giovedì 16 gennaio 2014

plenilunio d'inverno

Gente! amici e lettori, oggi è il plenilunio d'inverno, e merita uscire a guardare in su, per vedere nel cielo stellato notturno troneggiare una bella Luna splendente.
Quando la luna è piena vuol dire che siamo in un momento di passaggio. Inizia ora la transizione dal segno del capricorno a quello dell'acquario, il quale partirà dal giorno 20. Intanto le ore di luce si allungano e il nuovo anno incomincia davvero, ... già si può intravedere all'orizzonte persino qualche piccolo segnale della rinascita della natura che presto avverrà… Come si diceva un tempo: "gennaio ingenera, febbraio intenera, e marzo imboccia" ….
Forse bisognerà patire ancora un pochino di freddo, ma la trottola dell'asse terrestre oramai inizia inesorabilmente a spostarsi per poi inclinare l'emisfero nord un poco di più verso l'astro del Sole.
Un altro detto era: "un gennaio bello, bel anno reca"….. e a quanto sembra quest'anno il novilunio del 2 gennaio ha aperto un periodo di belle giornate (almeno qui dove mi trovo ora io) che potrebbero far ben sperare… (dicono: "gennaio=ovaio").


Invio un saluto a mia nonna materna, morta settant'anni fa, che fu allieva del grande astronomo Camille Flammarion, e per più di dodici anni (dal 1931 alla sua morte) instancabile conferenziera al Civico Planetario di Milano, aperto l'anno prima, chiamata  dal suo amico Ulrico Hoepli.
Notti come questa hanno una loro aura di sacralità. Vi invito a leggere la poesia che ho riportato nel novembre del '12 su questo stesso mio Blog.
Fatevi attrarre dalla luna piena, oggi non fa quel gelo che le ha affibbiato il nomignolo di "luna dei lupi", ci si può soffermare tranquillamente a guardare in alto e prendere la pallida "tintarella di luna" lasciandosi investire dal suo fascio di luce. 
Stasera guardatevi film 'lunari' come "Le notti della luna piena" (Les nuits de la pleine lune), o "Stregata dalla Luna" (Moonstruck), e dormendo lasciatevi trasportare da dolci sogni, lasciatevi condurre per dolci viaggi sotto la guida di Morfeo.

Salvatore Di Giacomo scriveva di fronte a un incanto come questo:

Nu pianefforte 'e notte
sona luntanamente,
e 'a museca se sente
pe ll'aria suspirà.

È ll'una: dorme 'o vico
ncopp' a nonna nonna
'e nu mutivo antico
'e tanto tiempo fa.

Dio, quanta stelle 'n cielo!
Che luna! e c'aria doce!
Quanto na bella voce
vurria sentì cantà! 

(… )
Ll'anema mia surtanto
rummane a sta fenesta.
Aspetta ancora. E resta,
ncantannese, a pensà.

Un pianoforte di notte/ suona di lontano,/ e una musica si sente/ per l'aria sospirar./ E' l'una: dorme il vicolo/ su questa ninna-nanna/ di un motivo antico/ di tanto tempo fa./ Dio! quante stelle in cielo!/ Che luna! e c'è aria dolce!/ Quanto una bella voce/ vorrei sentir cantare.../ (…) L'anima mia soltanto/ rimane a questa finestra./ Indugia ancora. E resta,/ incantandosi, a pensare.

Nessun commento:

Posta un commento