giovedì 19 giugno 2014

sta concludendosi una fase della mia vita?


INFO
Vorrei rassicurare i miei pochi ma affezionati lettori che seguono i miei Post, che io ci sono ancora e che mi ricordo del mio blog. L'intervallo è stato non breve perché ho avuto vari problemi di salute in queste ultime cinque-sei settimane, di cui 25 giorni li ho passati in ospedale (dal 13 maggio al 5 giugno). 
Riprendo dunque il discorso già iniziato col Post del 16 febbraio scorso.


Come dunque già vi scrivevo, vi assicuro che davvero là dentro si fa un viaggio in un'altra dimensione, è come un mondo parallelo che esiste contemporaneamente a quello della nostra quotidianità abituale. Là il tempo scorre in modo diverso, si perde anche un po' la nozione degli orari, e del succedersi di veglia e sonno è continuo e non più collegato con notte e dì… L'ambito spaziale è limitato alle pareti della camera, e gli esseri umani con cui si interagisce sono delle comparse che entrano ed escono dalla porta. La mente non riesce a concentrarsi su altro che non sia il proprio corpo, ci si ausculta, ci si osserva, si è attenti ad ogni segnale, si pensa solo a quel che succede al nostro fisico. Inoltre circondati come si è da altri degenti (presenti fisicamente al nostro fianco o di cui si avverte l'esistenza tramite le voci che si odono giungere da altre stanze) non si parla d'altro.

Interviene un po' una scissione tra la propria identità personale e l'identificazione (di solito immediata e scontata) con le capacità e possibilità di quel corpo di cui disponiamo e col quale si deve convivere. Si ridefiniscono le priorità e i valori di riferimento. Si pensa ai medicinali, alla dieta dell'alimentazione, alle iniezioni e ai prelievi, alla postura da sdraiati, eccetera.
Rapidamente si passa da soggetto delle azioni e delle proprie giornate, a "paziente", oggetto passivo di interventi e di studio.

Mi hanno tolto un tumore, e poi il giorno dopo, dato che che avevo avuto alcuni mancamenti tra cui due in cui c'è stata una sospensione dei battiti cardiaci, mi hanno messo un pace-maker (già ho una valvola mitralica meccanica, e tre by-pass). Poi ho avuto alcuni problemi e complicazioni dovuti al fatto che da anni prendo regolarmente un anticoagulante del sangue.

 La prima settimana è stata dura, la seconda pesantina, ma poi sono andato via via migliorando.
Comunque sia, il 5 giugno ho ripassato in senso inverso la "frontiera", e sono rientrato nell'ambito domestico. Sto ora occupandomi della mia convalescenza, ma mentalmente non ho ancora del tutto ripreso a pensare ai miei pensieri. Sono ancora un po' stordito da questo lungo periodo in cui oltre a quanto accennavo, non mi interessava assolutamente niente altro, e spesso la mente vagava vuota e seguiva solo quel che l'occhio vedeva delle pareti e del soffitto della camera d'ospedale, immagini sempre eguali a se stesse e prive di stimoli.

Ora che sto riprendendomi, mi pare che si stia chiudendo un periodo settennale della mia vita, per forse poi aprirsene un altro (?). Ma non è una sensazione collegata solamente al fatto che gli anni scorrono e che la mia età è espressa con un numero sempre più alto…

Comunque percepisco che a seguito di questa cesura traumatica, un cambiamento è in atto… vedremo. E' proprio vero -come dice Murray Stein- che la nostra vita è un continuo processo di trasformazione, e che prenderne coscienza e rendersi partecipi del suo indirizzamento è essenziale, tanto che la trasformazione è da  M.Stein definita come il compito umano fondamentale. Bisognerebbe dunque rendersi psicologicamente disponibili al cambiamento di sé stessi, e ai vari connessi mutamenti che esso ci propone.

martedì 6 maggio 2014

…ma chi è strano? e per chi?… (2)

Vi informo che il romanzo per ragazzi di Ghila Pancera (collaboratrice de "La Nuova Ferrara"), intitolato "Lo strano ospite straniero"(edizioni del gruppo Albatros - Il Filo, Roma), già segnalato in questo blog il 15 gennaio (vedi viaggiareperculture.blogspot.it/2014/01/ma-chi-e-strano-e-per-chi.html), è stato presentato mercoledì pomeriggio presso la libreria Feltrinelli di Ferrara, dall'autrice, e dalla prof.sa Anita Gramigna, autrice della postfazione, e docente di pedagogia al dipartimento di studi umanistici dell'Università di Ferrara. Era presente anche il prof. Augustin Escolano, docente nella Università di Valladolid.



Questo romanzo vorrebbe essere una introduzione narrativa alle problematiche dell'intercultura.
Il testo è gradevole, scorrevole e anche divertente, e può essere fruito e gustato anche da lettori adulti.



Già il primo maggio è stata trasmessa alle 19:30 e alle 21:30 una intervista concessa da Ghila a "Radio Galileo" su questo libro, nel corso della rubrica "La luna e i falò"; l'intervista è stata ritrasmessa anche  domenica 4 mattina alle ore 10:20. Le registrazioni si possono ascoltare in internet.


oltre che alla libreria Feltrinelli, il libro si può ordinare anche:
• Direttamente dal bookstore del sito www.gruppoalbatrosilfilo.it
• Telefonicamente o via fax ai seguenti numeri: (0)761 325764 - (0)761 309720
• In tutte le librerie online in internet
• le edizioni Albatros sono distribuite da PDE

venerdì 2 maggio 2014

narrativa di viaggio


Come già avevo annunciato, lunedì 5 maggio alla UTEF (l'università ferrarese per la formazione permanente degli adulti) presso la sede del polo universitario detto "Mammuth", nel pomeriggio dalle 16 alle 18, ho parlato del mio libro "Il viandante e lo sciamano", cioè del Diario di un viaggio che feci sulle Ande dell'Ecuador (e che include anche tre bei racconti di Ghila ispirati a quel viaggio).
L'aula era gremita da circa 80 o 90 persone, che si sono rivelate interessate, e che mi hanno sollecitato con molte domande. Era presente il presidente della UTEF il prof. CarloAlberto Campi (già docente di Geografia umana, e fondatore del corso di laurea in "operatore del turismo culturale", nonché preside per vari anni della Facoltà di Lettere di Ferrara).

Anche qui ora (come già feci col Post del 21 marzo) in questa occasione vi propongo di seguito alcune immagini significative relative al mondo andino (e posso preannunciarvi che dato il buon successo di questo volume, questo autunno andrà in stampa per lo stesso editore un altro volume con il diario di un mio viaggio sulle Ande peruviane):

una sorella più "grande" porta e si prende cura della sorellina più piccola

un quadretto naïf con il vulcano Cotopaxi

un tessuto fatto a mano con scene di villaggio

telaio di legno fatto a mano

fratellini

sabato 26 aprile 2014

il viaggio verso la conoscenza/consapevolezza

Nelle antiche civiltà dell'India si delineano in prima approssimazione tre vie (marga) verso la conoscenza/consapevolezza cioè  jñana marga, karma marga, e bhakti marga,  con la mente, con il fare, e con la compartecipazione emotiva. Vi do la mia visione di questo viaggio ovvero la mia modalità di approccio e di comprensione al tema delle strade, dei percorsi, e del loro meth-hodòs  (da hodòs=via), del loro senso in quanto procedimento di ricerca:

a- Karma marga: l'azione pratica, l'esperienza fisica, corporea, la prassi attiva, partecipativa, fattiva, il momento esperienziale concreto del karma.
Esperienza in italiano (quindi in un'unico vocabolo), in generale, è sia ciò che si vive (e solo in parte consapevolmente), sia il processo tramite cui il soggetto si appropria del vissuto e lo "sintetizza". Esso ci permette di conoscere con il concorso di tutte le nostre facoltà e i nostri sensi, e quindi anche attraverso la compartecipazione dell'emotività, dei sentimenti, di tutto ciò che si associa all'esperire, quindi l'ambiente, la situazione, la relazione …

L'esperienza, l'esperire, nella lingua tedesca ad es. si può esprimere con due vocaboli distinti, poiché a sua volta essa può essere qualcosa di definibile come Erfahrung (in tedesco da Fahrt, viaggio), cioè come esperienze accumulate e comunicabili, in questo caso si ha esperienza; oppure come Erlebnis, qualcosa che si fa, che entra nel nostro vissuto, meno comunicabile perché è un dato interiore, è la propria vita.
L'una è viaggio, l'altra è vita. Avere esperienza (Erfahrung) ci fa sapere come agire, ed è un esercizio, è un passare attraverso, implica movimento. Fare esperienza come Erlebnis significa essere presenti alla vita (Leben) mentre succedono gli eventi, sono momenti puntuali del nostro vissuto.
Dunque mentre Erfahrung è un processo, si riferisce ad uno svolgimento che si corona con una maturazione. L'altra è un po' la saggezza del vivere.
La prima la si può comunicare, e anche mostrare, quindi trasmettere più facilmente (si pensi ad es. all'apprendistato, agli insegnamenti professionali o artistici), la seconda può venire comunicata con il narrarla cercando di farla rivivere a colui cui si parla, è più difficile da trasmettere in tutta la sua ricchezza di sfumature e di singolarità, perché si riferisce al nostro essere. E' quell'esperienza che si genera dall'empatia (in tedesco Einfühlung).

b- Jñana marga: l'elemento concettuale, intellettuale, il sapere, la conoscenza, la  comprensione mentale, jñana. Gli stadi della jñana marga (che è quella più coltivata in occidente) sono: (1) il sapere, e si può sapere sia acquisendo cognizioni, informazioni, che venendo a conoscere l' esperienza accumulata da chi ci ha preceduto, per cui veniamo a sapere come è meglio agire, operare per fare una certa cosa.

Le cognizioni si acquistano con il ragionamento, con l'uso dei processi logici, con la deduzione, con la mente e la memoria. Mentre il sapere conquistato con l'esperienza richiede una assimilazione attraverso tentativi, di prova ed errore, o attraverso precise e già collaudate tecniche.
Poi (2) c'è il capire, e per arrivare a ciò è indispensabile sempre una particolare attenzione, 
e una addestrata capacità di osservare, mettendo in campo tutte le nostre facoltà e i nostri sensi (guardare, assaporare, toccare, ascoltare, annusare), grazie ad una vigile concentrazione, e anche tramite l'intuizione, per cui durante la nostra ricerca bisognerebbe restare aperti all'inatteso, e cercare anche in modo errabondo e disponibile alla serendipity...
e quindi (3) si giunge a comprendere (cum-prehendere), stadio per cui ci vuole un pizzico di saggezza, per riuscire ad abbracciare e tenere in considerazione tutto quanto, e scorgerne il senso più profondo, ciò che sottende le cose e da loro un significato,

per arrivare (4) ad avere sempre più consapevolezza quindi anche a cogliere la dimensione metaforica e simbolica, nonché il legame che tiene tutti gli elementi della complessità in relazione organica
(ed infine forse giungere così alla beata condizione di essere pienamente consapevoli dell'insieme complesso, che è la condizione del Saggio che sa, capisce e dunque comprende).

c- Bhakti marga: i sentimenti, le emozioni, la sensibilità, l'elemento spirituale, la compassione, la sintonia, l'amore, la fede, la devozione, la bhakti. E infatti il terzo grande percorso è  la strada delle intuizioni, della interiorità, del mondo dei simboli, del fantastico, e della spiritualità, anche della fede religiosa (senza la rigidità di dogmi). E' una via più sottile, che richiede compartecipazione emotiva, empatia, una comunicazione che passa anche per un linguaggio non verbale,  una comunicazione sentimentale, o attraverso i canali dell'arte, che coglie intuitivamente i messaggi dell'inconscio, dell'immaginazione, della vita notturna onirica… Essa si raggiunge anche attraverso la meditazione nel silenzio, nella concentrazione in sé stessi ( con l' insight, la vipâssâna, visione penetrante interiore), o nello slancio di connessione mistica con gli altri (i loro bisogni, i loro patimenti), attraverso la bellezza della natura, e quindi cogliendo il divino.
E' la condizione che gli orientali chiamano dell'illuminazione.


E' un percorso che nella sua triplice dimensionalità è un po' derivato dai percorsi iniziatici, quindi in ognuno ci sono livelli (steps) e fasi qualitative di penetrazione (insight) della realtà.
E la loro pratica per la comprensione del reale esteriore e interiore è possibile con Karma-yoga, Jñana-yoga, e Bhakti-yoga, in cui Yoga significa collegamento, legame, con la sfera superiore del Sè universale. Solo la loro sintesi, l'insieme di corpo, mente, spirito, di a-b-c intrecciati, interdipendenti, inestricabilmente commisti e inscindibili (se non, come qui ora, per fini didascalici di chiarezza espositiva) rende possibile un incremento e affinamento di consapevolezza. 


Ecco che la triplice via della conoscenza è assieme via della prassi, della mente, e dello spirito, trimarga, è ciò che ci porta alla conoscenza di sè, e da qui poi alla intuizione del principio universale, alla percezione che ogni sè individuale non è che una particella-componente di quell' unica fonte energetica e vitale che permea il Tutto.
Dunque si tratterebbe appunto di percorrere una via di autoformazione e coscientizzazione che sia contestualmente  d' intelletto, di azione, ed empatica.

(questa esternazione si ricollega ai due post di aprile, sulla vita universale)

domenica 13 aprile 2014

le feste del plenilunio della primavera


Domani sera lunedì 14 ci sarà la prima luna piena di primavera, uscite a contemplarla, è sempre un grande spettacolo che la Natura ci offre. 

E domani sera, secondo il calendario lunare sarà il primo giorno (15 Nissan 5774) della pasqua ebraica (Pèsah), che da inizio alla settimana santa. Questo è il giorno in cui si celebra con una cena rituale (sèder) la resurrezione del popolo dalla condizione di schiavitù cui era inchiodato in Egitto, con tutti i patimenti e la disperazione connessi, e inizia la liberazione e il viaggio verso la salvezza, verso una nuova terra, per dar vita a un nuovo regno fondato su una più profonda consapevolezza di Sè e del Mondo, che permetta di darsi nuove leggi più eque. (il vocabolo pesah significa passaggio). Questo anelito messianico è una speranza che può sorreggerci tutti sempre.
Noi andremo a Milano dai parenti che celebrano questa data, sarà una occasione per rileggere la storia di quell' evento paradigmatico.

La prossima settimana questa ricorrenza la si festeggerà anche in una prospettiva leggermente differente, ma in continuità storica con questa ebraica: cioè ricordando l'ultima volta che si celebrò il sèder, la cena di Pèsah da parte di Yeshu ha-Notzrì, Gesù nazareno, grande maestro spirituale (per ciò era chiamato rabbi), assieme con i suoi più stretti e amati compagni di vita e predicazione. Erano venuti a Gerusalemme (Yerushalaim =città delle paci) a portare come era usanza un ramo di palma al Tempio, e poi celebrarono la festa delle azzime con la rituale cena pasquale.


Ma in epoche ancora precedenti, nell'antica Grecia, in questo periodo, si celebrava il giorno natale di Apollo, chiamato anche con l'epiteto di Febo (=lucente) per essere venuto al mondo durante il plenilunio (vedi qui sotto in un mosaico romano)
(e alcuni poi in quell'occasione celebravano ogni anno anche il compleanno di Platone)

Inoltre questa magica notte di lunedì quest'anno è anche, come dicevo in apertura, quella della prima luna piena di inizio primavera, che nell'antichità per molti era la luna piena di liberazione (dall'oscurità), è la Dea Selène (=la risplendente) nella pienezza del suo splendore, la Dea Luna che ci illumina durante la notte buia. La antica gilda degli "Omerici" dell'isola di Chio, tramandava un bellissimo inno a Selene, forse databile al settimo o ottavo secolo avanticristo.
E in questa magica notte di resurrezione della Dea della fertilità e della natura, vorrei ricordare anche un inno più antico ancora, un inno egizio alla grande Dea lunare Iside (genitrice di Horus).

(per entrambi i testi, e anche altri, vedi il mio post del 27 marzo dello scorso anno).


Come mai tutte queste varie feste in questi prossimi giorni? appunto perché è un periodo importante nel ciclo della natura. In quest'epoca vi era l'arcaica festa delle primizie che affonda le sue radici nelle immemorabili profondità dei tempi, da quando si viveva di raccolta e di caccia, e poi da quando l'essere umano iniziò a praticare la coltivazione degli alberi da frutto, l'orticoltura e l'agricoltura. Quindi è sempre stata la festa della rinascita, del ritorno di flora e fauna alla vita, la fine del letargo, quando tutto sboccia e fiorisce di nuovo, è un tripudio di colori e di luce.
In più -in certi casi- coincide con il primo plenilunio di primavera, dopo le Idi di Marzo, dopo l'equinozio (che quest'anno è stato il 20 marzo).

Che incanto la notte di luna piena di inizio primavera ...! c'è da rimanere ammaliati per tanta meraviglia. E la disponibilità a lasciarsi meravigliare è, come vi ho da poco ricordato nei miei ultimi post, un prerequisito per mettersi a riflettere. Potente è in questo caso lo stimolo ad ammirare in sincronia la presenza della luna -piena e splendida- che è anche simbolo dei cieli delle nostre profondità interiori. Cercate di specchiarvi nella vostra luna ...! Lasciatevi attrarre da quel magnetismo in grado di sollevare le acque degli oceani; tutti noi siamo composti in gran parte di liquido... che gli uomini scoprano il lunare che è anche in loro, e le donne sappiano portarlo in sè a totale pienezza.

Inoltre in questo anniversario della antico esodo dei lavoratori ebrei dal giogo del faraone egizio (dopo le numerose e insistenti richieste di Mosé, "Lascia partire il mio popolo" verso le sue messianiche speranze). Durante la cerimonia (sèder) pasquale ebraica si ricordano con tristezza e compassione anche i morti innocenti tra gli egizi.

Vorrei fare riferimento anche al mio post dell'anno scorso, del 9 aprile '13, sulla libertà di movimento, la libertà di viaggiare, la libertà di scegliere dove vivere, e dove lavorare…

Quindi domani sera sarà un plenilunio di incanto, di comunione con la natura e la sua rinascita a nuova vita, con la grandiosità del cielo stellato, un plenilunio di memorie, di solidarietà con gli oppressi, coi migranti, un plenilunio di speranza, di rinnovamento, di inni e celebrazioni, e di introspezione ...


giovedì 10 aprile 2014

chi partiva per andare lontano

Nel 1948 (anno della mia venuta al mondo) a New York si denominavano "hipsters" quelli "in gamba", "i dritti", quelli che la sanno lunga su come vivere. Al Greenwich Village più tardi c'erano anche certi altri  che si dicevano "beat", cioè "quelli con ritmo", o si potrebbe tradurre anche "con inventiva". 
Poi a proposito di questi "creativi", "originali", nel suo diario di viaggio "On the Road", Kerouac parlò addirittura di una "beat generation". Nel 1955 uscì la Prima Parte sotto il titolo "Jazz of the beat generation"
(Così riferiva Ferruccio Filker come premessa a "Big Sur", del 1962, nella trad. it. nella collana della "Medusa", di A.Mondadori, 1966)

Dopo di allora molti partirono, e si misero in viaggio… si creò lo "Hippy Trail", il percorso hippie verso oriente, e verso i più reconditi Puerto Escondido. Poi cominciarono a partire i primi italiani, e partimmo anche noi con la 500 di mia madre, e la nostra tendina canadese

(io e un mio amico andammo in giro per la Yugoslavia nel '67, la Bosnia, la Macedonia; poi io e Annalisa facemmo un grand tour in Andalusia nel 1969), e poi continuammo a partire… (in Turchia andammo fino in fondo all' Anatolia, 1971; poi in Grecia nel '72; e con una R5 in Tunisia fin giù a sud di Djerba e di Chott-el-djerid, il deserto di sale nel '76; quindi in Algeria e nel sahara a Ghardaia nel '77; e poi in Egitto in tenda fino ad Assuan…ecc. ), e andavamo specialmente per luoghi lontani e attraenti.

Infine le destinazioni più "classiche" di allora, l'India  (con Goa) e il Nepal (1978), poi il Messico (con Chiapas e Yucatan) e il Guatemala, e Belize (1979) … la Thailandia da nord a sud e Sumatra nell'81 o '82? (in generale vedi http://viaggiareperculture.blogspot.it/2011/07/mi-e-piaciuto-viaggiare-di-qua-e-di-la.html ) eccetera.

Ho ricopiato alcuni diari giovanili di quell'epoca di fine anni Settanta,
come  quello in India:
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/09/pakistan-1978.html, http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/11/india-1978-1-da-amritsar-old-delhi.html, http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/11/india-78-2-rajahstan-agra-benares.html, http://viaggiareperculture.blogspot.it/2011/12/nepal-1978-2-kathmandu.html, http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/10/india-1978-2.html, http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/10/india-1978-3-goa.html, http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/10/india-78-4-il-ritorno-bombay.html, http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/10/post-viaggio-78-riflessioni.html,

e poi quello in Messico:
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/10/mexico-nel-lontano-1979.html, http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/10/chiapas-79.html, http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/09/guatemala-e-non-solo-nel-lontano-1979.html,
 http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/10/diario-sul-belize-1979.html,
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2012/10/yucatan-3.html.


E forse nei prossimi mesi ne ricopierò anche degli altri...

domenica 6 aprile 2014

altri spunti di riflessione

Aggiungo dunque ora altri "spunti di riflessione" sul tema fondamentale della funzione stimolante del dubbio. 

"Il primo passo verso la vera filosofia, è l'incredulità", queste le ultime parole del grande filosofo dei Lumi,  Denis Diderot, annotate dalla figlia Angélique de Vandeuil.

Aristotele nel"Protreptico" (fr. 2) scriveva: "il ricercare è la causa della filosofia". E più oltre (fr. 15) "sicché si deve filosofare da parte di tutti coloro che ne hanno la facoltà, ...poiché il filosofare è in definitiva la perfetta felicità". Poi nella sua "Meta-fisica" (2, 982b e segg.): "In virtù dello stupirsi (=del provare meraviglia) gli uomini cominciarono per la prima volta a filosofare, e ancora ora filosofano".

Come già diceva il suo maestro Platone: "la meraviglia è un sentimento assolutamente tipico del filosofo. La filosofia non ha altra origine che questa" ("Theaìtetos", 155d).

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Da semplici riflessioni come queste o quelle che vi avevo proposto nei giorni scorsi, nascono i viaggi, esse sono causa di viaggio.