venerdì 2 ottobre 2015

nonna Fede Paronelli in viaggio all'Alba del Mondo

Dopo aver visitato il grande museo dell'evoluzione umana di Burgos con gli incredibili reperti di Atapuerca, e le grotte affrescate di Altamira, e quelle del monte Castillo in Cantabria, ed essere tornato a casa proprio nei giorni in cui si annunciava la straordinaria scoperta in Sudafrica di un "nuovo" nostro  lontano antenato del genere Homo, l' Homo di Naledi (dal nome in lingua locale di una grotta chiamata Rising Star, questo il significato del termine, quindi "stella che sorge"…) i cui resti potrebbero risalire addirittura fino a 2,5 milioni di anni fa, dalle profondità del terreno dunque è riemerso un predecessore che ora ci giunge dai più profondi abissi del tempo… (cfr.  http://www.focus.it/scienza/scienze/homo-naledi-una-nuova-specie-umana-che-fara-molto-discutere ),

foto del National Geographic di una ricostruzione del volto di Naledi

vorrei oggi proporvi alla lettura un racconto che scrisse mia nonna materna, Fede Paronelli, che era una astronoma, conferenziera al civico Planetario "Hoepli" di Milano, (morta nel 1944) in un suo libro divulgativo intitolato "Urania nei secoli - la storia dell'astronomia romanzata" (pubblicato nel 1945 dall'editore S. Giovene di Milano)
Si intitola "All' Alba del Mondo", in cui cerca di rendere la nascita dello stupore, della meraviglia, che stanno all'origine della cultura umana, e del suo interrogarsi. Nello specifico dipinge quello che poté essere "il primo sguardo" incantato verso il cielo stellato, la "prima" manifestazione della commozione.



Trasportati sulle ali dell'immaginazione, assistiamo qui ad una scena che può essersi svolta, che certo si sarà svolta, nei lontanissimi tempi in cui, all'alba del mondo, sul giovane nostro pianeta sconvolto ancora dalla violenza delle forze primordiali, apparve l'Uomo, che sotto la potenza creatrice del Pensiero Divino, sciogliendosi dalla ganga animale, iniziò attraverso la contemplazione dei fenomeni naturali ed in particolar modo celesti, la sua lenta ma continua scesa alla conquista della verità, al riconoscimento del Padre attraverso cosmiche, armoniose immensità.



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