martedì 23 gennaio 2018

Viaggio in Georgia 5 (a Batumi sul mar Nero, 1)

Sabato 9
Arriva Zyrab con l'auto molto in anticipo al mattino. Partiamo e attraversiamo delle bellissime campagne con colline densamente abitate. Sono tutte casette con orto, giardinetto, pollaio, eccetera, recintate. E' pieno di asini, maiali, capre, papere, mucche, oche, cani, polli, che attraversano di continuo la strada. Anche le altre auto sono prevalentemente scassate, o auto vecchie di 20 o 30 anni. La strada è piena di buche e di crepe. 
Diverse ex pompe di benzina, fabbriche, case, sono distrutte e/o abbandonate. Si consideri che gli sfollati profughi dalle zone di conflitto sono 260 mila, su una pop. totale di tre milioni e mezzo. Ma c'è molto in costruzione, e nuovo, anche di design di bravi architetti.
Passata la ferrovia e oltrepassato un fiume si entra nella regione dell' Adjara

che è istituita come una Repubblica autonoma all'interno dello stato georgiano. Dal 1547 al 1878 era stata parte dell'impero turco-ottomano, poi fu governata dalla Russia che vi stabilì una base navale (smantellata solo nel 2008).



Infatti si prosegue da Samtredia verso il mar Nero, si tiene a sinistra si entra nell'area della riserva naturalistica paludosa di Kobuleti (che ha un corrispettivo parco o santuario di riserva marina) e poi si giunge sulla zona turistica, che è come una Riviera con alberghi e stabilimenti balneari. 
Infine arriviamo sul capo di una penisola dove sorge il centro modernissimo di Batumi (città di circa 150mila ab.). Da qua partono e arrivano battelli passeggeri dall'Unione europea, cioè dai porti di Bulgaria (Burgas e Varna) e di Romania (Costanza),  che stanno sull'altra sponda ovest del mar nero,

oltre ad un aeroporto internazionale e alla vicinanza con la confinante Turchia. Qui il turismo era iniziato già a fine Ottocento e inizio Novecento...

Come al solito il nostro autista una volta entrati in città non sa da che parte andare (nessuno di loro ha mai avuto un navigatore satellitare) e dunque ricorre al vecchio metodo: domanda, domanda e continua a domandare. Ma anche a chiedere ai passanti non riesce a trovare la nostra pensioncina. Così chiamiamo noi col cellulare e glielo passiamo dato che di solito chi risponde non sa che un minimo basic-english. Ma le spiegazioni telefoniche non gli bastano.
Si ferma e richiamiamo la pensione per dire di venire sulla strada principale a prenderci. La Pensione è in effetti imbucata dietro ad un edificio e bisogna aggirarlo a piedi facendo un cunicolo che da su un cortile interno... Solo dopo ci accorgeremo che c'era un cartello bilingue con l'indicazione della direzione per la Guest House, ma è piccolo piccolo, all'entrata di un corridoio... e dopo una svolta a sinistra ci si ritrova in uno spiazzo interno.
il corridoio d'accesso


svolta ad angolo

cortile interno

eccolo

E' un po' una via di mezzo tra un Ostello e un alberghetto popolare. Inoltre è sabato e c'è un sacco di gente che arriva o riparte. La guest house è praticamente situata in mezzo ad un ampio cortile chiuso. Nel cartello viene pomposamente definita Hotel Old Boulevard.
La stanza riservata per noi è al secondo piano senza ascensore (nonostante io avessi spiegato che volevo una camera al piano terra). Annalisa giunge faticosamente in cima ai 34 scalini. La camera è stretta per un letto matrimoniale (1 piazza e mezza) incassato con un lato attaccato a una parete.




Ma è abbastanza curata, con colori, carta da parati, micro-tavolino per mangiare o scrivere, e con bagno-doccia in camera, e anche un terrazzino (!) con due sedie che guarda giù nel cortile chiuso, sporco e incasinato. Però c'è la zanzariera e anche il condizionatore, e il wi-fi. Ci si può servire della cucina per farsi un caffè o un the o cucinare quel che si compra al mini market di fronte (in un sottoscala), e poi mettere in frigo le proprie cose. Ci sono pure due lavatrici a disposizione.
Ma i punti a favore sono: l'ambiente giovanile e simpatico, e la posizione -non intendendo quella di guardare nelle vicine finestre e balconi del vecchio condominio che chiude il cortile- ma quella di essere in pieno centro-città, a due passi dalla via principale e dal grande parco che costeggia tutto il lungomare. Siamo proprio a pochi passi dal molo di Batumi, il new pier, e dunque anche dalla spiaggia.   E c'è un sole che splende, e siamo allo stesso parallelo di Salerno/Napoli. Ci fermeremo per tre notti. Pagamento anticipato: 40€ a notte.



Dopo esserci riposati e un po' riconciliati, usciamo e il centro storico devo dire che ha tanti bei edifici di primo novecento, alcuni ispirati alla architettura francese, oppure di uno stile misto ma originale.








Con bei viali alberati, larghi marciapiedi, statue e monumenti, musei e teatri (come quello nella piazza subito dietro di noi).

Anche se ci sono tutt'ora ancora strade e case non restaurate o ricostruite. Molto turistica, ma ben organizzata. Una città gradevole da girare. Verso la fascia costiera ci sono pure vari nuovissimi big buildings, dovuti ad una certa mania di grandeur dell' ex presidente georgiano  Saakashvili. Comunque sono opere estetiche di architetti contemporanei, che si fanno guardare,

come la torre detta "dell' alfabeto" georgiano (del 2012),  che è ispirata alla doppia elica del DNA,  alta 135 metri, con un bar panoramico in cima,

o il monumento all'amore. E grattacieli come quello chiamato "Torre".

Aspetti modernissimi che tutto sommato non mi dispiacciono, ed altri poi più lontani, più "in giù", che vedremo domani. C'è anche una funicolare, una cable-car, che va dal mare sul colle retrostante. Percorriamo un pezzetto dell'ampia, alberata e lunghissima promenade lungomare (7 km), con pista ciclabile (ci sono anche altre ciclabili urbane). E' anche detto Old Boulevard, sistemato dal giardiniere francese Michael d'Alfons nel 1881.



Fortunatamente c'è abbastanza bel tempo diversamente dalle previsioni, e andiamo come prima cosa a vedere il mare e la spiaggia. Ci fermiamo a pranzare in un punto ristoro sul molo. Grande abbuffata a 9 €uro a testa; evidentemente siamo in un alto luogo turistico, con prezzi da alta stagione.



Ci giriamo a guardare i modernissimi edifici vicini al molo

Passiamo a ritirare qualche dépliant all' ufficio turistico di fianco alla moderna e curiosa "Casa dei matrimoni civili", Wedding House aperta 24 ore, in cui si può farsi fare una cerimonia nuziale e ritirare un certificato (che vale soltanto qui) per soli 60 €uro. Avrebbe una forma ispirata a quella del delfino.

Ci fermiamo a pranzare sul mare, con le solite difficoltà nel capirsi in inglese... (sanno le lingue dei  paesi vicini, e il russo, ...).
Facciamo una lunga camminata per il centro storico, e ci fermiamo poi a bere in Piazza Moedani, come dire Piazza Square, uno spiazzo interno pedonale (che è dove c'è l'alberghetto in cui avevo prenotato in un primo momento), in cui la sera fanno sempre musica dal vivo.

il bar dove ci fermiamo a bere bibite

Poi abbiamo visto il teatro con in mezzo alla piazza-giardino una copia del Nettuno del Giambologna di piazza maggiore a Bologna,

e poi nell'ampia piazza Europa c'è la statua di Davit Khmaladze (2007) a Medea col vello d'oro, e bassorilievi in bronzo dedicati agli Argonauti e a Giasone: 



(sui racconti mitologici dei due appassionati amanti che si detestarono vedi nella collana "i grandi miti greci" RCS,  a cura di G. Guidorizzi, distribuita anche in edicola col Corriere della sera, il n. 8 sulla principessa sciamana del regno della Colchide, e il n. 26 sull'eroe del Ponto inospitale/ospitale, capitano degli Argonauti; ma anche si ridia una occhiata al film di P.P.Pasolini del 1969, a quello di L. von Trier del 1988  su sceneggiatura di Dreyer, e a quello -anche se di minor valore- di N.Willing del 2000. Oltre ovviamente alle tragedie teatrali di Euripide e di Seneca. Tra le riflessioni si veda sopratutto quelle di Christa Wolf, Medea (1996), e L'altra Medea (1999), entrambi tr.it. edizioni e/o di Roma. Tra i testi di studio si veda il libro di M.Bettini. )

più oltre vediamo la sinagoga, del 1904, il piccolo ma grazioso parchetto del Museo d'Arte, e il "Circo" cioè il teatro delle marionette, burattini e pupazzi.  


Vediamo anche la gelateria "Trento", e anche quartieri vecchi trasandati e più poveri. Ovunque sono in corso lavori di ristrutturazione, ripristino o ricostruzione. Qualcuno chiede l'elemosina (e non sono solo gli zingari con i loro bimbi/e). 
Ci sono tantissimi turisti russi, molti ucraini (vengono da Odessa in nave), e armeni, azeri, turchi, iraniani, e israeliani. Qualche raro europeo o britannico.  
Dopo un riposino di intervallo, la sera verso le sei, camminiamo per il Parco, le fontane fanno le danze di spruzzi e illuminazioni, su un podio all'aperto dei gruppi folclorici cantano cori tradizionali, poi c'è uno spettacolo di cori e danze in costume, con salti e scintille per gli incroci delle spade, e ragazze in costumi regionali. 



Tra il pubblico c'è anche uno che filma tutto tramite un piccolo drone, io invece essendo rimasto più indietro, vedo più che altro nuche e schiene... Comunque bello e simpatico, e imprevisto. Ma è sabato sera, e in effetti c'è moltissima gente.
Lasciamo il "Folk Concert" del palco all'aperto "Les colonnades", appunto tra un giro di colonne (datato dagli anni '30), anche se non è ancora finito, e proseguendo incontriamo l' "Amphitheater Kobuleti" del lungo-mare, detto  anche "summer theatre" (del 1947) dove stanno entrando molte persone, tutti georgiani e quasi nessun turista. Chiediamo di che spettacolo si tratta ma oltre a dire in italiano "concerto" non sanno ben spiegarci, e chiedo quanto costa il biglietto d'entrata, mi dice che sono solo 8 Lari a testa (3 €uro e mezzo) per cui non avendo voglia di spendere ci allontaniamo, ma la tizia-controllora all'ingresso ci richiama e dice che essendo stranieri possiamo entrare gratis, allora andiamo a vedere incuriositi. E' uno spettacolo che era effettivamente elencato nel calendario degli eventi che avevamo preso all'ufficio turistico... Dunque è una grande sala piena di gente di ogni età e condizione, che sembra essere in ansiosa attesa.


Inizia con una coppia di chitarrista e cantante, veramente molto bravi, poi il presentatore recita qualcosa in versi, quindi entra un gruppo statuario di donne immobili ieratiche con canti e melodie meste, e francamente noiose.

Ma dopo è la volta di un tizio che è un gran virtuoso della chitarra classica, con motivi forse tradizionali ma da lui un po' jazzati, con un testo evidentemente molto gradito e noto al pubblico presente, ma poi forse ci pare di intuire che si tratti di considerazioni e commenti sarcastici di tipo sociale o di costume. Battute comiche.

E' un cabarettista ed ha avuto un successo strepitoso, con ovazioni e richieste continue di bis, entusiasmo da parte sia di grandi che di piccini (ci sono molti bambini e ragazzini) e anche delle numerose persone anziane. Una cosa travolgente tra risate e applausi, forse tutti erano venuti sopratutto per lui, per la sua notorietà. Poi ci sono dei balli maschili con salti.

Quindi entra una brava cantante di canzoni moderne.
Ma a questo punto usciamo prima che sia finito, per andare a cena. Anche qui (siamo un po' lontani dall'ostello) c'è un posto della catena "Rennes", dove prima di tutto ti portano la macedonia di frutta, la fruit salad. Facciamo una buona mangiata di primo e secondo, per un totale di 9€uro in due, ci alziamo da tavola alle 11 meno 10. In una nottata tiepida e arieggiata ritorniamo passeggiando pian piano fino nella nostra stanzetta.

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