venerdì 1 novembre 2013

Bali 28 (Kuta)

28° giorno,  1° ottobre
Anche stamattina mi intrattengo un pochino con la bimbetta di una inserviente che se la porta sul lavoro; tutti/e i/le bimbi/e balinesi sono bellissimi/e. Ci sono i soliti cinguettii che tengono compagnia e fanno sentire "a casa". 
Per oggi andremo con lo shuttle bus gratuito dell'albergo a vedere Kuta per comperare dei regalini da portare a Ferrara. Oggi il cambio è tra 15999 e 16295 a seconda dei money changers. L'autista vuole imparare il francese e allora prova ad avviare una improbabile conversazione con una coppia (di cui lei è evidentemente di origine vietnamita o indocinese), e lei ride, ride e si diverte tanto... e poi resta sempre sorpresa. Alla fine della corsa tutti noi oramai contagiati ridiamo, e l'autista stesso pure ride di cuore. Si ferma a fare delle consegne o delle commissioni, per cui il tragitto dura molto più del necessario. Non si fa scrupoli anche in stradine strette a fermarsi e scendere, bloccando tutti quanti, e poi ritorna tranquillo.
una cerimonia nuziale
Andiamo per negozi, e ce ne sono di molto belli e di buon gusto. In uno, il bel "Handmade Balinese Lace",  c'è sul tavolino un librone fotografico con immagini e disegni di Bali negli anni Trenta, di Arthur Fleishmann, D.Fleishmann, e P.deBont, a c. di F.Jansen, con reviews di M.Covarrubias, H.Powell, Georg Krausen, B.Zoete, e W.Spies, Theo Meier, e Willem Hofcker, per le Pictures Publishers. Molto interessante, sia per la parte dovuta al suo soggiorno a Bali, sia per le riproduzioni delle sue sculture, che per l'antologia di brani di autori che visitarono l'isola ottant'anni fa.

In questo bel negozio, dove Ghila si prova e si compra un bel vestitino estivo bianco, vedo che dal camerino fugge un topo che si precipita dentro ad un impossibile buchino che non avevo neanche notato.



Gironzoliamo per jalan Pantai, jalan Legian e dintorni, alla fine ci fermiamo in Kuta square e pranziamo al moderno "Bali Colada" perché ha l'aria condizionata. Prendiamo un club sandwich, Nasi Campur veggie, un pancake, e un piatto di penne alla puttanesca veramente buone e ben fatte, acque e coke, più tasse =15€ in tre. Poi loro due proseguono, e io resto là ad aspettarle, prendendomi un ottimo crème caramel. Ghila riesce a trovare  al Matahari a buon prezzo gli smalti per unghie (kutek) che cercava.

Quel che stiamo facendo oggi è shopping (ovvero i balinesi lo chiamano sopì), ma il fatto è che, da quel che si può vedere e che ascoltiamo, molta gente è venuta qui a Bali a Kuta proprio per fare shopping o anche per fare shopping... E i balinesi e gli indonesiani sanno bene che a loro garanzia c'è il basso costo locale della produzione, e un cambio a noi molto favorevole, e dunque non possono fare a meno di cercare ad ogni costo di piazzarti la loro merce. Il che è del tutto comprensibile, càmpano di quello, comunque lascia un po' costernati rendersi conto di questo, cioè che questo è il dato base, che sta a fondamento di tutto lo sviluppo economico del paese. Perciò tutto è qui finalizzato a quell'obbiettivo, per dare loro quel che cercano, chiedono, desiderano, cioè i mezzi per illudersi di poter vivere come gli occidentali, o i cugini orientali più sviluppati. A tutti quanti piace praticare lo sport nazionale del bargaining, del contrattare, è una specie di gioco popolare che giocano volentieri, e di solito combinano dei buoni affari, sopratutto con chi non sa che deve contrattare, non ha voglia di farlo, o è comunque ignaro del vero costo delle cose e quindi paga i prezzi richiesti (che sono sempre molto inferiori ai "nostri"). Invece bisogna subito controproporre meno della metà di ciò che dicono, o un terzo di quel che a prima battuta ti chiedono. Poi il prezzo "vero" verrà eventualmente fuori quando avranno capito che a noi davvero la cosa non interessa poi talmente, e che per davvero stiamo andandocene via (e non ripasseremo mai più di lì).

Fa un caldo tremendo, con un sole spaccacranio. In una spa vediamo che si fa il pediluvio in un catino con pesciolini che ti smangiucchiano le pellicine dei piedi, si chiama "fish spa". Compriamo delle cosine e alla fine dovremo cambiare dei soldi, ma troviamo bene, a 16250, e contrattando col money changer otteniamo un cambio migliore: a 16295.
 in fondo a uno stretto vicoletto, gang

Sbirciamo in un paio di templi, e edifici del locale banjar.



il trono vuoto, stracolmo di offerte

Ci fermiamo a un bar all'angolo vicino alla fermata del nostro shuttle, per refrigerarci. Ciacchieriamo con due giovani spagnoli, e una coppia di francesi, che sono carini e bravi, appassionati gran viaggiatori.

un bar mi pare in Poppies Lane
Torniamo con lo shuttle che senza le soste dell'andata, e non facendo stradine strane, ci mette davvero pochissimo. Poi stiamo in piscina e infine andiamo a cenare al MahiMahi, dove prendo un chiken pandanus, cioè cotto nella foglia.

Bali 27 (Jimbaran, Bukit e Uluwatu)

(sèguito di domenica 29 )

Breve trasferimento di un'ora e mezza, giusto il tempo per lasciare la Bali reale ed entrare in una  vacationland nel sud dell'isola.
Anche se in realtà la nostra destinazione, cioè a sud dell'aeroporto, è meno frequentata di Legian. Ultimo posto del viaggio...: un albergo moderno di stile balineggiante a Kedonganan, sulla baia della grande Jimbaran beach. Si chiama "Puri Bambu", cioè luogo, sede, di bambù.
Una standard room per tre, con bagno, veranda, breakfast, e plus plus di tasse, qui viene circa 22€ a testa, la cifra più alta di tutto il viaggio...
Ma ora la camera non è stata ancora rifatta e quindi c'è da aspettare.
La spiaggia è vicina, ci si va a piedi, e là ci sono vari warung, e altro. Ci dicono che chiedendo, quelli di un warung vicino vengono anche a prenderti gratuitamente con un auto. E così combiniamo e viene uno con un van che ci porta in due minuti al suo ristorante, il "Ganesha"- live-fresh grilled & fried seafood.



Così intanto guardiamo il mare dalla finestrona, naturalmente anche qui non può mai mancare la carta igienica in tavola, serve per pulirsi le dita. La tavola di marmo, non è proprio pulitissima, ma il posto è gradevole. Prendiamo riso, pollo, e pesce, i piatti sono saporiti e il pesce fresco, porzioni abbondanti, e bibite, acqua, due succhi di papaia, tot. quasi 9€ a testa.


Poi dopo mangiato ci mettiamo in spiaggia all'ombra a guardare le onde infrangersi, e la spiaggiona deserta. In fondo a destra (=nord) c'è il porto dei pescherecci, la maggiore attività di Kedonganan. C'è anche ovviamente un Fish Market di vendita diretta.

Siamo proprio a fianco dell'aeroporto e un'altra "attività" è quella di guardare gli aerei atterrare, ne arrivano ogni momento, è un continuo...

Intanto arrivano arrancando nella sabbia rovente 5 desperados a cantare malino belle canzoni messicane, tipo "hay si te pego..."... : il primo sembra il leggendario "pennarossa" che si è oramai ritirato da ogni battaglia, il secondo un po' più pasciuto sembra uno che è stato ex cuoco di brigantino d'alto bordo, e di un paio di altri vascelli pirata nel mar delle Molucche, ecc..., poi c'è un peruviano rotolato giù dalle Ande, ecc. Quando finalmente se ne vanno, il più impacciato è quello con l'alto tamburo e il piatto-batteria, che sono troppo pesanti...
Ci sono vari altri ristorantini anche belli lungo la spiaggiona, e anche un tempietto.

Ora c'è qui con noi Mathias, l'ungherese, che è venuto apposta dalla vicina Kuta per ritrovarci. Domani partirà per il suo viaggio a Sulawesi (Celebes). Resta un po' a tenerci compagnia, e azzarda un bagno tra le ondone, per cadere rovinosamente travolto ogni volta che ne arriva una.

Al pomeriggio torniamo a prendere possesso della camera, e a farci un bagno in piscina. C'è un bel giardino tropicale interno.
Ceniamo in albergo.

Lunedì 30,  = 27° GIORNO

Vedo che il nostro albergo sta in via jalan Pengera Cikan, il che mi fa un certo effetto... per l'assonanza con Pancera..., e vedo che nel 2012 ha avuto il riconoscimento da Trip Advisor come migliore rapporto qualità/prezzo.
Combiniamo con il driver Madé Juena e ci facciamo portare a fare un giro della penisola di Bukit (Bukit Badung). Andando verso sud si incontrano molti alberi di kapòk, e anche molte mucche Sapì. I balinesi mangiano, oltre a ortaggi, verdure e frutta, soprattutto pesce, ma anche carne di pollo un paio di volte alla settimana, mentre sono rarissime le persone che mangiano carne di vacca, invece un piatto tipico è il maialino "da latte" allo spiedo (baby Guling).

ULUWATU
Poi si comincia a salire in collina, a circa 200 metri sul livello del mare. Molto suggestiva la località dove c'è il tempio di Ulu watù (Pura Luhur Uluwatu). Per fortuna arriviamo di primo mattino e quindi prima dei pullman dei gruppi turistici organizzati dalle agenzie. In effetti alla fine della visita arriva ad es. un gruppone di ragazze australiane, e tutto cambia.

la biglietteria




E' la posizione che è spettacolare, su un'alta rocca, a picco sull'oceano infinito, stagliato nel cielo azzurro... con le grandi onde che si infrangono sotto ...


Qua e là lungo il ns percorso vedo che ci sono varie scritte, soprattutto dove ci sono dei templi o luoghi con istituzioni o sedi religiose, in caratteri dell'alfabeto corsivo antico balinese. Ora lo insegnano anche nelle scuole. Madé è contrario, dice che secondo lui è meglio utilizzare sempre solo l'alfabeto romano (così lo chiama) perché è uguale in tutta l'Indonesia e anche in Malaysia, e nelle Filippine, e in Vietnam, e anche in Australia ....ecc.
Poi vediamo la stupenda spiaggetta e golfetto di Padang Padang Beach, dove ci sono vari warung, e molte homestay, (e ci sono anche diversi muslim warung con cibo hallal), e si vedono molti surfisti, che girano in scooter con lo speciale porta-surf. Ma oramai anche qui stanno costruendo un grand hotel. Che ne sarà di qui a pochi anni di Bali?



Andiamo per vedere la famosa spiaggia di Dream Land, ma è un luogo orribile con una specie di piccola autostrada d'accesso, dove il ricco figlio del defunto dittatore Suharto, sta costruendo un mega posto con resorts a 5 stelle o più, e sta stravolgendo la conformazione fisica del luogo, oltre che aver cambiato tutto l'ambiente sociale, modifica proprio lo stesso paesaggio. Non riusciamo nemmeno a posteggiare, né a vedere la New Kuta beach per ricchi indonesiani e malesi... A quanto pare in un prossimo futuro non ci sarà più nemmeno il paese di Pecatu (pronuncia Peciatù), ma al suo posto un enorme "Indah Resort".

Che cosa mai vuole dire "sviluppo"? e per chi? che cosa vorrebbe dire in certi casi l'aggettivo qualificativo "sostenibile"? è sconcertante: fra poco tutta questa vasta area non sarà più nemmeno accessibile ai comuni mortali...

PANDAWA beach

Andiamo allora a Kutuh, alla spiaggia di Pandawa beach, bella, con bell'acqua, e ci fermiamo un po' a fare il bagno e stare sulla sabbia bianca. Ma anche qui si prepara una "sviluppo" distruttivo e sconvolgente, che annienterà la collina retrostante. (il parcheggio costa 5 mila, più 5 a testa per l'ingresso, quindi in totale spendiamo 1€ ). Si va giù per una strada ricavata nella roccia, con nicchie in cui ci sono una infilata di dèi hindu e personaggi mitologici.

 Poi giù c'è un bar, dei ristoranti, un tempio, un posto in spiaggia per fare massaggi all'aperto, con statue colorate di eroi leggendari.



Madé ci dice a proposito della ripetitività dei nomi, che oramai tutti hanno un secondo nome, che è quello personale e "libero", come ad es. Ema, Ana, Ary, o il suo Juena, eccetera, e poi un ulteriore elemento distintivo sono i soprannomi. Poi c'è la questione delle caste, che oramai non hanno più nulla a che fare con gli strati socio-economici, e sono solo validi per gli aspetti religiosi cerimoniali.
Vedo che nei paesi della penisola anche certe case e alcuni edifici grandi sono a pagoda, con due o anche tre tetti.

Passiamo il pomeriggio in piscina, e poi a farci fare un full body massage di un'ora (5€uro e 30). Qui  al sud parlano meglio l'inglese e capiscono abbastanza bene le richieste o le domande che facciamo. Chiedo alla ragazza a che profumo è l'olio che adopera, e mi dice che c'è una essenza di pagni-pangi, che poi scoprirò essere il fiore frangipane col bordino rosso, che qui è diffusissimo.

In serata andiamo in spiaggia, dove (come a Mirissa in SL) ci sono i tavoli sulla sabbia con una candela sopra, e fanno alcuni spettacolini e complessini che suonano. Ci sono danze tradizionali, e alcuni balli moderni con l'uso spettacolare di torce.

Per un pacchetto (paket), ovvero menù fisso, di circa 30€ in tre, ci facciamo per cena una abbuffata di pesce fresco supersovrabbondante al "Balikù café". Bella atmosfera.


giovedì 31 ottobre 2013

Bali 26 (Tabanan, Mengwi, Tanah Lot)

25° GIORNO, sabato 28
Faccio un giro dalle parti del tempio, al mattino non c'è nessuno... vedo la sacra grotta sotto al tempio, dove si lasciano le offerte.



Non trovo più le mie pillole, che pure mi ricordo di aver preso in abbondanza a casa prima di partire. Così con un taxi andiamo al capoluogo Tabanan e giriamo tante farmacie senza trovare quelle di cui ho bisogno. Andiamo anche alla farmacia interna dell'ospedale, infine in una cittadina vicina le troviamo. Lo stesso driver avrebbe voluto intanto comprarsi delle mascherine, ma se ne era dimenticato essendo intento ad andare in cerca sempre di altre farmacie, e solamente dopo che ho risolto, gli è tornato in mente e si ferma dunque in una ennesima farmacia, ma per sé ...
Tra l'altro nel frattempo avevamo telefonato all'albergo per dire a Ghila di controllare in una certa tasca laterale per vedere se le mie pillole erano là. Poi Ghi ci racconta che era venuto uno dello staff in camera e le ha detto "you call", e lei gli ha risposto: "no, I did not call" (no, io non ho chiamato). Poi ha sentito che suonava il telefono nella camera accanto che è vuota. Infine è venuto un altro a dirle "you, call!", e allora lei ha intuito ed è andata al banco della ricezione.... Eravamo noi, che proprio in quel momento avevamo trovato il prodotto giusto, e lo stavo acquistando, intanto Annalisa le telefonava per dirle di non preoccuparsi. E così lei le ha detto che prima di uscire di stanza le aveva trovate, ma che non era riuscita a telefonarci (qui c'è spesso un campo debole di segnale, oppure che va e viene ...). Ma oramai la comunicazione avveniva proprio in contemporanea esatta mentre stavo pagando alla cassa ....
Comunque in questo modo abbiamo girato per Tabanan e sobborghi, che sono luoghi del tutto non turistici, e abbiamo un po' osservato i loro servizi sanitari, e una città normale (cioè non ci sono sfilze di negozi solo turistici uno dopo l'altro) e la gente che lavora.


A questo punto gli chiediamo di portarci alla vicina cittadina di Mengwi, la capitale dell'antico regno di Badung (ora nella Reggenza col medesimo nome), per visitare il famoso tempio. Il complesso settecentesco di Pura wysata Taman Ayun (=giardino galleggiante), include anche un fossato interno, varie torri meru, ovvero pagode, e anche dei santuari dedicati ai monti, al mare e alle divinità dei campi coltivati. E' chiuso entro mura di mattoni decorate e giustapposte a secco. Si passa una grande porta principale (ingresso un €uro). Nella corte vi è anche un padiglione giavanese, poiché il regno comprendeva anche l'estremità orientale di Java. L'insieme è contornato dal fiume e da canali, e si tratta del secondo tempio per grandezza, a Bali. La parte più sacra la si vede solo dai sentierini all'esterno della cinta, ma per fortuna nostra il muro è basso. 



Fa molto molto caldo, e il cielo ora è sgombro quindi il sole picchia duramente (essendo pure mezzogiorno), ma si possono prendere a lato della biglietteria dei grandi ombrelli-parasole per il tempo della visita. I giardini sono molto belli, e l'atmosfera rilassante. Le torri meru sono affascinanti, e certe raggiungono gli undici piani. 


questi bassorilievi mi ricordano sempre quelli maya...

Torniamo un po' stanchi per il clima, ma non andiamo a Tabanan a visitare il museo del riso, che ci incuriosiva, perché è chiuso dato che ieri c'è stato un incidente ed è rimasto ferito il Presidente della Provincia (che attualmente è in ospedale), per cui ora devono fare delle indagini.

Tornati pranziamo, e poi io sto un po' in piscina a rilassarmi e rinfrescarmi. Mentre stavamo mangiando viene il tipo della ricezione a dirmi di andare a pagare per il taxi di stamattina, gli dico, sì ora finisco di mangiare e dopo vengo; quando vado mi dice che se voglio posso pagare adesso, se no posso anche pagare tutto assieme con i pasti alla fine facendo il check-out ....
Poi esco a camminare e prendo il sentiero che sale lungo la costa a sinistra verso un grande campo da golf, e vedo dei bei bar che danno su una grande terrazza sull'oceano. 


(Parentesi). Al Dewi Sinta ho preso un foglietto sulla leggenda del tempio, che è scritto in un inglese un po' strano, ed è raccontato in un modo che per ceti versi pare "bizzarro". Comunque ho pensato di tradurlo (migliorandolo) per far conoscere questa leggenda, che potrebbe forse anche ispirare qualcuno a scrivere una storia "orientale".
"Ai tempi dell'antico regno giavanese di Majapahit, viveva un famoso sant'uomo chiamato Dang Hyang Dwi Jendra. Egli era molto rispettato da tutti per i servigi dati al regno e al suo popolo in tutti gli ambiti relativi alla prosperità, al ben essere spirituale, e all'armonia sociale. Era ben nota la sua dedizione al Darma Yatra, ovvero alla divulgazione della religione hindu. Era conosciuto anche come Tuan Semeru, o signore di Semeru, che è un grande vulcano nell'est di Giava. Durante una sua missione a Bali nel XV secolo, il reggente dell'isola a quel tempo, il raja Dalem Waturenggong, diede il benvenuto al sant'uomo con gran rispetto. I suoi insegnamenti si diffusero come il fuoco al vento, quando istruiva e predicava la via del Darma, ovvero il dovere. Egli stabilì anche molti templi per elevare la consapevolezza spirituale e approfondire la comprensione delle dottrine religiose dell' induismo tra la popolazione di Bali. 

Si dice che in quegli antichi tempi, mentre stava svolgendo la sua missione di Darma Yatra a Rambut Siwi, egli venne guidato verso est da una sacra luce. Seguì la luce fino alla sua radiante fonte che era una sorgente di acqua fresca. Non lontano dalla fonte egli giunse ad una località estremamente bella conosciuta dalla gente locale come Gili Beo. In balinese gili significa rocca o roccia, e beo vuol dire uccello. Era una grande roccia a forma d'uccello. Egli sostò in quel luogo per meditare e pregare il dio del mare. Dopo un poco sopraggiunse la gente del vicino villaggio di Beraban, ed egli predicò loro. Il loro capo era noto come Bendesa Beraban Sakti, ovvero il santo leader di Beraban. Fino a quell'epoca le credenze religiose locali erano basate su un monoteismo animista, immediatamente si diffuse la notizia della presenza di Dang Hyang, detto anche Nirartha, insegnante di religione, e molti dei paesani si fecero suoi discepoli. Gradualmente i seguaci di Bendesa Beraban cominciarono ad abbandonarlo per seguire la nuova via. Ciò innervosì Bendesa Beraban e egli radunò i suoi fedeli e andò dal sant'uomo a chiedergli di lasciare quel territorio. Con forza mistica il santo sollevò la grande roccia su cui aveva posto la sua sede, e la scagliò in mare. Quindi tramutò la sua sciarpa in serpenti e ordinò loro di stare a guardia del suo rifugio. In quell'occasione denominò lo scoglio Tengah Lot, cioè terra in mezzo al mare. Alle fine Bendesa Beraban, rendendosi conto dei poteri spirituali di Nirartha, si mise lui stesso ad apprendere la via e le dottrine predicate dal sant'uomo, e divenne il suo più fedele seguace, e fece sapere che dava al proprio popolo il messaggio di aderire alla fede hindu. 
Come segno della sua gratitudine, prima di partire, il santo mostrò un sacro kris o daga, noto come Jaramenara, al capo del villaggio. Questo sacro kris è custodito sino ai giorni nostri,nel tempio di Pura Kediri ed è considerato una reliquia e un gran tesoro. Ogni anno alla speciale cerimonia di Kuningan si rende o ore al mistico kris, nel giorno noto come Rebo Keliwon Langkir che si festeggia ogni 210 giorni secondo il calendario balinese, con un pellegrinaggio al tempio di Pura Luhur Pakendungan.  Questo antico tempio fu costruito proprio a 300 metri dal tempio di Tanah Lot. Questi due importanti e antichi templi sono essenzialmente uno, e sono ora collegati assieme da un sentiero."

In effetti Dang Hyang Nirartha predicava l'esistenza di un Dio astratto superiore, originario, preesistente alla creazione, l'inimmaginabile vuoto assoluto da cui tutto nacque (anche gli dèi della trimurti, e anche gli spiriti della natura), cioè introdusse il concetto di Brahman (non Brama il dio creatore), che chiamò Sang Hyang Widhi Wasa, il Supremo onnipotente, e diede così fondamento metafisico alla congiunzione tra monoteismo e animismo; per cui favorì la costruzione di un trono apparentemente vuoto (padmasana) come sua raffigurazione.

E' sempre un gran spettacolo la costa col tempio e poi questo pomeriggio c'è poca gente. Torno a prendere Annalisa, però con lei andiamo invece verso destra in direzione degli altri tempietti, fino in fondo al viottolo. 

alti gradini, han la mania di mettere gradini ovunque

Constatiamo che sono pochissimi gli altri alberghi, cioè tre, e anche altri posti per mangiare, che però oltretutto chiudono alle 7pm.
In fondo c'è un albergo e ristorante a lato del quale domani sera si esibiranno nella danza kecak (pron. keciak), con fuoco e con kris col quale mimeranno (in trance) il suicidio collettivo.

foto dalla rivista "Ubud life"

Torniamo in albergo, saluto l'uccello in gabbia che mi fa sempre dei fischi.

Eccoci a tavola, leggo il menù: Nasi Campur è un tipico piatto indonesiano, di riso fine al vapore, sateh, fried chiken e delle vegetables saltate in padella. Fu Yunghai sono uova strapazzate con piselli, carote, cipolle dolci, servite con sweet&sour sauce. Sateh Ayam, come ho già detto, sono spiedini di pollo con la salsa di noccioline, peanuts sauce. Kare Ayam sarebbe dello stewed chiken marinato con spezie e latte di cocco. Veg. curry, sono bean cirds, beancake, e veg. misti in salsa di curry.
un cliente balinese del nostro ristorante

Terminata la cena chiamiamo a casa con Skype, e ho fatto salutare i micheli dai camerieri e impiegati portando in giro l' iPad, e si sono tutti divertiti da matti...


26a GIORNATA, domenica 29

Il tipo della Reception mi insegna ad usare Blue Tooth per i video sul cellulare e a scaricarli da Play store. Questo perché mi aveva visto registrare col cell. la musichetta col flauto che ci ossessiona ogni giorno. Mi dice che per risentirla una volta tornati in Europa, basta cercare "rindik Bali" su YouTube ...
A loro piace davvero il gioco del bargaining, del contrattare anche duro, e poi ci guadagnano pure ...
Questo tizio si chiama I Putù Ekà e cioè Primo n°1, per distinguerlo dal Putuh che è venuto dopo di lui. Viene poi a darmi la ricevuta del pagamento del taxi che ieri non mi aveva fatto. Paghiamo il tutto e poi con un taxista diverso, che arriva accompagnato da quello di ieri che è venuto qui solo per presentarcelo e assicurarci che è un suo amico di fiducia, salutiamo e partiamo.