martedì 13 novembre 2018

17. Rajasthan, festa del Teej a Jaipur 2004


Proseguo con i Post con argomenti e foto di interesse etnografico e folklorico relativi a nostri vecchi viaggi, il 17° della serie.
 Nel 2004 eravamo stati in Rajasthan, che è quello Stato federato della Unione Indiana, a sud ovest di Delhi, che al momento della indipendenza dell'India dalla Gran Bretagna (1947), radunò tutti i territori dei piccoli regni degli ex re o principi (Rajah) del popolo Rajput nel nord-ovest dell' Hindustan, fino al grande deserto del Thar, che separa l'Unione Indiana dal fiume Indo, o Sind (che dopo l'indipendenza scorre nel vicino Pakistan, lo stato islamico sorto in seguito alla grande spartizione dei territori).  Si tratta dei principati di Udaipur, Jaipur, Jodhpur, Jaisalmer, Bikaner, Alwar, eccetera (come da noi le Marche, che riguardano i territori dei vari marchesi di Senigallia, Fano, Ancona, Pesaro, Ascoli eccetera). Il Rajasthan è poco più grande dell'Italia, e con un numero di abitanti quasi eguale al nostro. Vi dedichiamo luglio-agosto 2004, vedi le 18 puntate  del mio diario (pubblicate in ottobre/novembre 2011).
In primo luogo siamo stati a Jaipur, detta "la città-rosa" dal colore dei palazzi, la città capitale che fu dichiarata tale dal Maharaja (=gran re) Jai Singh II, della dinastia della principale famiglia regnante nei paesi dei Rajput, nel 1727, ed ha una pianta conforme al piano urbanistico che fu ideato sulla carta. Vedi le relative tre puntate su Jaipur caricate sette anni fa su questo Blog (dal 3 novembre del 2011 in poi).
Percorriamo la grande via principale dove c'è l'ingresso all'area murata che contiene l'ex Palazzo reale, e il famoso "grande palazzo dei venti" (Hawa Mahal) dove abitavano tutte le mogli e le schiave dell'harem del re. Poi il grande osservatorio astronomico, dove si svolgevano corsi e ricerche nel campo dell' astronomia, della matematica, e delle scienze.

E infine abbiamo -tra le altre cose- assistito ad un festival tradizionale in un parco. 
Si tratta del Teej, Festa in onore alle donne sposate, con riferimento alla unione di Pàrvati con Shiva. (cfr. https://viaggiareperculture.blogspot.com/2011/11/india-nord-ovest-2004-12-jaipur-1.html )

Già dalla strada precedente, a lato di un cantiere, veniva annunciato l'evento da un anziano pifferaio banditore, con due altri con tamburelli seduti su un palchetto sopraelevato, che invitavano ad andare alla festa.





da lontano già si vedono avanzare quelli della processione, con davanti un elefante


l'elefante barrisce sonoramente


e ora che siamo più vicini si vede che è tutto dipinto a colori



 e seguono nel corteo dei danzatori travestiti da cavallerizzi con musica di grandi corni

 si muovono verso il Parco
ci sono strumenti particolari a percussione che marcano il ritmo
tra i danzatori c'è anche uno travestito da Shiva
che comincia a ballare

e un altro danzatore "travestito",

 travestito da uno dei personaggi del Mahabhàrata, la grande storia epica dei Bharata (da cui il nome dell'India in lingua hindi), composta da più canti del IV secolo a.C., ma riferita a tradizioni ancestrali collocate nel XXXII sec. a.C., e che fu messa per iscritto da un leggendario Vyasa (cioè "compilatore"); è paragonabile, ma molto più lunga, all'importanza che gli antichi greci diedero ai canti epici (l'Iliade e l'Odissea di "Omero"), o i persiani agli antichi testi sacri iranici su Ahura Mazda e Ahriman (cfr. M.Eiade). In effetti si tratta in sostanza della lunga contesa tra forze maligne e forze benigne per la conquista del mondo (cfr. G. Dumézil).

Una sorta di Maestro di cerimonia 

sembrerebbe guidare l'avvio di vari spettacoli che si susseguono.










Intanto vengono allestiti banchi per il cibo

e si prepara un coro di donne sedute in cerchio accompagnate da due suonatori a percussione







ma prima di iniziare va accudito un bimbo 




Intanto inizia un'altra orchestrina con danze vorticose


queste danzatrici hanno un costume scuro del tutto diverso dalle altre, forse sono di una regione differente


una gonna
Frse queste danzatrici che girano su sè stesse così vorticosamente rappresentano delle pastorelle, le mitiche gopi, dato che dopo il vortice alcune vanno all'ombra a dondolarsi in altalena... come si vede in molte iconografie


in un altro angolo del parco si svolgono altre musiche e danze, sempre ispirate a passi del grande poema epico (75mila versi)

tra cui un balletto maschile di guerrieri di casta Kshatriya che mimano una battaglia








Intanto si mette in ordine di parata tutta un'orchestra, la Kawa Brass Band, che è la banda ufficiale di questo  Teej Festival


 il direttore dell'orchestra



Poi si svolge una scenetta teatrale sul prato, in cui un attore travestito da donna con un cesto sul capo, viene contattata dal personaggio che rappresenta un nano gigante buono, Ravana (spesso raffigurato con una clava di Vishnu), e che visse a Sri Lanka; dopodiché la donna si reca dal personaggio che interpreta Shiva, evidentemente riferendosi ad un qualche noto episodio del Mahabharata, che noi però non conosciamo...









Mentre questa attrice rappresentava forse la divina Pàrvati...(?):



Poi un gruppo di donne inizia una danza leggiadra e svolazzante di sari di seta e cotone finissimo


sopraggiunge anche un terzetto di tamburi che sottolineano il ritmo


con infine anche ombrellini colorati parasole

a questo punto si può approfittare dei banchi di cibo offerti in modalità "all you can eat", e dopo pranzo ci sono alcune attività come per es. la possibilità di farsi fare dei disegni di henné sulle mani che ovviamente sia Ghila che Annalisa non si lasciano scappare
una operatrice mostra un esempio

Queste le realizzazioni:





Con ciò termina il festival del Teej di Jaipur

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