martedì 16 aprile 2013

religioni del mondo


Nel recente rapporto dell'ente di ricerca americano Pew Forum, intitolato Global Religious Landscape,  "Panorama delle religioni a livello globale", si riferiscono i dati relativi alle rilevazioni di censimenti o indagini sulle appartenenze religiose nel mondo, aggiornati a tutto il 2010 (ne riferisce un articolo uscito la prima domenica di quest'anno sull'inserto La Lettura del CdS, oppure si veda direttamente su internet in: http://www.pewforum.org/global-religious-landscape.aspx ).
I vari sentimenti di appartenenza vengono suddivisi in otto grandi categorie, ognuna delle quali accomuna situazioni anche piuttosto diverse se non disparate tra loro. Cioè cristiani, islamici, non-affiliati, poi di spiritualità induistiche, buddisti, di religioni e spiritualità "tradizionali", di religione ebraica, e altri. Come si vede si tratta di una ripartizione un po' grossolana, ma i dati che emergono sono comunque interessanti.

Risulta da questo vasto giro d'orizzonte in cui si mettono assieme criteri i più diversi di rilevazione, dovuti anche alle differenti situazioni esistenti nei vari paesi del mondo, che i cristiani, comprendendovi i cattolici (romani e delle chiese orientali), quelli delle varie chiese ortodosse, i copti (egiziani ed etiopi), i protestanti e i riformati, di molteplici denominazioni, gli anglicani, i luterani, i calvinisti, gli zwingliani, i battisti, i quaccheri, i valdesi, Christian Science, i pentecostali, gli avventisti, gli anabattisti, poi gli uniati, i testimoni di Geova, ed altri ... che hanno in comune come sacre scritture la Bibbia e i Vangeli, comprendendo anche i mormoni, sarebbero in tutto circa 2,2 miliardi;

mentre gli islamici, sia sunniti, che sciiti, che i credenti nel Mahdi, e di altri vari gruppi (ad es. i drusi, gli alawiti, gli zayditi, ismailiti, imamiti, ecc. ), e infine anche i non praticanti e laicisti...(non pochi p. es, in Turchia e nei paesi ex-sovietici), che fanno riferimento al Corano come testo sacro, sarebbero in totale un miliardo e 600 milioni circa.

Per cui queste due marco-appartenenze comprendrebbero circa metà del genere umano.


I cristiani -intesi nel senso più ampio possibile- sarebbero dunque il 31/32 % del totale, in particolare gli USA sono il paese in cui vive il maggior numero di cristiani (di diverse confessioni), seguiti da Brasile, Messico, Russia (prevalentemente ortodossi), e Filippine. Quindi solo dopo questi viene la "vecchia" Europa, cui poi segue la Cina, in cui i cristiani sarebbero soltanto il 4 / 5%, ma che assommano comunque ad un grande numero, tale da essere il settimo paese in termini assoluti in questa graduatoria interna al cristianesimo inteso in senso ampio. 
Il primo paese dell'Europa per numero è la Germania (assommando i vari protestanti e riformati ai cattolici), ma nella graduatoria dei singoli paesi del mondo, viene dopo Nigeria, Congo, ed Etiopia. 




In generale, i cristiani dell'Asia, dell'Africa e dei paesi centro-sud americani, sono come numero il doppio di quelli europei (Ovest ed Est) e nordamericani (Usa e Canada) assommati. In generale, in percentuale i cristiani in Europa sono scesi nell'ultimo decennio dal 66% al 32% sul totale dei cristiani, mentre quelli del cosiddetto Sud del mondo, sono passati da un 20% al 60% circa.

Coloro che invece si riferiscono all'Islam, e oltre ai sunniti( =90%), vi sono gli sciiti, i sufi, e i drusi, i wahabiti, gli yazidi kurdi, gli ahmadyia, eccetera, assommerebbero ad almeno il 23% della popolazione mondiale con 1,6 miliardi di fedeli.  Di questi il 20% circa vivono nei paesi nordafricani e nei paesi del Vicino e Medio Oriente, cioè in paesi arabi in cui circa il novanta per cento della popolazione è dichiaratamente musulmana (dopo i vari esodi dei decenni scorsi ed attuali). Mentre più del 60% dei musulmani si trovano nella macro-area Asia&Pacifico. Si consideri ad es. che il 13% dei musulmani del mondo vive in Indonesia, e il 30% nei paesi del cosiddetto sub-continente indiano. Un 3% (in crescita), vive in Europa (escludendo la Turchia), dato che sarebbero circa 43 milioni, pari cioè al 6% degli europei. 
In generale l'età media dei musulmani è di 23 anni, mentre quella dei cristiani nel mondo è sui 30 anni o più.

Il terzo macro-gruppo in ordine di importanza, tra gli otto riportati sopra, come abbiamo visto è quello di coloro che genericamente sono stati definiti "non-affiliati" ad alcun movimento, istituzione, o chiesa. Sarebbero più di un miliardo, quindi circa quanto i cattolici, e perciò rappresentano un sesto del genere umano. Vengono qui assommati non solo atei  ed agnostici, o indifferenti, ma anche coloro che non saprebbero auto-definirsi, o collocarsi in alcuna delle altre  ripartizioni. Per cui in questa categoria vi sono persone che comunque credono in qualche particolare forma di divinità o di spirito universale onnipervadente, o in un concetto metafisico filosofico, o che credono in più divinità, o sono panteisti, o che praticano culti vari ed eclettici o sincretici, o che si trovano in percorsi di ricerca spirituale.  In Occidente gli Stati Uniti sono il terzo paese al mondo per il numero di non-affiliati, con 50 milioni di persone (ma forse qui sono conteggiati anche i cristiani non-denominationals...?). Ci sono sei paesi nel mondo in cui questa categoria costituisce la maggioranza , ad esempio in Europa, vi sono la Cekia e l'Estonia. Comunque ad es. in Europa  occidentale i non-affiliati sono il 40% nei Paesi Bassi, il 30% in Francia e Belgio, il 25% in Germania e in Gran Bretagna, e il 20% in Spagna.
In Europa la loro età media è di 37 anni (mentre per i cristiani è di 42 aa), e nel Nord America di 31 anni.
Inoltre ad es. nella macro-area Asia&Pacifico, vengono conteggiati tra coloro che non sono seguaci di una chiesa o di una istituzione religiosa dottrinale e gerarchica, anche in gran numero i cinesi ( i confuciani, i taoisti, oltre ad atei e agnostici), i shintoisti di matrice culturale giapponese, e gran parte delle forme di religiosità praticate in Corea, o in Indocina, che non hanno una teologia né a volte una dottrina metafisica.

Già questi dati relativi ai tre maggiori macro-gruppi ci fanno riflettere su certe idee precostituite, o comunque diffuse a livello subconscio, che andrebbero riviste alla luce di quanto qui emerso.

Al quarto posto nel mondo vi sono gli hindu ( sia shivaiti che vishnuiti, ed altri che in vari modi si riferiscano alla Trimurti) e coloro che si rifanno comunque a varie forme di spiritualità di origine induistica, vedica, e bramanica, cioè a quanti dichiarano di osservare in varie e diverse misure e modalità il Sanatana Dharma. Vi sono dunque coloro che praticano varie forme di bhakti (devozione), chi venera Krishna come divinità suprema, chi segue gli insegnamenti di questo o quel guru, o maestro, o santo ... chi segue l' Advaita Vedanta... Vi sono templi e monasteri diversi, che sono da certi ritenuti anche centri dottrinali. Tutte queste varie forme di religiosità e di spiritualità assieme assommano al 15% della popolazione mondiale e sono presenti in tutti i continenti (anche se il 95% vive nei paesi dell' ex impero britannico delle Indie o circonvicini).

Al 5° posto vi sono i buddisti (delle diverse tradizioni: Theravada, Mahayana, Vajrayana, tibetana, lamaista, zen, tantrica, soka gakkai, ecc.) che assommano al 7% della popolazione mondiale e sono presenti oramai anch'essi nei vari continenti, anche se maggiormente in Asia, in particolare in Sri Lanka, Myanmar, Thailandia, nei paesi dell' Indocina, in Indonesia nell'isola di Bali (e in regioni di Giava), Mongolia, Tibet, Corea, Giappone, Nepal, Bhutan, in India (in Ladakh,  e in località del Kashmir e del Bengala), in certe regioni della Cina (Oburmonggul, cioè la regione mongola interna, e Yünnan), e in territori siberiani ex sovietici (Tannu-Tuva, Buryatia mongola, Tartarstan, Calmuchia o Kalmykia, e altri). Come è noto l'insegnamento del Buddha Gautama non prevedeva alcuna menzione di una divinità, né di un creatore, né del divino. Perciò vi è chi non considera il buddismo una vera e propria religione ma piuttosto una spiritualità derivata da una filosofia e da un' etica.

Al sesto posto in graduatoria le persone di religioni e spiritualità cosiddette "tradizionali", tra cui si contano i popoli amerindi ("pellerossa", indios pueblos, indigeni del Messico, maya, andini, amazzonici, ecc.), i vari aborigeni (non solo australiani e maori neozelandesi), e inoltre moltissimi popoli africani di spiritualità animista, ma anche altri. Quindi per es. gli ainu giapponesi, gli inuit (eschimesi), gli aborigeni indiani e delle Andamane, i popoli della Nuova Guinea, alcuni hawaiani, i Kanaki, i Vedda di Sri Lanka, eccetera, nella misura in cui essi continuano a seguire le tradizioni spirituali "dei loro progenitori e degli antenati". Ad es. a Cuba vi è la religione degli Orisha (di origini africane), ad Haiti vi sono le credenze vudù, nel nord-est del Brasile il candomblé...  Cui si aggiungano le più disparate altre forme tradizionali esistenti per cui si va da religioni pagane, allo sciamanesimo, a credenze totemiche, a culti degli antenati, dei morti o di spiriti vari, ... e dunque in questa composita sesta categoria vi è un po' di tutto, e si spazia dalla fede nel Grande Spirito (Manitù) il Dio supremo dei popoli pellerosse, alle credenze polinesiane e melanesiane nel mana, fino alle credenze negli spettri... o nei naths (Birmania), e alle superstizioni del folklore dei vari popoli.

Al settimo posto (quasi per rispettare il settimo giorno...) vi sono coloro che praticano la religione ebraica in varie forme (ortodossi, conservatori, i vari gruppi di hassidim, poi i riformati, i laici, gli umanisti, eccetera, ivi inclusi i falascià, e persino i samaritani e i giudeocristiani...) che ammontano a solo lo 0,2% della popolazione mondiale, essendo però presenti in tutti i cinque continenti, ... Anche se in effetti gli ebrei o israeliti che vivono negli USA, in Israele, e in Russia assommano all' 80% del numero totale degli ebrei; che in minor misura sono presenti in altri paesi come Gran Bretagna, e Francia, o Argentina, Australia, Brasile, Benelux, Sudafrica. Come è noto nella religione ebraica, dalla diaspora in poi, non esiste una struttura fissa nell'organizzazione dei luoghi di culto, né una gerarchia sacerdotale, né un corpo dottrinale canonico unico e assoluto riguardo ai contenuti e significati della fede, ma vi sono prevalentemente precetti comportamentali, etici e cerimoniali (seguendo la Torah, la Bibbia ebraica o Pentateuco, e il Talmud), e poi un insieme di racconti, di parabole, e soprattutto di commenti e di interpretazioni alle sacre scritture.


Infine vi sono gli "altri", in cui sono conteggiati semplicemente tutti i rimanenti .... Quindi si va dalle più diverse fedi tradizionali e "storiche", come i Sikh, i Jaïn, i Baha'ì, i Parsi (o zoroastriani), a cui però vengono aggiunti gruppi in parte più recenti come i rastafari (Giamaica, Antille, Etiopia), i radhasoami, "sette" varie, gruppi teosofici o di antroposofia, scientology, spiritisti, rosacrociani, gnostici, damanhuriani, i cosiddetti acquariani, eccetera.  Se si mettono assieme queste disparate e assai differenti realtà (considerando che i Sikh sono monoteisti, i Jain venerano gli insegnamenti del maestro Mahavira, i Bahai sono universalisti e sincretici, ecc. eccetera...), si calcola di raggiungere un totale generale dello 0,8% a livello mondiale.



Come si può ben comprendere tutto dipende da come si sono fatti i rilevamenti, per cui questi sono molto soggetti in vari paesi al condizionamento di fatto di tradizioni, di cultura diffusa, o di pressioni sociali o ideologiche. Dipende se si prende in conto l'iscrizione alla nascita in un registro di membri, o se ci si basa sulle auto-dichiarazioni (che pure possono subire vari condizionamenti psicologici o politici o ideologici), molti potrebbero essere in realtà del tutto indifferenti nella vita quotidiana ai dettami della dottrina del gruppo o del culto cui risultano appartenere o anche cui dichiarano di far riferimento, oppure essere al contrario molto praticanti ma non tanto per una scelta consapevole bensì  solo per il fatto che si trovano a vivere in un certo contesto in cui ad esempio non si ha alcun accesso ad altre conoscenze .... 
Ad esempio tra gli ebrei molti sono persone del tutto laiche, e non pochi persino non credenti, ma che risultano essere tali in quanto (come è prescritto) sono semplicemente "figli di madre ebrea".  In molti paesi cattolici ad esempio sono ufficialmente dichiarati come tali tutti coloro che da neonati abbiano ricevuto il battesimo...
E infine c'è da precisare che le persone (adulti o meno) che risultano come credenti in una religione sono in tutto l' 84% della popolazione globale. 
Questi dati potrebbero però non dirci nulla ad es. di cambiamenti che possono avvenire nel corso di una vita, né delle credenze effettive dei minori d'età, e a queste si potrebbero aggiungere mille altre considerazioni critiche di metodo e di contenuto….

Comunque sia, questi dati, certo molto approssimativi, e da prendere "con le pinze", o cum grano salis, sono quanto mai interessanti, e sarebbe altrettanto - o più -  interessante se si avessero dati simili anche per il nostro paese (in molte cose troppo vincolato da clausole di concordati e intese), (per farsene una idea vedi http://www.cesnur.org/ religioni_italia/default.htm) e ci inducono appunto, come dicevo più sopra, a riflettere su certi preconcetti, e idee precostituite che spesso condividiamo pur senza mai esserci dati la pena di verificarne la fondatezza (oltre al fatto che il mondo e le società, così come le identità e le ideologie, e le credenze, mutano ai nostri giorni molto rapidamente). 

E' comunque importante per un viaggiatore avere una sia pur sommaria infarinatura sulle varie religioni, spiritualità e credenze dei vari popoli, o almeno informarsi un poco, prima di partire. E inoltre in questo nostro mondo globalizzato, essere un po' più al corrente della varietà di atteggiamenti e convinzioni relative ai temi religiosi e spirituali è direi imprescindibile anche se non si viaggia. Certo la complessità del tema non si può risolvere in una semplicistica schematizzazione in otto filoni come abbiamo visto nel caso di questa inchiesta. Nella realtà non è possibile ridurre la estrema varietà delle spiritualità del nostro mondo in queste generiche accozzaglie in cui ad un certo punto non si capisce bene nemmeno che cosa significhino certe categorie, come i non-affiliati, o le spiritualità tradizionali, o gli "altri", in cui si accatastano assieme elementi che non hanno praticamente nulla a che fare tra loro, ... ma sta di fatto che è bene essere più informati sul quadro generale e poi non sarebbe certo cosa inutile approfondire almeno qualche filone di queste otto macro categorie, anche se un po' raffazzonate tra loro, e che potrebbero più appropriatamente essere almeno moltiplicate per due-tre-quattro o più volte per fare maggiore chiarezza. E comunque già basterebbe questo rapidissimo schizzo del panorama per percepire la grande multiformità presente e vivente e la grande complessità della questione.

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