venerdì 1 novembre 2013

Bali 28 (Kuta)

28° giorno,  1° ottobre
Anche stamattina mi intrattengo un pochino con la bimbetta di una inserviente che se la porta sul lavoro; tutti/e i/le bimbi/e balinesi sono bellissimi/e. Ci sono i soliti cinguettii che tengono compagnia e fanno sentire "a casa". 
Per oggi andremo con lo shuttle bus gratuito dell'albergo a vedere Kuta per comperare dei regalini da portare a Ferrara. Oggi il cambio è tra 15999 e 16295 a seconda dei money changers. L'autista vuole imparare il francese e allora prova ad avviare una improbabile conversazione con una coppia (di cui lei è evidentemente di origine vietnamita o indocinese), e lei ride, ride e si diverte tanto... e poi resta sempre sorpresa. Alla fine della corsa tutti noi oramai contagiati ridiamo, e l'autista stesso pure ride di cuore. Si ferma a fare delle consegne o delle commissioni, per cui il tragitto dura molto più del necessario. Non si fa scrupoli anche in stradine strette a fermarsi e scendere, bloccando tutti quanti, e poi ritorna tranquillo.
una cerimonia nuziale
Andiamo per negozi, e ce ne sono di molto belli e di buon gusto. In uno, il bel "Handmade Balinese Lace",  c'è sul tavolino un librone fotografico con immagini e disegni di Bali negli anni Trenta, di Arthur Fleishmann, D.Fleishmann, e P.deBont, a c. di F.Jansen, con reviews di M.Covarrubias, H.Powell, Georg Krausen, B.Zoete, e W.Spies, Theo Meier, e Willem Hofcker, per le Pictures Publishers. Molto interessante, sia per la parte dovuta al suo soggiorno a Bali, sia per le riproduzioni delle sue sculture, che per l'antologia di brani di autori che visitarono l'isola ottant'anni fa.

In questo bel negozio, dove Ghila si prova e si compra un bel vestitino estivo bianco, vedo che dal camerino fugge un topo che si precipita dentro ad un impossibile buchino che non avevo neanche notato.



Gironzoliamo per jalan Pantai, jalan Legian e dintorni, alla fine ci fermiamo in Kuta square e pranziamo al moderno "Bali Colada" perché ha l'aria condizionata. Prendiamo un club sandwich, Nasi Campur veggie, un pancake, e un piatto di penne alla puttanesca veramente buone e ben fatte, acque e coke, più tasse =15€ in tre. Poi loro due proseguono, e io resto là ad aspettarle, prendendomi un ottimo crème caramel. Ghila riesce a trovare  al Matahari a buon prezzo gli smalti per unghie (kutek) che cercava.

Quel che stiamo facendo oggi è shopping (ovvero i balinesi lo chiamano sopì), ma il fatto è che, da quel che si può vedere e che ascoltiamo, molta gente è venuta qui a Bali a Kuta proprio per fare shopping o anche per fare shopping... E i balinesi e gli indonesiani sanno bene che a loro garanzia c'è il basso costo locale della produzione, e un cambio a noi molto favorevole, e dunque non possono fare a meno di cercare ad ogni costo di piazzarti la loro merce. Il che è del tutto comprensibile, càmpano di quello, comunque lascia un po' costernati rendersi conto di questo, cioè che questo è il dato base, che sta a fondamento di tutto lo sviluppo economico del paese. Perciò tutto è qui finalizzato a quell'obbiettivo, per dare loro quel che cercano, chiedono, desiderano, cioè i mezzi per illudersi di poter vivere come gli occidentali, o i cugini orientali più sviluppati. A tutti quanti piace praticare lo sport nazionale del bargaining, del contrattare, è una specie di gioco popolare che giocano volentieri, e di solito combinano dei buoni affari, sopratutto con chi non sa che deve contrattare, non ha voglia di farlo, o è comunque ignaro del vero costo delle cose e quindi paga i prezzi richiesti (che sono sempre molto inferiori ai "nostri"). Invece bisogna subito controproporre meno della metà di ciò che dicono, o un terzo di quel che a prima battuta ti chiedono. Poi il prezzo "vero" verrà eventualmente fuori quando avranno capito che a noi davvero la cosa non interessa poi talmente, e che per davvero stiamo andandocene via (e non ripasseremo mai più di lì).

Fa un caldo tremendo, con un sole spaccacranio. In una spa vediamo che si fa il pediluvio in un catino con pesciolini che ti smangiucchiano le pellicine dei piedi, si chiama "fish spa". Compriamo delle cosine e alla fine dovremo cambiare dei soldi, ma troviamo bene, a 16250, e contrattando col money changer otteniamo un cambio migliore: a 16295.
 in fondo a uno stretto vicoletto, gang

Sbirciamo in un paio di templi, e edifici del locale banjar.



il trono vuoto, stracolmo di offerte

Ci fermiamo a un bar all'angolo vicino alla fermata del nostro shuttle, per refrigerarci. Ciacchieriamo con due giovani spagnoli, e una coppia di francesi, che sono carini e bravi, appassionati gran viaggiatori.

un bar mi pare in Poppies Lane
Torniamo con lo shuttle che senza le soste dell'andata, e non facendo stradine strane, ci mette davvero pochissimo. Poi stiamo in piscina e infine andiamo a cenare al MahiMahi, dove prendo un chiken pandanus, cioè cotto nella foglia.

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