tutto un "groviera" (il famoso formaggio svizzero tutto a buchi...)

contadine di un villaggio dell'interno, Kaymakli, vicino a Derinkuyu, all'ingresso alla "città sotterranea"
(dove -essendo soli- ci perdiamo...nel buio tra le catacombe cristiane, a vari metri sotto il suolo)

mercato del bestiame in un paese nella valle di  Göreme

lungo il percorso si passa vicino ad alcuni villaggi agricoli (tarim köyü, o köylü ülkeleri)



un rigagnolo in cui si possono lavare i panni

bimbi di villaggio

 tende di mandriani durante la transumanza

carro contadino anatolico con pesanti ruote in legno pieno (come diecimila anni fa)


 altri villaggi anatolici con case fatte di fango, argilla e paglia impastata



Si incrociano contadini che vanno verso un mercato

(da un dépliant)
(idem)



 abitazioni in grotta, o parzialmente scavati nel tufo con davanti all'ingresso una costruzione, ad Avcilar
(da una cartolina)

 telai ad Uçhisar (da un dépliant)



bambini di paese, biondi, alcuni con occhi azzurri (forse appunto lontani discendenti dalle popolazioni dell'impero bizantino, precedenti alla conquista dell'Anatolia da parte dei turcomanni della stirpe di Oghuz e poi dai turchi Selgiukidi "di Rum", e infine dai turchi Osman ovvero "Ottomani"). Si sfogli per es. il volume "Civiltà del Mediterraneo", A.Mondadori editore, Milano, 1986 a c.di G.Buzzi, + altri Aa.Vari. tra cui R.Bossaglia, A.Giuliano, F.Remotti, e A.Tenenti.


Compriamo un servizio per due per offrire un caffè turco (kahvé), con la sua brocchetta e il piccolo vassoietto sbalzato a mano con decorazioni





Ritornando faremo sosta a visitare l'imperdibile museo della civiltà hittita nella moderna capitale Ankara (Anadolu Medeniyetleri Muzesi, ovvero "Museo delle Civiltà Anatoliche", poiché in effetti ci sono meravigliosi reperti di civiltà e culture precedenti, dal paleolitico in poi, con le figurine delle grandi dèe madri, e coeve, come quella di Urartu, o dell'età del calcolitico, o del bronzo, degli Hurriti, e Assiri ecc. dal sesto mill. a.C., reperti che si possono vedere soltanto qui...); museo che meriterebbe che prossimamente metta un Post solo su questo. Un'occhiata al quartiere vecchio, con la colonna dell' imperatore Giuliano, e con la cittadella in cima al colle (tutto il resto della metropoli è moderno).
  
poi dopo una sosta ad Edirne (ex- Hadrianoupolis) nella piccola Thracia turca, con la sua grande e imponente moschea Selimye cami, e la Eski cami,

 una via del centro storico di Edirne

giovane donna sulla soglia di casa con i pantaloni tradizionali turchi "alla zuava"

tessuto con ricami e disegni dell'artigianato tradizionale di Edirne

ci dirigeremo infine attraverso la Macedonia yugoslava, oggi rep. della M. del nord (facciamo sosta a Skopje (Skoplje), con ancora i segni evidenti del terribile terremoto di otto anni prima), per poi percorrere tutta la Yugoslavia per ritornare verso casa. 
Fine del bellissimo viaggio.
Sui popoli dell'Anatolia si veda ancora la "classica" enciclopedia etnografica a cura di R. Biasutti, uscita nel 1940, ultima edizione riveduta e aggiornata in quattro volumi, 1959, UTET, vol. II, Parte Terza, cap.IV :

Per un inserimento dei popoli della Cappadocia e di tutta l'Anatolia nel contesto "regionale" storico  ed etnografico del Vicino e Medio Oriente vedi di D.F. Eikelman, Popoli e culture del Medio Oriente, tr. it. edizioni Rosemberg&Sellier, Torino, 1993


oppure in inglese consultare l'atlante di Erin Meyer, edizioni Public Affairs, del 2016:  

e per gli aspetti anche politico-sociali, cfr. di Jean e André Sellier, edizioni La Découverte, 2006, 

trad. it. nella collana "i libri del Centro A.Cabral", della editrice Il Ponte, 2010:

Oramai ci sono guide di viaggio specifiche per la Cappadocia basta guardare in internet, ma sono tutte informazioni che non erano assolutamente disponibili nel 1971 (sopratutto in Italia).

[oggi la Turchia si è ammodernata e tramite un tasso di sviluppo economico notevole, ed è certo molto cambiata, ma i paesaggi naturali, i centri storici, le attività artigianali, e le tradizioni, i monumenti e i luoghi notevoli da visitare, restano gli stessi
[in "compenso " però purtroppo oggi impazza il duce Erdogan...]
tra le tante guide di viaggio odierne, segnalo quella di Roberto Cattani, (oltre alla sua guida di Istambul, edizioni Livingston&Co., Milano, che è del 1995), sulla Turchia, Livingston&Co, 2001, poi 2018.