domenica 11 ottobre 2015

Il disprezzo verso la cultura (e il concetto di civiltà) 4

Con l'avvicinarsi dell'anno 2000 su cui da almeno un secolo si era vagheggiato tanto che era divenuta una data simbolo, si scrissero innumerevoli considerazioni e previsioni su quella che veniva considerata una eccezionale occasione di svolta per la storia umana (saremmo entrati nell'era della realizzazione delle utopie?, in un generico "Duemila" e qualcosa, si situavano di solito i racconti fantascientifici).
Tra l'altro la fine del secolo coincideva con il collasso dei regimi dell'est europeo, per cui A. von Hayek parlò di "Presunzione fatale", e ci fu la fine dei blocchi ideologici contrapposti. E poi poco dopo F. Fukuyama parlò di "fine della storia" come sino ad allora (1989) l'avevamo conosciuta. Negli anni Novanta la Yugoslavia si dissolse in una guerra tra le nazionalità, e l'URSS cessò di esistere. Nel '96 Samuel Huntington scrisse "Lo scontro delle Civiltà" in cui sosteneva che "sotto la spinta della mondializzazione la politica planetaria si sta ristrutturando secondo linee di demarcazione culturali. Le vecchie alleanze determinate da motivi ideologici o dai rapporti tra le superpotenze lasciano il campo ad alleanze definite dalle diverse culture e civiltà". Nel '99 Fukuyama pubblicò un altro suo studio su "The Great Disruption" cioè la gran disgregazione, interrogandosi su come e da dove potesse affermarsi un nuovo ordine sociale dopo che quello vigente aveva cominciato a franare, a disfarsi… e vide nello sviluppo rapidissimo delle nuove tecnologie informatiche di comunicazione una via per la creazione di inedite reti di aggregazione sociale, di scambio e osmosi interpersonali e anche di nuove opportunità economiche e finanziarie.

Nel contempo in altri campi il direttore generale dell'Unesco interpellò una persona di sua fiducia, Vincenzo Fazzino, per affidargli il compito di preparare documenti su un modello di sviluppo "sostenibile" da presentare come dossier al Summit sulla Terra di Rio de Janeiro del 1992 (in occasione del cinquecentenario del viaggio di C.Colombo nelle Americhe) che fu la prima riunione a livello mondiale di capi di Stato e/o di governo, essa verteva sui temi della protezione dell'ambiente e del rapporto tra essa e lo sviluppo economico e produttivo.
In seguito ad un dibattito avuto tra Fazzino e il collaboratore Philippe Gilleron (ed altri colleghi all'Unesco), Enzo Fazzino e sua moglie Antonella Verdiani diedero vita nel '93 al progetto "Planet Society", con lo scopo di sensibilizzare vari premi Nobel a cooperare ad un documento che propugnasse il passaggio da una cultura bellicista che riteneva scontata la risoluzione violenta dei contrasti internazionali, ad una cultura della pace e della non-violenza da diffondere in occasione del passaggio di millennio.
Inoltre nel 1998 si tenne a Stoccolma un convegno del settore cultura dell'Unesco con l'obiettivo di riflettere sul tema della "Nostra diversità creativa", nella consapevolezza che accanto alla straordinaria biodiversità dell'ambiente, vi sono da tenere in conto le implicazioni della diversità culturale, e le sfide che il pluralismo culturale pone alla politica. La principale raccomandazione fu di "(...) rinnovare la tradizionale definizione di retaggio culturale, che oggi deve essere inteso come l'insieme di tutti gli elementi, naturali e culturali, concreti e ideati. Tramite tali elementi i gruppi sociali riconoscono la propria identità e si impegnano a passarla alle future generazioni in una forma migliorata e arricchita".

Manifesto2000

Nel frattempo sempre nel '98 si giunse ad avere un testo concordato sulla base del progetto Fazzino che è stato fatto circolare per il 50° anniversario della dichiarazione universale dei diritti umani del '48, e questo fu formalmente presentato alla conferenza stampa dell'Unesco dal suo direttore generale Federico Mayor tenutasi alla Torre Eiffel di Parigi nel marzo 1999 assieme ad alcuni dei premi Nobel coinvolti (Pierre Marchand, Mairead Corrigan Macguire, Rigoberta Menchu Tum, A. Perez Esquivel,  Josef Rotblat, René Cassin ).  Nobel firmatari furono anche Nelson Mandela, Desmond Tutu, Shimon Peres, Elie Wiesel, Norman Borlaug, José Ramos Horata, David Trimble, Carlos F. Ximenez Belo, il Dalai Lama, e altri.

Il Manifesto fu al centro delle consultazioni dell'Unesco e dell'ONU durante l'anno internazionale della cultura di pace, il 2000; e fu approvato all'unanimità da tutti gli stati membri. Dal maggio 2001 fu disponibile sulla rete Internet, tradotto nelle principali 44 lingue del mondo, al fine di raccogliere adesioni di impegno. Si contarono più di 75 milioni di firme di uomini e donne e di associazioni che si rendevano disponibili a diffondere il testo, leggerlo pubblicamente e commentarlo, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, e in ogni possibile occasione di carattere sociale e associativo, allo scopo di divulgare capillarmente l'educazione alla pace tra i popoli del mondo come segno della svolta del nuovo secolo e millennio.
Tra l'altro è interessante osservare che le firme in quella occasione furono per esempio, tra i paesi dell' Asia: in India ci furono 37 milioni e mezzo di adesioni, nella Corea del Sud 1 milione 600mila,  in Giappone 1 milione 200 mila, più di 1 milione in Nepal; nell'America Latina: in Brasile furono 15 milioni e mezzo, in Colombia 11 milioni 800mila, in Messico 277 mila; per l'Africa: in Kenya più di 1 milione, in Algeria 790 mila, in Marocco 362 mila, in Tunisia 190 mila; in Medio Oriente: in Azerbaijan 413 mila, in Turchia 131 mila; per l'Europa: in Italia 490 mila, nella Confederazione Russa 144 mila, in Francia 136 mila, in Spagna 110 mila; eccetera... (poi nel corso del decennio successivo il totale mondiale  giunse a superare i cento milioni).
In Italia si approvò che dall'anno acc. 2001/02 si istituisse un corso di laurea specifico in scienze per la pace presso l'Università di Pisa.

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Il Manifesto2000 dell'UNESCO si riassume in sei chiari incitamenti:
"Rispettare la vita e la dignità di ciascuno. Rifuggire dalla violenza. Liberare la propria generosità. Ascoltare al fine di comprendere. Preservare il Pianeta. Reinventare forme di solidarietà".
Nello specifico vi si dice: 
«L'anno 2000 deve essere un nuovo inizio per noi tutti. Insieme possiamo trasformare la cultura della guerra e della violenza in una cultura di pace e nonviolenza. A questo scopo è necessaria la partecipazione di ognuno. Questo può dare ai giovani e alle future generazioni dei valori che possono ispirarli a dare forma ad un mondo di dignità ed armonia, un mondo di giustizia, solidarietà, libertà e prosperità. - La cultura della pace rende possibile uno sviluppo sostenibile, la tutela dell'ambiente e la valorizzazione personale di ogni essere umano.


Rinconoscendo la mia parte di responsabilità per il futuro dell'Umanità, in particolare per i bambini di oggi e per i giovani, mi impegno nella mia vita quotidiana, in famiglia, sul lavoro, nella mia comunità, nel mio Paese e nella mia regione a:



1. Rispettare la vita e la dignità di ogni persona, senza discriminazioni o pregiudizi;


2. Rifiutare la violenza: praticare la Nonviolenza attiva, rifiutando la violenza in tutte le sue forme: fisica, sessuale, psicologica, economica e sociale, in particolare nei confronti di chi è più deprivato e vulnerabile, e più debole, come i bambini e gli adolescenti;


3. Dare libera espressione alla generosità: mettere a disposizione parte del mio tempo e delle mie risorse materiali coltivando la generosità per porre fine all'esclusione, all'ingiustizia e all'oppressione politica ed economica;


4. Ascoltare per comprendere: difendere la libertà di espressione e la diversità culturale, scegliendo sempre il dialogo e l'ascolto senza concedere il fanatismo, la diffamazione e il rifiuto dell' Altro;


5. Preservare il Pianeta: promuovere una fruizione responsabile da parte dei consumatori, e delle pratiche di sviluppo che rispettino tutte le forme di vita e preservino l'equilibrio delle risorse naturali del pianeta;


6. Reinventare la solidarietà: contribuire allo sviluppo della mia comunità, con la piena partecipazione delle donne e nel rispetto dei principi democratici, con l'obiettivo di creare assieme nuove forme di solidarietà.


In ogni Paese firmatario si terranno delle attività per la divulgazione del Manifesto2000. L'argomento principale di queste iniziative sarà "la ricchezza della nostra diversità culturale".
In tutto il mondo, l'annuncio dell'Anno Internazionale per la Cultura della Pace sarà dato in luoghi simbolici, che, per la loro storia, hanno conquistato notorietà universale. Questi luoghi prestigiosi, che serviranno da piattaforme per la promozione della cultura della pace anche ad un pubblico televisivo mondiale, simboleggiano:  - la speranza e il progresso, - la vittoria sulla violenza, - il dialogo tra culture, civiltà e religioni diverse.»

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Dall' 11/9/2001  altre guerre

Come è arcinoto quattro mesi dopo la raccolta delle firme, il giorno 11 di settembre del 2001, tutto cambiò di un sol colpo con l'attacco a New York alle torri gemelle del centro del commercio mondiale (World Trade Center) da parte di una organizzazione terroristica del fondamentalismo islamista (facendo 2752 vittime), e con il conseguente invio di truppe Usa e internazionali in Afghanistan (dal 2001) e in Iraq (dal 2003) iniziò una guerra che ancora oggi non è finita... (quindi già molto più lunga di quel che fu da noi l'ultima guerra mondiale, dal 10 giugno '40 al 25 aprile '45). Vi sono le più divergenti stime sul numero di vittime, per es. in Iraq dal 2003 al 2008 vi sarebbero stati 4400 morti tra i militari Usa, e 315 del Regno Unito, e circa altrettanti degli altri Paesi della coalizione internazionale (italiani: 36 soldati), e tra i "corpi armati" privati di mercenari che hanno sostituito i militari degli eserciti stranieri via via ritirati dal Paese, vi sarebbero circa 13mila invalidi di guerra; mentre per gli iracheni si danno cifre che oscillano tra i centomila e i settecentomila…(soprattutto vittime civili). I costi per il Pentagono Usa (=per i contribuenti) nei primi 5 anni sarebbero stati  di circa 500 miliardi di dollari, mentre in generale i costi complessivi (diciamo con … l'indotto) per tutto il primo decennio si dice che sfiorino i 3000 miliardi di dollari inoltre vi sono stati episodi molto discussi e controversi di rapimenti, e anche di torture a prigionieri e carcerati (ad Abu Ghraïb, e nella base di Guantanamo, o nelle stesse prigioni irachene), e anche di villaggi e cittadine rase al suolo con i loro abitanti ...
In Afghanistan invece i morti della nostra coalizione (Nato e alleati) sarebbero 2210 (italiani: 53 soldati su un contingente di 750), feriti e invalidi 13 mila, e nei corpi militari mercenari (i cosiddetti contractors) i morti sarebbero 1800 e i feriti e invalidi circa 60mila. Tra i civili afghani i morti si stimano in cifre oscillanti tra 140mila e 340mila...
Per quanto riguarda la Siria, il conflitto iniziato nel 2011 ha provocato secondo l'Osservatorio sui diritti umani in Siria (SOHR) 250mila morti (di cui un terzo civili), 2 milioni di feriti e invalidi, e 12 milioni di sfollati (di cui 8 all'interno e 4 all'estero).
C'è bisogno di ricordare come sono messe oggi le città siriane? e come mai a centinaia di migliaia i fuggiaschi premono ai nostri confini europei?  voi e le vostre famiglie che fareste?




Insomma si tratta proprio di sporche guerre in cui ci siamo andati ad infognare… Se si pensa a quante  altre guerre sono in corso nel mondo, e a quante ve ne sono state negli ultimi tempi nei quattro continenti (provate a contarle: dalla Somalia del 1991-2006, alla guerra civile in Colombia, alla distruzione della Cecenia, e la Liberia, il Darfur, l'Iraq, l'Ossezia, l'Abkhasia, alla Libia nel 2011, e poi Mali, Sud-Sudan, Costa d'avorio, Centrafrica, Libia 2014, e ora Ukraina-est, Kurdistan, Siria, ecc...), e a tutto ciò che esse comportano e che è implicito in una situazione di conflitto armato…quindi come si diceva più sopra: massacri, abusi e torture, violazioni dei diritti umani, scandali, commerci illegali (armi, pezzi di ricambio, proiettili, ecc.) ma anche droga, ed altro (e in termini anche di distruttività e di spregio nei confronti delle espressioni della cultura umana) non solo il pensiero ritorna al contenuto del primo di questi miei quattro post che ho caricato sul blog, ma chiaramente ritorna anche al titolo, perché sono tematiche tutte collegate tra loro.

foto dell'ormai distrutto ospedale gratuito di "Medici Senza Frontiere" a Kunduz in Afghanistan ripetutamente bombardato -sembra "per errore"-  il 3 ottobre 2015 da un aereo da combattimento usa  (22 morti tra pazienti e personale, 40 feriti)

E quando si va a cercare di avere qualche informazione in proposito, si è portati a credere che guerre "pulite" non ne esistano proprio, da nessuna delle parti confliggenti, non si "salva" nessuno, anche se certe sono state mascherate come "interventi umanitari", o semplicemente come necessaria "lotta contro il terrorismo"… il che può anche essere vero, come per es. nel caso della guerra contro l' Isis, ma viene poi comunque da pensare che cosa ci sia dietro, che cosa muove a lanciare l'appello a fare guerre, chi ci lucra, quali interessi sono in ballo, cui prodest ?... eccetera.
A parte le guerre, per non dire poi per es. delle porcherie di certe industrie alimentari, o dei traffici di organi…, o i regni assoluti dei grandi latifondisti e delle multinazionali in Argentina o in Brasile, in Centroamerica ….  eccetera.
Mala tempora currunt ! che schifo… ma in che mondo viviamo…!??
è nota l'affermazione di Goya: "il sonno della ragione genera mostri".
Che follia…. che follia, non è forse la guerra la più terribile delle follie? vedere quelle foto di quelle città, o pensare che sono di nuovo in corso esodi biblici, composti da uomini, donne, vecchi, bambini, con valigie o grandi sacchi, che vagano per i Balcani, che marciano lenti verso le frontiere del benessere, che bussano alle porte delle case, o premono alle porte dei treni per scappare e salvarsi, o che pagano cifre assurde a delinquenti scafisti che li mollano su barconi in sfascio, pieni zeppi di gente, e che a migliaia poi annegano congelati dal freddo, …..  pazzesco! e noi qui a guardarli e a pensare solo a come fermarli o rimandarli indietro…
e chi è il più temibile nemico dell'uomo se non l'uomo stesso?
c'è chi costruisce con pazienza nel corso delle generazioni una cultura, una civiltà, un prodotto intangibile ma fragile, prezioso, e c'è chi rischia la morte pur di distruggere e bearsi di uno spettacolo di morti e rovine …

Sognando una umanità in pace

Per fortuna che c'è ancora chi gode a gustarsi una bella musica, un panorama naturale stupendo, gode a cogliere il sorriso di un bimbo, ad osservare i buffi giochi di un piccolo cagnetto, o si incanta di fronte ad una danza perfetta o alla vista della luna piena o del cielo stellato in una notte limpida … ecco dove sta la salvezza.
Il Bene, il Bello, il Buono, il Vero, il Giusto … si dice che siano immagini ideali, platoniche, di un altro mondo al di fuori di quello reale in cui viviamo, ma non è così. Come notò Oscar Wilde: Stiamo tutti nel fango, eppure qualcuno di noi guarda le stelle… (frase che ho citato spesso nei miei scritti e nelle mie lezioni)


… tanto per ritornare così al racconto che avevo caricato il 2 ottobre, "viaggio all'Alba del Mondo" … dedicato all'aurora dell'anelito alla conoscenza

Nel dicembre 2000 è stata costruita la Stazione Spaziale Internazionale permanente che orbita intorno alla Terra, da lì gli astronauti in servizio, possono tranquillamente osservare il nostro pianeta abbracciandolo con uno sguardo dall'esterno (come faceva qualche mese fa la nostra "AstroSamantha"). 

Il nostro habitat è uno:
bisogna che noi tutti si cominci a guardare ai nostri problemi con una prospettiva molto più ampia !





La famosa poesia di Leopardi sulla Luna in "Canto notturno",
oggi può dunque essere parafrasata e rovesciata (come fece già Joseph Campbell), 
e noi potremmo leopardianamente chiederle… e chiederci: "Che fai tu Terra, in ciel? dimmi, che fai ?"...

Anche mia nonna fin da ragazzina fantasticava pensando di essere sulla Luna e"immaginando d'esser lassù, in uno di quei valloni desolati e muti, di guardare sospesa in cielo invece della luna, la Terra, sentii come un brivido …". Ma più oltre poi da adulta -divenuta astronoma- scrisse in uno dei suoi libri : "L'Uomo oggi sa che vive nel cielo, ne sente l'infinito e l'eternità…", e aggiunse che ammirato dall'esterno: "l'umile piccolo pianeta che noi abitiamo, ci appare come una coppa traboccante di vita!… Dovunque è vita!… Ascoltiamone la musica sublime!".

Ma infine chiuderei con un'altro famoso brano che pure ho già citato spesso nei miei scritti e nelle lezioni, tratto dal poeta John Donne, "meditazione n.17" (del 1624), che dimostra uno sguardo globale:


«Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso;/ ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto./ Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare,/ l'Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio,/ come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa./ La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,/ perché io sono parte dell'Umanità./ E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: /suona per te!»

[come è noto un passo fu usato come titolo di un romanzo di Ernest Hemingway, "Per chi suona la campana" del 1940 sulla guerra civile spagnola, e un altro passo fu anche il titolo di un famoso libro di riflessioni da Bangkok del monaco trappista Thomas Merton, "Nessun uomo è un'isola" del 1955]

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