martedì 4 settembre 2018

15. una festa del fallo per bambini in Nepal (1978)

quindicesimo post con foto di interesse etnografico relative ad un viaggio compiuto quarant'anni fa nel Regno himalayano del Nepal. 
Le regioni a sud in pianura sono a  grande maggioranza induiste, mentre sulle alture c'è anche una parte della popolazione (10%) che è buddhista, e vi sono molti che fondono quelle fedi con una antica spiritualità himalayana di matrice tibetana.

estate 1978

BHADGAON - BHAKTAPUR
( ... )
L'indomani prendiamo il trolley bus (=filobus) a Kathmandu vicino allo Stadio, per andare in un altro centro cittadino della Valle (sono tutti centri di grande importanza storica e religiosa) cioè a Bhadgaon (chiamata anche Bhaktapur o Khwopa), cioè "città dei devoti", centro antico di circa 40 mila ab., a 14 km a Est dal centro storico di Kathmandu, andando lungo il fiume Hanumanti, un affluente del Bagnati. Si trova a 1.341 metri di altitudine.
Ci si mette e toglie continuamente i sandali infradito per fare quel pezzo di strada melmoso (in cui le infradito si incollano) che è veramente incredibile da quanto fa schifo; ci si abitua a tutto (ma non tanto). I rickshaws hanno un ombrellino attaccato alla bici per fare ombra al poveretto che pedala.
Attraversiamo il fiume su un ponte, e proseguiamo per Bholache Tole. 
Scendiamo al capolinea. Proseguiamo a piedi e arriviamo in un quartiere periferico della città vecchia, 




Andiamo poi verso il centro storico, la "città santa", attraversando tutta la periferia ovest, con peperoni messi in terra a essiccare






C'è un gran silenzio qui, due o tre le auto viste in tutta la giornata, e nessun altro mezzo, né rickshaws, né moto, né altro, pochissime anche le biciclette. Tutti vanno a piedi. Quasi tutti sono scalzi e alcuni con gli infradito di plastica. E' considerata una città, ma sembra piuttosto un grande paesone di campagna. 







Ci sono tanti bambini, 








molti ci guardano straniti, forse sembriamo loro come dei marziani... (e in effetti siamo gli unici stranieri in giro)


Poi veniamo addocchiati da un gruppetto di monelli che ci portano a vedere qualcosa, 


e assistiamo a una pubblica festa per i bambini, che portano in giro per le strade con gran grida e allegria dei pupazzi di paglia col faccione disegnato e con un grosso organo sessuale eretto e due gran palle, costruito con loro dai loro padri. 



e così si capisce che è un festeggiamento del lingam di Shiva, cioè il pene del grande Dio... quindi è una festa del fallo per bambini.... assieme padri e figli disegnano falli su dei cartoni che vengono ritagliati ed esposti, oppure li si disegnano sui muri...



Poi vanno tutti in corteo con i classici tamburi martellanti, portando anche delle fascìne di granturco, che bruceranno. 


C'erano delle cordicelle tese attraverso la strada, e in questo modo i bambini chiedevano un pedaggio ai passanti, ma senza troppa insistenza.  
Forse era proprio in vista di questa festa che in quella capanna in cui c'era un punto-ristoro, quel bambino truccava il viso del suo fratellino.... 
Poi come dicevo, tutti quanti con il loro pupazzo, vanno verso uno spiazzo in corteo,


e danno fuoco a tutto, creando un gran falò (Lord Shiva è il dio del mutamento e della trasformazione, e sia il lingam, simbolo dell'organo che dà liquido vitale, creativo, che il fuoco, il quale tutto consuma, sono elementi tipici del suo culto).



Insomma una vera e propria festa del cazzo, per bambini, scanzonata e divertente...
E' una festa del folklore della etnia Newar (o Nawa), di matrice hinduista, forse potrebbe essere  questo il festival chiamato Trisul Jatra, che fonde nell'induismo elementi della ancestrale religione himalayana Bön. Esempi simili li si possono ritrovare nell'altro regno himalayano, il Bhutan (cfr. p. es. il blog di Valentina Miozzo: http://www.viaggiarelibera.com/culto-del-pene-bhutan-falli-sacri/ )

Certamente è segno di una visione del mondo naturale diversa dalla nostra occidentale. Gli organi sessuali così come gli atti sessuali, non sono tabù. Ad essi non viene associato un concetto morale. Come in campagna si fanno accoppiare tori e mucche per avere dei vitelli, così qui in Nepal ancora prevalgono i matrimoni combinati, che hanno sopratutto il fine di perpetuare la stirpe famigliare. In seguito con la convivenza i due coniugi si potrebbero anche innamorare, ma la loro unione è stata decisa dai rispettivi genitori e parenti. Vi è un altro concetto della sessualità. Per un inquadramento nella spiritualità hindu, di antiche origini, avevo letto il libro del 1976, che consiglio:




Ma anche gli storici hanno mostrato che differenti sentimenti e usanze e comportamenti erano vigenti in Europa nei secoli e millenni trascorsi... (cfr. D. de Rougemont, 1938; R.Lewinsohn, Storia dei costumi sessuali, 1956, trad. it. Sugar editore, Milano, 1959; ...). Per es. nella antichità pre-cristiana, anche nelle culture greca e latina, vi era il culto del dio Eros, o quello della figura di Priapo (con il fallo eretto)... Nelle immagini greche per es. i guerrieri che vanno eccitati allo scontro in battaglia sono raffigurati con il fallo duro, ecc. (p.es. cfr. il recente studio di Paul Chrystal, 2016...)



acquistiamo il libricino di un autore nepalese


Dunque nella cultura tradizionale nepalese vigono altri valori di riferimento, altre usanze, tra cui anche vi sono altri costumi, abitudini, in ambito sessuale, come ci hanno insegnato i padri della antropologia culturale in diversi studi, sugli Inuit eschimesi, sui melanesiani delle isole dell'Oceania, su vari popoli africani, eccetera ecc. da B. Malinowski in poi (inoltre in occidente l'apparenza della facciata sociale, spesso ipocritamente copre una realtà sottostante ben diversa, il che è noto almeno dai tempi di S.Freud e di W. Reich, e poi del Rapporto Kinsey, 1948-53, o degli studi storici di Ph.Ariès, di J.Solé, 1976;  o J.L.Flandrin, 1981;...).  


Eccoci ora nel centro storico, ancora ci sono alcune capanne, dei portatori con le loro gerle, i peperoni sui marciapiedi, una giovane donna che fila la lana in strada (vedi sopra).



Ci sono dei templi veramente favolosi. E' questa la cittadina più buddhista. Ma soprattutto ci colpisce rispetto alla capitale questo "salto indietro nel tempo"... (ci si può fare un'idea di che cosa era la cittadina allora, guardando su youtube un filmino girato all'epoca: http://www.youtube.com/watch?v=k2b271JAVr0 ). 

Faccio parecchie foto, perché questa Bhadgaon (o Bhaktapur) ci piace moltissimo.



In un posto per mangiare, cioè una capanna in cui c'era un punto-ristoro, prendiamo: Alu Tama (fatta con i germogli di bambù), e Masu, che è della carne al sugo e con spezie (forse del bufalo indiano d'acqua, detto arni ?).



Gironzoliamo ancora un po' prima di ripartire col filobus e tornare a Kathmandu.



spidocchiamento reciproco in piazza





la piazza del Dattatraya Temple con il Garuda alato d'oro



Per il resto del viaggio si veda il diario in
http://viaggiareperculture.blogspot.com/2011/12/nepal-1978-2-kathmandu.html

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