martedì 30 gennaio 2018

Viaggio in Georgia 9 (a Borjomi, località termale)

(continua) da venerdì 15
Dopo un volo di mezz'ora, atterrati oltre la periferia di Kutaisi, troviamo che fuori sul piazzale c'è l'autista Georgi che ci aspetta. 
Dall'aeroporto si gira attorno a Kutaisi, e poi si va a Zestaponi, e a Khashuri,  si gira a destra verso sud-ovest e infine si giunge a Borjomi, nella regione dello Samtskhe-Javakheti, che è più a sud dell' Imereti, per un totale di 160 km cioè due ore e mezza di guida se tutto va bene.

L'autista guida tenendo sempre gli 80 / 90 kmh costanti, per consumare di meno, ma è bravo.

la fortezza-castello medievale nei pressi di Manavi

Il paesaggio dopo poco diviene di tipo appenninico, con montagnette basse. Facciamo una sosta a metà percorso per prendere qualcosa da bere, dato che c'è un sole e un caldo tremendo, e lui mi offre una aranciata e dei biscotti che avevo preso.
brossura turistica della regione
Borjomi e dintorni

Arriviamo in questa località turistico-termale che è in collina a circa 810 metri ("la perla della Georgia"). Tutta l'area è immersa in boschi di conifere tra colline e montagne (dove si può sciare d'inverno)
 

Entrati in città come al solito l'autista ha bisogno di telefonare alla pensione dove abbiamo prenotato, per farsi dire la strada da fare (quindi è bene avere a portata sempre il n. di tel. dei posti dove si va). E comunque -come abbiamo già visto- anche quando si fermano a chiedere info lungo la strada, le spiegazioni sono sempre lunghissime e noto che si ripetono molto. E' semplicemente al di là del fiume Mtkvari, appena passato il ponte, a sinistra, in via Erekle al n.7:


Ci accolgono le due gentili signore che rispondevano al telefono

e che non sanno l'inglese o altra lingua occidentale. Sorridenti, premurose, contente che siamo italiani, ci precisano che la tariffa è senza la prima colazione, e ci accompagnano verso la ns camera, e restano sconcertate quando Annalisa vede le due ripide rampe di scale e dice che per lei questo è un problema. La vorrebbero aiutare a salire, e si scusano per non aver capito che lo avevamo specificato, e pur dispiaciute dicono di non farci alcuno scrupolo se vogliamo cercare un altro posto. Poi una vola arrivati pian pianino su in camera ci chiedono se davvero vogliamo ripartire già domani, e dove andremo... sentito che vogliamo andare a Sighnagi, si offrono di cercare subito loro stesse un autista che ci porti fin là ad un buon prezzo. Intanto ci chiedono quanto pensavamo di spendere per quel viaggio e poi tornano subito dopo su a bussare alla camera (io intanto mi ero già tolto la maglietta sudata e stavamo aprendo le valige), e sono arrivate in tre per esser sicure di capire bene e non sbagliare. C'è quella bruna, Mzia, che sa solo il georgiano (kartli o kartuli), e quella più alta e massiccia con un bel nasone -che è la più apprensiva e premurosa- di nome Manama, che sa bene anche il russo,
la signora Manama

e la terza che è una minuta e graziosa signora Kazaka, di nome Alia, o Alyash, che sa oltre al kazako, il russo e l'inglese, ma non il georgiano. Quest'ultima sta qui solo una settimana per le acque termali, e intanto da una mano in reception. Quindi lei traduce in russo quel che noi diciamo in inglese, e poi l'altra traduce dal russo al georgiano alla prima...  Sono tutte e tre carinissime, mi fanno venire in mente le tre fatine-madrine Flora, Fauna, e Serenella...
La camera è alta come minimo tre metri e mezzo, con tutte le porte delle stanze che sono anch'esse altissime,

e la nostra da sul cortile e in particolare su un gran terrazzo al nostro stesso livello ma ad angolo retto, dove soggiorna una grande numerosa famigliona, molto espansiva, che vocifera in permanenza. E' interessante vedere come si comportano tra di loro.
Usciamo appena possibile, e dopo esserci rinfrescati e cambiati.

La cittadina ha 15mila abitanti, ma è sin dall'Ottocento una località molto frequentata per le acque minerali e per quelle termali, ed anche come località di vacanza per il suo famoso Parco nazionale, e per essere di clima mite. Fin dai tempi dell'impero zarista e poi anche nel settantennio sovietico è stata frequentata dalla gente benestante e dei ceti dirigenti, che venivano qui per curarsi, per riposarsi, e per partecipare a convegni e congressi.

Nei week-end come possiamo constatare noi stessi, è meta di gite. In generale l'atmosfera è molto rilassata e tranquilla. Ci sono molti pensionati che soggiornano anche per lunghi periodi. E ci sono dunque moltissimi turisti, non solo interni georgiani, ma anche armeni, azeri, kazaki, russi, ucraini, ma anche iraniani e arabi e turchi, e non mancano i giapponesi, e persino qualche raro europeo occidentale. Così possiamo conoscere e osservare un turismo "altro" rispetto al nostro.


La lunga passeggiata si svolge sul lungofiume. C'è un bellissimo vialone centrale, alberi, cespugli, boschi, fiori, bar, negozi e negozietti, bancarelle, ambulanti, ecc.



prodotti naturali locali (miele, marmellate, econserve sott'olio ecc)
erbe, spezie e aromi vari

Si raccomanda severamente di mantenere pulito il Parco, e i servizi


Entriamo nel parco attrezzato (pagando mezzo Lari, cioè 50 tetri, =20 €urocents).




Qui si può bere liberamente da varie fontanelle l'acqua minerale-naturale, che è un po' salatina: la rinomata acqua Borjomi. Ti puoi far dare una bottiglietta e raccogliere l'acqua. Oppure ci sono alcune postazioni apposite dove distribuiscono gratuitamente l'acqua in bicchieri di plastica.




La impresa di raccolta, imbottigliamento e commercializzazione dell'acqua minerale è stata uno dei primi opifici della Georgia verso la fine Ottocento durante l'impero zarista.


Passeggiamo, sul lungofiume




vediamo la funicolare che porta su in collina,
partenza
 con vista sulla cascata
e il parco-giochi, e ci guardiamo attorno, e osserviamo la gente. Oltre a molti anziani, ci sono anche molti bambini e ragazzini, e anche scolaresche, e gruppi organizzati che arrivano in pullman.
A metà percorso facciamo un piccolo spuntino, c'è una bella panetteria-pasticceria:


e poi un posto dove fanno delle focacce anche ripiene con formaggio, e che servono belle calde appena sfornate:

Anche qui si può trovare il kachapuri della regione di Acharia, cioè l' Acharuli, quello con l'uovo:


C'è anche una pensioncina molto buon prezzo dentro al parco, l' "hotel" Lilù, ma poi in fondo alla stradina ne vediamo molte altre.


Ceniamo presto, all'aperto, nel grazioso ristorante "1+2" di Gasan Mamedovi,  per 11€uro in due.



Infine torniamo un po' stanchini alla nostra pensione rifacendo a piedi tutto il percorso (che è pedonalizzato), e ci sono le Tre Grazie: Mzia, Manama, e Alyash, che ci stavano aspettando per riferirci della loro ricerca e raccolta informazioni. Dunque spiegano che tutto dipende se si vuole un autista che capisca l'inglese oppure no, e se si vuole un' auto nuova oppure non importa. In base a questo i prezzi variano. Ci presentano un autista di cui la pensione si è già servita e che sanno che è affidabile. Ma siccome diciamo che finora avevamo preso altre auto e gli autisti non sapevano l'inglese e avevano auto vecchiotte, però ci siamo sempre trovati bene lo stesso, allora salutano quello che era rimasto qui ad aspettarci, e ne cercano subito un'altro che fanno mandare a cercare in un posteggio vicino. Quindi insomma alla fine combiniamo con Soso, per 180 Lari (=74€) il quale insiste che si consideri che lui ha l'aria condizionata (che a noi non interessa), in compenso però ha una  grossa bombola del gas che occupa praticamente tutto il bagagliaio. Insomma per fare 280 km e andare dal centro-sud all'estremo est del Paese (e lui ritornare indietro), mi pare un buon prezzo, almeno per turisti europei in alta stagione...  Intanto la povera signora Alyash che stava cenando con suo marito, ha interrotto due volte di mangiare per tradurre la contrattazione.
Che belle queste tre Grazie, nel senso antico della parola grazia intesa come la più squisita bellezza, e in quello cristiano come il prendersi gratuitamente cura del prossimo come la più elevata virtù.
Conclusa la faccenda, la signora alta, Manama, ci vuole offrire una tazza del famoso thé georgiano, con una fettina di torta fatta da lei, e dei pasticcini. Per cui eravamo già sistemati in camera, ma devo dopo poco scendere a prendere il vassoio, e ci incontriamo mentre lei stessa stava salendo su per le scale per portarci queste cose su in camera... Con questo bendidio ci farò in realtà la prima colazione domattina in camera, dato che qui han detto che non si può fare, e dato che i bar vicini che abbiamo guardato hanno le solite cose un po' pesantuccie...
Parliamo un po' con casa via skype, e poi filiamo a letto stanchi (forse anche per lo sbalzo di clima e di altitudine). Comunque dormiamo intensamente nonostante la famigliona vicinissima che fa tardi come è normale fare nelle calde notte estive di un week-end.

Sabato 16
Nella saletta Alya ci presenta suo marito Jamal, stanno guardando alla tv un film russo degli anni '60 / '70. Nonostante quel che avevano detto ci vogliono dare una bottiglietta d'acqua da portare in auto, e nella saletta-colazioni ci portano caffellatte e torta (senza alcun supplemento).

Intanto arriva più che puntuale Soso l'autista, e dunque baci e abbracci, e saluti.
Mi è piaciuto molto questo breve soggiorno a Borjomi.
Avevamo pensato di andare a sud a vedere il grande complesso monastico rupestre di Vardzia, dovuto alla regina Tamara nel 1185, e magari poi passare da Dmanisi... ma si allungherebbe troppo...
Ora dunque andremo oltre la capitale fin nei pressi quasi della frontiera con l'Azerbaijan, alla cittadina di campagna di Sighnaghi, che sta dall'altra parte della Georgia, verso Est.

(continua)

lunedì 29 gennaio 2018

Viaggio in Georgia 8 (Caucaso, Mestia 2)

Giovedì 14 luglio

Al mattino chiariamo che non vorremmo restare solo due notti (tot.74€uro in mezza pensione) ma tre, e lei dice che ci sono a volte dei malintesi con booking, e che da booking.com poi lei prende di meno di quel che noi paghiamo, e comunque ora non c'è problema a fermarci una notte in più e pagarla direttamente in Lari.
Oggi andremo con Marika e con suo fratello Boria che guida il mini-van, a fare una gita nei dintorni. Dalla strada si vede a sinistra (nord) il monte Ushbà (4700m), poi ci dirigiamo verso il complesso di Tetnuldi, che arriva a 4858m., e non come credevo al ghiacciaio (mqinvari)  di Cha-aedi (?).

l'Alto Svaneti (nord-ovest)

e i dintorni di Mestia e Est fino a Ushguli

La campagna qua attorno molto bella e verde, l'aria fine, il cielo grande, azzurro, limpido. Pian piano si sale e si vedono sempre più vette innevate o ghiacciate all'orizzonte.


un torrente invade la strada
il fondo stradale è un po'innalzato per passare un ruscello

Intanto impariamo che ho! significa ok, certo, sì, mentre ki è propriamente sì, così. Ma Marika ci dice che lei è cresciuta a Tbilisi, mentre Gegi è di qui, suo nonno era un vero Svan. Sia lei che suo fratello hanno imparato lo svani, ma tra di loro parlano sempre in georgiano (=kartuli).

brossura pieghevole dell'ufficio turistico

Dopo un po' l'asfalto finisce e la strada è fatta con quei blocchi o lastroni di cemento armato, che usavano anni fa anche in Germania o nei paesi dell'est. Poi dopo un po' finisce anche la pavimentazione di cemento. Poco oltre c'è, isolato, un bar in mezzo ad un bel pratone verde con alberoni e un bel laghetto di acqua gelida. Un paio di matti fanno il bagno...




Da qui la strada è di terra battuta, ma con tante buche, buche con acqua, e anche sassoni, e poi inizia a salire molto ripida.



Si giunge ad un punto panoramico bellissimo, ma dove ci sono lavori incorso per la costruzione di una funicolare e seggiovia in due tratte. Contestualmente ci sono edifici in costruzione, cioè alberghi, e ci sono piste da sci, per il turismo invernale.


Dopodiché arrivare fino in cima con la pista di terra, è una piccola avventura, che però non sarà più tale dal prossimo anno 2017 quando i lavori saranno terminati e la strada verrà asfaltata ed aperta alle auto. Per ora ci sono solo grossi camion e macchinari. Ci sarà un lungo impianto di risalita e una pista di almeno un chilometro e mezzo per sci e snowboard, praticabile tutto l'anno, anche d'estate.



Per il momento andarci ci impegna non poco, anche per la ripida pendenza e il terreno sdrucciolevole. Boria è veramente bravo e fa tutto in seconda ma spesso anche in prima.






Ma poi arriviamo all'ultimo pilone e ci fermiamo in un terrazzamento a 2990m. E' fantastico!


io vado laggiù, non ci si rende conto delle dimensioni, di quanto è grande...



Fa freddino nonostante la magnifica giornata tersa e di pieno sole. C'è silenzio assoluto, e il panorama è incomparabile. Certo assomiglia a certe delle nostre Alpi, ma è comunque diverso il paesaggio. L'orizzonte è tutto di catene montuose, anche lontanissime (c'è il grande e il piccolo Caucaso). Mentre qui vicino domina il "sempre-innevato", e grandi blocchi di neve dura e congelata permettono di camminarci sopra.

Ritorniamo giù stracontenti di questa ammaliante visione del grande Caucaso. Facciamo delle soste per scendere ad ammirare il panorama, e poi quando si incominciano a vedere i primi fiorellini che sbucano dal terreno fradicio, Marika ne vuole raccogliere da portare a casa e ai parenti. Fiori selvatici di campo, belli.
 Borya e Marika
Marika

chiesette ad alta quota


Siccome a casa ci sono appunto vari parenti, andiamo a pranzo in centro da "Dael" nel giardinetto del cortile sul retro,
in pieno sole, dove sul prato ci sono anche due tendine di campeggiatori e "alpinisti". Si vede in lontananza la catena del Caucaso, e c'è un uccellino che corre indaffarato qui e là con le sue esili ma velocissime zampette.

C'è calma e silenzio, e i tempi dovuti alle difficoltà di comunicazione con le donne della trattoria e della cucina sono molto rilassati. Il posto è molto semplice e "alla buona", e ci piace. Prendiamo tre piatti in due (insalata di melanzane, carne con orzo e farro, e purè di patate con formaggio), per un totale di 16 Lari, cioè 6 €uro e mezzo. Credo che qui ci siano anche camere in affitto.
Scambiamo qualche parola con Mati una ragazza di 18anni che studia lingue e sa bene l'inglese, che ha un bel coniglione, un gatto, e un piccolo micino di un mese e mezzo, e alloggia qui.


Restiamo lì a lungo, a riposare un po'.
La trattoria-affittacamere è nella parte centrale del grande vialone maggiore (che fu viale Stalin), un ottimo posto genuino, e poi andiamo in piazza Seti dove stiamo un po' nel parco su una panchina, poi guardiamo un po' meglio il curioso e originale monumento, e vediamo che sotto c'è un appello alla coesistenza pacifica tra religioni diverse


Poi passiamo l'arco di accesso alla piazza,

camminiamo verso la fine del viale, a prendere qualcosa al "Kafé-Bar". E restiamo lì all'aperto a guardare chi passa.

Si sente che in piazza c'è musica dal vivo, e qui il volume è più accettabile.
Purtroppo nel contempo che stiamo lì sparapanzati al sole, c'è una diatriba tra dei turisti e una cameriera, perché dicono che li ha fatti aspettare molto e poi ha portato loro un piatto che era già freddo, e se ne vanno dentro a lamentarsi di lei con la titolare del bar. Intanto la cameriera piange lacrimoni.

Torniamo a piedi a casa e ci sono dei nuovi turisti russi arrivati con un camper. L'autista usa l'acqua della fontanella per lavare il camper dal fango, poi chiude il rubinetto centrale provocando un grande aumento di pressione idraulica in tutta la rete domestica di tubature, e facendo un disastro.
Le mucche tornano alle loro stalle, ma poi certe restano ferme in strada per conto loro per un bel po', e si lamentano mugghiando finché non arriva la loro padrona.

Venerdì 15 luglio
Arriva per mail una cancellazione della prenotazione, e ne parliamo, e dunque protesto con Booking. Poi ci facciamo aiutare da Marika come interprete per prenotare un taxi dall'aeroporto di Kutaisi (che è ovviamente fuori città, diversi km a est) e per andare con un'auto fino a Borjomi nostra prossima meta. Ma l'autista non risponde mai, e allora Marika telefona ad un suo amico, Georgi, con cui combina per 100 Lari, cioè 40 €uro... (è un lungo percorso). Grazie per l'assistenza, gran ciao a tutti.
Boria ci da uno strappo al vicinissimo aereoportino, e restiamo lì in attesa che arrivi l'aereoplanino con cui ritorneremo a Kutaisi. Si parte alle 10. Come dicevo sopra, il volo ci costa 42 lari=16€uro!




Si tratta delle linee aere private "Vanilla Sky" (dal titolo del film), ci sono solo 17 posti in tutto, più i due piloti, è ad elica (è un vecchio aereo polacco) e si vola a quota 3000m. Spettacolo fantastico. Si passa sopra la catena dello Svaneti Range, ma sulla sinistra si vede bene il grande Caucaso centrale.










(continua)