venerdì 1 novembre 2013

Bali 27 (Jimbaran, Bukit e Uluwatu)

(sèguito di domenica 29 )

Breve trasferimento di un'ora e mezza, giusto il tempo per lasciare la Bali reale ed entrare in una  vacationland nel sud dell'isola.
Anche se in realtà la nostra destinazione, cioè a sud dell'aeroporto, è meno frequentata di Legian. Ultimo posto del viaggio...: un albergo moderno di stile balineggiante a Kedonganan, sulla baia della grande Jimbaran beach. Si chiama "Puri Bambu", cioè luogo, sede, di bambù.
Una standard room per tre, con bagno, veranda, breakfast, e plus plus di tasse, qui viene circa 22€ a testa, la cifra più alta di tutto il viaggio...
Ma ora la camera non è stata ancora rifatta e quindi c'è da aspettare.
La spiaggia è vicina, ci si va a piedi, e là ci sono vari warung, e altro. Ci dicono che chiedendo, quelli di un warung vicino vengono anche a prenderti gratuitamente con un auto. E così combiniamo e viene uno con un van che ci porta in due minuti al suo ristorante, il "Ganesha"- live-fresh grilled & fried seafood.



Così intanto guardiamo il mare dalla finestrona, naturalmente anche qui non può mai mancare la carta igienica in tavola, serve per pulirsi le dita. La tavola di marmo, non è proprio pulitissima, ma il posto è gradevole. Prendiamo riso, pollo, e pesce, i piatti sono saporiti e il pesce fresco, porzioni abbondanti, e bibite, acqua, due succhi di papaia, tot. quasi 9€ a testa.


Poi dopo mangiato ci mettiamo in spiaggia all'ombra a guardare le onde infrangersi, e la spiaggiona deserta. In fondo a destra (=nord) c'è il porto dei pescherecci, la maggiore attività di Kedonganan. C'è anche ovviamente un Fish Market di vendita diretta.

Siamo proprio a fianco dell'aeroporto e un'altra "attività" è quella di guardare gli aerei atterrare, ne arrivano ogni momento, è un continuo...

Intanto arrivano arrancando nella sabbia rovente 5 desperados a cantare malino belle canzoni messicane, tipo "hay si te pego..."... : il primo sembra il leggendario "pennarossa" che si è oramai ritirato da ogni battaglia, il secondo un po' più pasciuto sembra uno che è stato ex cuoco di brigantino d'alto bordo, e di un paio di altri vascelli pirata nel mar delle Molucche, ecc..., poi c'è un peruviano rotolato giù dalle Ande, ecc. Quando finalmente se ne vanno, il più impacciato è quello con l'alto tamburo e il piatto-batteria, che sono troppo pesanti...
Ci sono vari altri ristorantini anche belli lungo la spiaggiona, e anche un tempietto.

Ora c'è qui con noi Mathias, l'ungherese, che è venuto apposta dalla vicina Kuta per ritrovarci. Domani partirà per il suo viaggio a Sulawesi (Celebes). Resta un po' a tenerci compagnia, e azzarda un bagno tra le ondone, per cadere rovinosamente travolto ogni volta che ne arriva una.

Al pomeriggio torniamo a prendere possesso della camera, e a farci un bagno in piscina. C'è un bel giardino tropicale interno.
Ceniamo in albergo.

Lunedì 30,  = 27° GIORNO

Vedo che il nostro albergo sta in via jalan Pengera Cikan, il che mi fa un certo effetto... per l'assonanza con Pancera..., e vedo che nel 2012 ha avuto il riconoscimento da Trip Advisor come migliore rapporto qualità/prezzo.
Combiniamo con il driver Madé Juena e ci facciamo portare a fare un giro della penisola di Bukit (Bukit Badung). Andando verso sud si incontrano molti alberi di kapòk, e anche molte mucche Sapì. I balinesi mangiano, oltre a ortaggi, verdure e frutta, soprattutto pesce, ma anche carne di pollo un paio di volte alla settimana, mentre sono rarissime le persone che mangiano carne di vacca, invece un piatto tipico è il maialino "da latte" allo spiedo (baby Guling).

ULUWATU
Poi si comincia a salire in collina, a circa 200 metri sul livello del mare. Molto suggestiva la località dove c'è il tempio di Ulu watù (Pura Luhur Uluwatu). Per fortuna arriviamo di primo mattino e quindi prima dei pullman dei gruppi turistici organizzati dalle agenzie. In effetti alla fine della visita arriva ad es. un gruppone di ragazze australiane, e tutto cambia.

la biglietteria




E' la posizione che è spettacolare, su un'alta rocca, a picco sull'oceano infinito, stagliato nel cielo azzurro... con le grandi onde che si infrangono sotto ...


Qua e là lungo il ns percorso vedo che ci sono varie scritte, soprattutto dove ci sono dei templi o luoghi con istituzioni o sedi religiose, in caratteri dell'alfabeto corsivo antico balinese. Ora lo insegnano anche nelle scuole. Madé è contrario, dice che secondo lui è meglio utilizzare sempre solo l'alfabeto romano (così lo chiama) perché è uguale in tutta l'Indonesia e anche in Malaysia, e nelle Filippine, e in Vietnam, e anche in Australia ....ecc.
Poi vediamo la stupenda spiaggetta e golfetto di Padang Padang Beach, dove ci sono vari warung, e molte homestay, (e ci sono anche diversi muslim warung con cibo hallal), e si vedono molti surfisti, che girano in scooter con lo speciale porta-surf. Ma oramai anche qui stanno costruendo un grand hotel. Che ne sarà di qui a pochi anni di Bali?



Andiamo per vedere la famosa spiaggia di Dream Land, ma è un luogo orribile con una specie di piccola autostrada d'accesso, dove il ricco figlio del defunto dittatore Suharto, sta costruendo un mega posto con resorts a 5 stelle o più, e sta stravolgendo la conformazione fisica del luogo, oltre che aver cambiato tutto l'ambiente sociale, modifica proprio lo stesso paesaggio. Non riusciamo nemmeno a posteggiare, né a vedere la New Kuta beach per ricchi indonesiani e malesi... A quanto pare in un prossimo futuro non ci sarà più nemmeno il paese di Pecatu (pronuncia Peciatù), ma al suo posto un enorme "Indah Resort".

Che cosa mai vuole dire "sviluppo"? e per chi? che cosa vorrebbe dire in certi casi l'aggettivo qualificativo "sostenibile"? è sconcertante: fra poco tutta questa vasta area non sarà più nemmeno accessibile ai comuni mortali...

PANDAWA beach

Andiamo allora a Kutuh, alla spiaggia di Pandawa beach, bella, con bell'acqua, e ci fermiamo un po' a fare il bagno e stare sulla sabbia bianca. Ma anche qui si prepara una "sviluppo" distruttivo e sconvolgente, che annienterà la collina retrostante. (il parcheggio costa 5 mila, più 5 a testa per l'ingresso, quindi in totale spendiamo 1€ ). Si va giù per una strada ricavata nella roccia, con nicchie in cui ci sono una infilata di dèi hindu e personaggi mitologici.

 Poi giù c'è un bar, dei ristoranti, un tempio, un posto in spiaggia per fare massaggi all'aperto, con statue colorate di eroi leggendari.



Madé ci dice a proposito della ripetitività dei nomi, che oramai tutti hanno un secondo nome, che è quello personale e "libero", come ad es. Ema, Ana, Ary, o il suo Juena, eccetera, e poi un ulteriore elemento distintivo sono i soprannomi. Poi c'è la questione delle caste, che oramai non hanno più nulla a che fare con gli strati socio-economici, e sono solo validi per gli aspetti religiosi cerimoniali.
Vedo che nei paesi della penisola anche certe case e alcuni edifici grandi sono a pagoda, con due o anche tre tetti.

Passiamo il pomeriggio in piscina, e poi a farci fare un full body massage di un'ora (5€uro e 30). Qui  al sud parlano meglio l'inglese e capiscono abbastanza bene le richieste o le domande che facciamo. Chiedo alla ragazza a che profumo è l'olio che adopera, e mi dice che c'è una essenza di pagni-pangi, che poi scoprirò essere il fiore frangipane col bordino rosso, che qui è diffusissimo.

In serata andiamo in spiaggia, dove (come a Mirissa in SL) ci sono i tavoli sulla sabbia con una candela sopra, e fanno alcuni spettacolini e complessini che suonano. Ci sono danze tradizionali, e alcuni balli moderni con l'uso spettacolare di torce.

Per un pacchetto (paket), ovvero menù fisso, di circa 30€ in tre, ci facciamo per cena una abbuffata di pesce fresco supersovrabbondante al "Balikù café". Bella atmosfera.


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