martedì 9 aprile 2013

Liberi di viaggiare


Il famoso leader di alcune popolazioni aborigene alleate nord americane, Hinmatóowyalaht'it da noi noto come Capo Giuseppe, così rispose alle offerte di un ennesimo accordo di pace con il governo federale USA:

"Let me be a free man, free to travel, free to stop, free to work, free to trade where I choose, free to choose my own  teachers, free to follow the religion of my fathers,  free to think, and talk and act for myself, and I will obey every Law or submit to the penalty."

"Lasciatemi essere un uomo libero, libero di viaggiare, di fermarsi, libero di lavorare, libero di commerciare dove io scelgo, libero di scegliere i miei insegnanti, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare, parlare e agire per mio conto, e io obbedirò a qualsiasi Legge, o mi sottoporrò alla pena prevista."(Chief Joseph, 1879)

Parole e concetti che non sono riferibili esclusivamente agli indios-"pellerossa" dell'Oregon, ma che sono condivisi da molti personaggi, di vari paesi e culture.
In quell'epoca, in cui ancora la percentuale di "pellerossa" era del 12% sulla popolazione complessiva degli Stati Uniti, molti immigrati europei o loro discendenti, acquisirono una mentalità e dei valori simili a quelli in base ai quali vivevano ancora molti popoli nomadi o seminomadi amerindi.
Rispettate la mia libertà e io mi impegno a rispettare le leggi che stabilirete. Quale comandamento morale più basilare e universale di quello di non nuocere ad altri...? dopo di ché ognuno può essere davvero libero di fare quel che gli pare, se quel comandamento è fatto salvo, non vi sembra? questa sarebbe la vera piena libertà, la più ampia possibile... Certo è molto difficile che il 100% degli uomini lo rispettino, e quindi forse ci vogliono anche dei divieti chiari e inequivocabili, ma forse non bastano neppure quelli... Comunque chi meglio di un popolo che gira libero per l'immensità della natura incontaminata, poteva levare alto quel grido ? Che le autorità non si impiccino degli affari privati, della vita personale degli individui, e che non si instauri nessuna forma di dominio che pretenda di regolamentare i limiti della nostra libertà...! Basterebbe dunque una sola legge: non recare danno ad altrui... e sarebbe il massimo della utopia libertaria.

Libertà di movimento, libertà di viaggiare...

Forse che trasferirsi in un nuovo continente semispopolato, di ampiezza sterminata, non poteva essere vista come una soluzione per chi si sentiva addosso l'oppressione di gruppi dominatori della produzione dei beni e addirittura anche dei comportamenti e della morale ??? A molti sembrò così, ... ma purtroppo non tutti gli uomini agiscono in base a buone intenzioni...
Comunque ... fu appunto proprio per quella aspirazione (e con quella illusione) che milioni di persone emigrarono in America.

Ad es uno scrittore scozzese come Robert Louis Stevenson che viaggiò negli USA alla fine degli anni '70 dell' Ottocento, per  accompagnare la moglie americana in California, e poi di nuovo alla fine degli aa. '80 girando ancora per tre anni, avrebbe approvato l'appello di Capo Giuseppe. In quel suo girovagare scrisse:

"We are all travellers in the wildnerness of this world,  and the best we find in our travels is an honest friend."
"Noi siamo tutti dei viaggiatori nella natura di questo mondo, ed il meglio che si possa trovare nei nostri viaggi, è un amico sincero."

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