giovedì 28 luglio 2011

Tempi sovrapposti

VIVA L' ISTRIA multietnica

Volevo parlarvi della bella regione adriatica dell'Istria. Ha delle stupende cittadine portuali, con dei centri storici che ne fanno veramente dei gioiellini architettonici. Il mare è pulito e limpido, e pescoso. E l'interno è molto verde, con colline, e una bella campagna, in cui si vedono lepri, pernici, pecore, mucche, cavalli, asini, eccetera, orti e allevamenti domestici di polli e conigli. Molti lungo le strade vendono il loro olio, l'ottimo e giustamente famoso olio di Parenzo, e il proprio vino malvasia, o le marmellate dei propri alberi da frutta. Pensare che nella pianura padana ormai tanto industrializzata si può dire che quasi non ci sia più campagna, è scomparsa dal paesaggio; al suo posto abbiamo territori adibiti alla produzione agricola. Per tanti aspetti assaporando l'ambiente, e l'atmosfera dell'Istria e dei suoi paesini sui colli, tutti costruiti con la pietra bianca locale, sembra di ritornare a trent'anni fa. Le trattorie, i tempi rilassati, una mentalità forse poco efficentista, ma che concede spazi alla conversazione. Se si va a scovare i bar, le osterie dove non vanno i turisti che nella stagione estiva sciamano lungo tutta la costa, si trovano prezzi molto contenuti, si sentono vecchi nastri di musicassette (parola in disuso), con canzoni anni '70/80, e se la birra o il vino sono stati generosi, si sentono ancora coretti di canti tradizionali del folklore locale. Persino non poche delle auto che circolano sono di vecchio stampo. Si vedono R4, FiatUno, 128, vecchie Pegeot, vecchi furgoncini. Chi li usa per lavoro, per il proprio negozio, o per la propria attività commerciale, cerca di tenerle in perfetta efficienza. Certo ciò vuol dire che se il mezzo si dovesse irrimediabilmente guastare, il proprietario non avrebbe forse la possibilità di sostituirlo con un'auto nuova, visti i prezzi di oggi. Un operaio prende al massimo 650 €uro, e intendo un uomo adulto con famiglia. Ma molti prendono di meno, e chi ha la pensione sociale è proprio messo male. Inoltre andando a curiosare qua e là e a far domande si scoprono varie cose. Fortunatamente per noi molti si arrangiano a parlare il dialetto istriano-veneto, e ci si capisce. Ora è divenuto importante saper comunicare con i numerosi italiani, dato che d'estate le attività gravitano in gran parte attorno al turismo. Chi affitta o compera un appartamento, avrà poi bisogno dell'idraulico, del mobilificio, dell'elettricista, del pavimentista, dovrà pure andare a far la spesa per cucinare, eccetera... 
E così curiosando e chiacchierando si identificano ancora vecchie case abbandonate dalla popolazione istriano-veneta quando il fascismo perse la guerra e la regione fu occupata dall'esercito jugoslavo. Case di contadini, di pescatori, di famiglie di esercenti che avevano il loro negozio, o la bancarella,  artigiani, ma anche ville di possidenti terrieri, i cui nomi ancora identificano i loro terreni, bei palazzi urbani di un ceto benestante e colto, eccetera, ma ce ne sono un po' di tutti i ceti. E alcune case sono ancora là, dopo tanti anni, con le persiane chiuse alle finestre oramai marce e cadenti, alcune col tetto crollato, ma ben riconoscibili. 
Ma capita pure di intravedere qua e là vecchi alberghi abbandonati, case popolari in rovina, villette turistiche chiuse da troppo tempo, e queste sono risultato di una guerra molto più recente e che si vuole dimenticare o di cui non si vuol parlare. Quanta gente di Belgrado ancora negli anni ottanta veniva sulla costa a fare le vacanze? quante colonie estive di scuole dell'interno, quante colonie di fabbriche, per figli di lavoratori venivano qui a prendere aria buona di mare? quante le proprietà di società di ogni tipo erano qua presenti? Ma oggi non si vede circolare nessuno che sia serbo (o bosniaco, o macedone, o di altre repubbliche, a parte la Slovenia) non ho visto una sola auto, un solo pullmann, eppure c'è la pace stabile già da un decennio. Ma non si tratta solo di persone che venivano da altre zone, ma di persone che vivevano in Croazia (i serbi erano il 12% della popolazione nel '91). Qua e là nelle belle pinete si possono scovare bungalows, o casette abbandonate alla lenta conquista da parte della vegetazione. E per fortuna che in Istria la guerra non c'è mai stata! E' però anche un vero dispiacere in un paese certo non ricco, vedere (vecchie) infrastrutture che vanno a pezzi, cui forse ancora basterebbe qualche riparazione per rimetterle in uso, mentre entro pochissimo non ne varrà più nemmeno la pena, anche se venissero restituite ai loro proprietari.  E poi, tanto per fare un esempio, non ci sono più i bravi gelatai bosniaci di cui conservo il ricordo essendo venuto tante volte da queste parti sin da ragazzino. Nemmeno si sentono più uscire dalle radio le loro struggenti canzoni, nè si odono le melodie balcaniche. 
Questi da una parte, quegli altri da quell'altra parte, ognuno per conto suo (con effetti dilanianti per le famiglie miste). 
E' un mondo nuovo, si possono intravedere i segni di altri tempi solo se si è curiosi e impiccioni, e si gratta un poco la vernice di turistilandia che sta ricoprendo un po' tutto quanto. Tempi diversi, che si sovrappongono, si stratificano, alcuni fossili, altri evanescenti e che stanno oramai sbiadendo, altri che si impongono con la loro normalità irreversibile. 
E tutto ciò in piena Europa supermoderna, senza che se ne parli e senza che si vada a stuzzicare la memoria ("grazie" anche alla presenza di truppe Onu, Nato, Eu, nelle aree difficili). Ma come dicevo in altre sedi (secondo certuni) ci sono conflitti etnici (magari vicini) di cui è meglio occuparsi poco, e conflitti un po' più lontani su cui invece è più conveniente incentrare l'attenzione e tener desta la memoria anche se con una informazione non sempre imparziale. E poi le vecchie faccende di 20-25 anni fa sono oramai storia vecchia, e la storia si sa è roba sepolta. Così tutto può procedere, senza che apparentemente vi sia alcun problema. Va tutto bene, anzi ultimamente sembra che stia andando meglio...E comunque è proprio questo in effetti l'augurio che farei (rivolto però a tutti i popoli della ex-Jugoslavia). 

Ma tornando ora a quanto dicevo all'inizio, andiamo dunque in Istria, ci si fanno bellissime vacanze, e si portano soldi e lavoro in una regione rimasta sempre fuori dai conflitti, e a gente che ama vivere in pace e ha bisogno di lavorare !

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