Era nota da noi sin dall'antichità (dal IV secolo a.C.) con i favolosi nomi di Seilao, Zeylàn, Serendippo, e con la esotica capitale, la cosiddetta Taprobane...
E' l'isola della serenità (e in effetti pare che la gente abbia sopportato stoicamente persino i disastri del conflitto che aveva spaccato in due il Paese, come in India ai tempi della spartizione, e poi anche quelli causati dallo Tsunami del 2004). Non per nulla è collegata al concetto di serendipity (vedi su questo Blog il post di luglio 2011: http://viaggiareperculture.blogspot.it /2011/07/diario-di-viaggio-nellindia-del-sud.html - dove al §. 3 vi parlavo dell'origine di quel nostro neologismo), da Serendib, che era l'antico nome persiano dell'isola, e dalla leggenda di un principe che con alcuni amici fece come per caso molte meravigliose scoperte.
E perciò il romanziere John Barth a questo proposito scrive questa bellissima frase che qui vi voglio riportare:
"Non si raggiunge il paese di Serendip tracciando un percorso. Si deve sempre partire con spirito aperto, rinunciare alle proprie certezze e abbandonarsi alla serendipity."
("The Last Voyage of Somebody the Sailor", New York, 1991, il cui titolo è una parafrasi del libro sui viaggi di Simbad).
Dopo la Thailandia, e in parte il Nepal, (e anche una minoranza in India), e la Birmania, è questo dunque il quinto Paese buddista che visiterò.
Mi auto-auguro buon viaggio.
ciao a tutte e tutti :-)
leggete il diario di viaggio che pubblicherò a puntate dopo il mio ritorno...
Ho appena scoperto il suo blog e le auguro buon viaggio, per questo e per i prossimi che ci saranno!
RispondiEliminaGiovanna (ex alunna che voleva andare in Perù e alla fine c'è andata!)
Buon viaggio!
RispondiEliminaHo aperto anche io un blog di viaggio, se ti va passa:
http://lavaligiasottosopra.blogspot.it/
Un saluto
Federico