lunedì 14 gennaio 2013

l'anima e le anime nel buddhismo


Già l'anno scorso vi dissi degli incontri condotti da Italo Cillo (vedi post del 31 marzo 12, "a Senigallia") sul buddismo tibetano. Ora vorrei riportarvi alcuni interessanti brani (che potrebbero rispondere ai dubbi di qualcuno tra i lettori del blog) da conversazioni attraverso un suo Podcast, si tratta di "Tempo di cambiare" in particolare dell'ultima puntata, la 23a, che potete trovare nel suo blog http://blog.miglioriamo.it/

1a domanda: ho visto il video "6 giorni sulla Terra". Vi si dice che solo il 20% degli esseri umani posseggono un anima... e sono dei predestinati alla salvezza (come ad es. nei Calvinisti). Allora che senso avrebbe per gli altri il vivere? e dove finiranno dopo morti…? come la pensa il Buddismo?

risposta di Italo:
Dal punto di vista dell'insegnamento buddista, tutti gli esseri senzienti, fra cui gli uomini e tutti gli animali, sono dotati di una "mente", o coscienza (intesi nel buddismo come sinonimi). Tutti sono eguali in questo: tutti desiderano la "felicità", ovvero desiderano evitare la sofferenza. Questo è un dato di eguaglianza fondamentale. Secondo gli insegnamenti buddisti però nessuno ha un' "anima", nel senso che questa parola è solo una astrazione, cioè esprime un pensiero formulato dall'intelletto. E' un nostro modo, che i nostri pensieri evidenziano, di glorificare il nostro senso dell' Io; siccome noi coltiviamo l'illusione di essere entità separate, ci aggrappiamo a questa illusione, e allora ci raccontiamo che questa non è una illusione, che esiste una sostanza che si chiama anima, che è bella, è immortale, è nobile, e così via, ma tutto ciò è una fabbricazione dell'intelletto, è solo un pensiero, ed è ingannevole. Se togliamo di mezzo questo pensiero, ci rendiamo conto che non esiste una cosa, una sostanza, un quid che noi si possa in qualche modo toccare con mano e dire: ecco questa è l'anima. 
Secondo l'insegnamento buddista, ciò che esiste è un flusso di coscienza ininterrotto, che si potrebbe chiamare consapevolezza, coscienza, esperienza,  conoscenza, mente, che altro non è se non appunto la nostra capacità di percepire, di fare esperienza, di conoscere, ma questa non è mai uguale a sè stessa, non esistono mai due momenti di esperienza eguali fra di loro... Quindi quando diciamo coscienza, consapevolezza, mente (che ripeto sono considerati nel buddismo come sinonimi), quella è solo una denominazione, una parola che utilizziamo per capirci fra noi, e non corrisponde ad una sostanza realmente esistente. Anzi secondo il buddismo credere in ciò è proprio la causa di tutti i nostri problemi e di tutte le nostre infelicità... perché ti attacca, ti incolla, ad una idea di permanenza che invece è illusoria. Questo flusso mentale di coscienza ininterrotto e sempre diverso e mai uguale a sè stesso, ed è questo che noi dobbiamo proteggere da stimoli negativi, è ciò che continua dopo la morte dell'involucro fisico; e dunque questa "mente" continuerà. Non esiste che se si schiaccia il telecomando tutto diventa nero e buio, anche questa è una superstizione. Non può esistere la non-esistenza, non può esistere il non-conoscere, il non-esperire, non può esistere il nulla assoluto. Gli stessi scienziati non sono mai riusciti a scoprire il nulla, ad identificarlo, semplicemente perché appunto non esiste. 
Detto ciò, è questa mente-coscienza che noi dobbiamo proteggere da stimoli negativi, perché contiene in sè i semi, o meglio, causa tutta la nostra infelicità e la nostra sofferenza. Va protetta da stimoli negativi, che siano le nostre stesse emozioni perturbatrici o che siano interferenze che provengono dall'esterno. 
Per tornare a ripetere: in questo siamo tutti eguali, non credo a questa "teoria" che qualcuno di noi abbia qualcosa che manca ad altri, che è completamente illogica. O meglio tutti noi abbiamo una forza interiore, che possiamo chiamare una vitalità, una energia vitale, la forza della nostra consapevolezza, tutti ce l'abbiamo anche se può essere più o meno "addormentata" assopita, latente, caso mai vi può essere una questione di gradi, non di averla o non averla, e tutti abbiamo bisogno di "risvegliarla", tutti abbiamo bisogno di coltivarla ... per farla emergere alla consapevolezza, alla coscienza, e diventare più liberi.
Italo
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2a domanda: Sono contenta di avere approcciato una spiritualità di così ampio respiro, che mi rende più consapevole di essere parte del Tutto. Ma un video recente sugli addotti e sugli esseri di luce, mi ha molto preoccupata. allora il velo di Maya nasconde un grande incubo ... ?

risposta: nel buddismo non esistono esseri superiori o esseri di luce a cui noi ci apriamo, o che possiamo accogliere dentro di noi ... con eventuali conseguenze pericolose... !
Innanzi tutto perché il Buddha era un essere umano, completamente umano, che ha realizzato la vera natura, e le potenzialità, del proprio essere. Tutti noi possiamo farlo un percorso di realizzazione e illuminazione, perché la natura dell'essere umano con le sue potenzialità è dentro ciascuno di noi. In effetti la chiamiamo "buddhità", o natura di Buddha, ed è in quella che noi buddisti "prendiamo rifugio", è quella il nostro riferimento, ed è: la parte migliore di noi stessi. Non è dunque che noi adoriamo o divinizziamo il Buddha fisico in carne ed ossa, ma ci riferiamo al principio della "natura di Buddha" in quanto è nella natura di tutti noi. Tenere presente ciò è fondamentale.

Il Buddha stesso proibiva ai suoi discepoli quando era in vita, di pendere rifugio negli "dèi", anche quelli più "alti" come il Brahma. Se volgi la tua mente alla realizzazione spirituale, all'obiettivo della Illuminazione, allora non devi prendere rifugio in alcun essere sia pure superiore. Perché se esistono, anch'essi hanno un senso dell'Io e dunque avranno la tendenza a "servire" le esigenze dell'Io. Ogni essere senziente fa parte del Samsara, ed è soggetto ad emozioni perturbatrici. . .  Sarebbe dunque assurdo per chi volesse raggiungere l'Illuminazione per uscire dal samsara, credere in esseri senzienti superiori che sarebbero anch'essi partecipi del samsara...

Oltretutto considera che qualsiasi pensiero negativo diviene tanto più reale e vero quanto più noi lo nutriamo di energie con le nostre paure. Fammelo ripetere: fermo restando che la "minaccia aliena" o qualsiasi altra cosa di questo mondo, diviene tanto più vera quanto più tu ci credi, la mia "teoria provvisoria" è che sono tutte cose volte a scatenare nell'umanità le più diverse paure, e a farci dimenticare che la mente è il grande creatore di tutta la nostra realtà, che siamo noi stessi i creatori della nostra felicità e della nostra sofferenza, per farci dimenticare che il nostro potere, la nostra libertà, sono effettivamente infiniti, proprio qui e ora, e quindi queste voci mirano a tenere indaffarate le nostre menti con cose che o sono sciocchezze complete, o bufale, o operazioni psicologiche per indurci paure e emozioni negative come la rabbia, e che si inverano solo nel momento in cui noi ci crediamo.
Gli autori di queste voci non sono persone, ma "forme di pensiero", non sono gruppi di cospiratori, ma "forme-pensiero", cioè campi di coscienza di cui noi facciamo parte anche senza esserne consapevoli, senza saperlo, e nei cui "inganni" noi cadiamo scioccamente. 
Quindi la risposta breve ai tuoi timori è: che tutte queste storie di alieni ecc. sono una finzione, un costrutto falso, un pensiero proiettato da un campo di coscienza, sono pensieri che si inseriscono nella nostra esperienza, nella nostra mente, provenendo sia dall'esterno sia dall'interno, però sono pensieri falsi e se noi vi crediamo diventano veri per noi. Quindi bisogna proteggere la nostra mente, prendere rifugio nella parte migliore di noi stessi, e risvegliare la consapevolezza e coltivarla. Questa la mia conclusione provvisoria".
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vedi anche: www.meditazioneguidata.it,
e in quel sito, l'audio di una conferenza recente:
http://blog.miglioriamo.it/996/italo-cillo-mp3-sviluppo-personale-realizzazione-spirituale/
e http://teleconferenze.s3.amazonaws.com/2012_02_02/I%20ParteIl%20Cuore%20della%20Crescita%20Personale.mp3

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