giovedì 9 agosto 2012

lo scopo nella vita ?

Una amica, Reby, mi scrive dal suo sito "Quasifacile.it" per chiedermi: Carlo, qual'è il tuo scopo nella vita ?

Cerco di risponderle così:


ciao cara, praticamente mi chiedi un consuntivo della mia vita? Wow! non poca cosa! però alla mia età, ed essendo appena andato in pensione, mi cogli in una fase in cui sto proprio ripensando a queste problematiche.... 
Ti posso dire (per quel che mi riguarda) che uno scopo me lo ha dato il lavoro che ho scelto, ovvero operando nel campo educativo e dell'insegnamento.

In effetti forse posso dire che sono stato finora al mondo facendo "il ponte", facendomi "canale", ovvero facendo da tramite, cioè educando, facendo passare alle nuove generazioni (o a conoscenti ed amici di varie età), quel che mi sembrava importante che non andasse perduto del patrimonio di culture, di riflessioni, di tentativi di cui è costellata la storia umana, insegnando la complessità delle cose, cercando di trasmettere passioni, di comunicare i miei entusiasmi per la bellezza di certe questioni o di certi "prodotti" del pensiero, e dello spirito, ... 

In questa attività in cui ho iniziato dei giovani instradandoli in un certo percorso, cioè cercando di fare da stimolo, ho anche cercato di conoscere gli altri e di capirli, in modo da poter dare loro qualcosa nel momento in cui li conoscevo e li ascoltavo, cioè mentre imparavo da loro. 
Insomma nella mia attività, ho cercato di trasmettere mie osservazioni e domande sulla complessità di questo mondo, dei nostri simili, della vita. E per me ha significato conoscere meglio me stesso grazie al rapporto con gli altri, tramite la conoscenza di altri.
In definitiva, se mi fossi tenuto tutto solo per me, allora che senso avrebbe avuto il conoscere e cercare?
quindi credo un po' così: ho fatto da ponte, ho avviato, instradato, e anche insinuato dubbi e credo pure stimolato il senso critico, e la libera riflessione, e la creatività in molti giovani, cercando di non ostacolare questa tensione verso certi orizzonti con atteggiamenti di pesantezza, pedanteria, paternalismo, autoritarismo, e tutti quegli orpelli che nell'insegnamento rendono insopportabile ogni cosa e vanificano ogni  obiettivo educativo. Perciò mi sono spessissimo affezionato a persone, luoghi, situazioni, avendo compartecipato e interagito con umanità (queste almeno le mie pie intenzioni). 
E poi siccome ho cercato di stimolare con estrema discrezione, e "facendo lunghi giri", cioè prendendo le cose per via indiretta, forse molti con cui ho interagito non se ne sono accorti più che tanto del mio stimolare, anzi forse poi non ricordano nemmeno che c'entrassi io con le loro riflessioni. Questo l'ho potuto constatare in vari casi.

Però nella mia vita sono sempre rimasto molto dubbioso su tante cose, e spesso mi scoraggio e ho bisogno di isolarmi e stare con me stesso.
Boh, tutto qui. non credo di aver avuto altra funzione valida... né penso di avere avuto alcunché di eccelso in questa mia qualità. 
Comunque non ho mai sentito questo come fosse un mio "dovere", o il mio lavoro, semplicemente mi veniva spontaneo così. 

E poi oltre a questi aspetti che potrebbero essere visti come validi per definire uno  "scopo",  un senso per la mia vita (e che non so se sempre li ho praticati e se li ho svolti sempre bene, al di là delle intenzioni...) ci sono state tante cose nella mia vita che, ora che ci ripenso a distanza, le ho proprio mal fatte, o non capite (in molti casi nei primi anni a causa di un'età troppo giovane o della mancanza di esperienza sufficiente), che mi dispiace aver fatto e pensato, ma è andata così. E dunque in un certo senso mi autogiustifico… Nel complesso non rimpiango nulla. Il tutto va preso nel suo insieme ... non ti pare? c'è del buono e dello storto... 

Nel fare un consuntivo, debbo anche dire che nel corso della mia vita ho avuto molti motivi e occasioni di sofferenza, ma alla fin fine l'aver sofferto, l'aver patito, mi ha permesso di maturare, di capire più profondamente, quindi ci sta pure quello...

Grazie per avermi pungolato, cari ciao

( postato il 10 agosto anche su http://www.quasifacile.com/istinto/scopo-vita/comment-page-1/#comment-4580 )

1 commento:

  1. Carlo, leggendo queste tue righe mi sono quasi commossa..rivedo e rispecchio in queste parole ogni singolo istante passato dentro a quell'aula..io che cercavo sempre la prima fila per poterti ascoltare meglio, io che ti fermavo per le scale perchè avrei voluto chiederti di più, di più e ancora di più..io che scrivo e-mail ponendoti i quesiti filosofici più assurdi..e tu che con pazienza ed entusiasmo mi rispondevi con altre domande...che sempre di più mi aprivano orrizzonti nuovi, domande nuove, curiosità prima impensabili. Ricordo i miei viaggi in treno..quando invece di cuffie e musica tiravo fuori dalla mia borsa carta e penna..e pensavo a quel famoso tema: "chi sono io?"...e scrivevo ciò che mi passava per la testa, frasi sconnesse, talvolta senza senso, che però mi facevano riflettere e scoprire cose di me che forse troppo a lungo erano rimaste là sotto. Ho tanti ricordi di quel periodo, di quei mesi di lezione che non mi sono mai pesati. E devi essere fiero del lavoro che hai fatto, del rapporto che hai saputo creare con ognuno di noi studenti, e degli stimoli a fare sempre di più, a ricercare sempre di più e a pensare con quello spirito critico che, purtroppo, oggi giorno sembra perdersi sempre di più. E io che non posso far altro che ripagarti con un grazie...ti dico grazie per ciò che mi hai insegnato. un caro saluto Serena.

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