sabato 2 novembre 2013

Bali 29 (Kedonganan)

2 ottobre,   29a giornata  (Kedonganan)

Anche stamane vado a fare un giro nelle vie qua attorno, vie non dedicate al turismo, ma di traffico di lavoro. Negozi popolari, minimarket, officine meccaniche, piccoli opifici, e altro.



 rivendita al dettaglio di bottiglie di miscela per motorini
triciclo-rivendita di succhi di frutta e acqua minerale


Continuo il giro per le zone popolari.
 una fabbrica di blocchi di cemento

appena si va nei retri, o in fondo a un gang, c'è subito la campagna

Ma ci sono pur sempre bei fiori e frutta, che rendono colore e bellezza.






Per certi versi sono posti brutti, perciò senza turisti, ma sono comunque interessanti perché significativi della realtà che c'è dietro la facciata di negozi e negozietti di souvenirs o di oggetti d'artigianato, o di ristoranti e hotels. Diverse volte ho visto topi passare, e mi sembra che sia molto carente un servizio pubblico di nettezza e igiene urbana. Spesso bruciano gli scarti con dentro di tutto, anche molta plastica, di qui i fiumi grigi e certi odori acri. 
Camminando sui marciapiedi (di solito molto rialzati) bisogna sempre stare molto attenti a dove si mettono i piedi, perché ci sono buche, crepe, e a non fidarsi di rappezzature, chiusure, tombini, grate, botole, ponticelli in legno ... 
Nei prossimi giorni ci sarà a Bali la riunione dell'APEC (Asian-Pacific Economic Community) con l'intervento anche di Obama. E già c'è molta attesa. Obama è cresciuto a Giava da ragazzino, nel 1969/70, e quindi ci si aspetta un particolare interessamento per i problemi dello sviluppo dell'Indonesia.
Ripensando al giro di ieri, gli oggetti di artigianato venivano originariamente prodotti solamente per finalità concrete , pratiche, in quanto oggetti di uso quotidiano, come ceste o cestini, o ceramiche, o oggetti per  offerte e cerimonie ... Quel che si compra ora non sono esattamente le stesse cose di trent'anni fa ... 
Ci sono a Bali vari musei, a Ubud, a Denpasar, come in altre località. Sono dunque consapevoli di dover preservare la loro cultura... Nei musei si vedono gli originali, che sono divenuti dei prototipi per tutto ciò che anche ora si produce, ma si produce per altri fini. Non fanno quasi altro che riprodurre, ma ci sono stati alcuni cambiamenti a contatto con le arti occidentali. Sono comunque ulteriori variazioni sul tema di riferimento che rimane quello tradizionale, cioè il modello di ciò che è tipico locale. In certe botteghe c'è una scritta del tipo: "antiques made to order", antichità fatte su ordinazione, riferita alla manifattura di oggetti che sono proprio come quelli tradizionali. Per i balinesi (e non solo per loro) è antico tutto ciò che in qualche modo appaia tale. E poi comunque anche in botteghe con cosucce da poco, è d'obbligo contrattare. Pochi e rari i negozi a prezzo fisso. Li abbiamo visti solo qui a Kuta, oppure nei grandi centri commerciali moderni, o nei supermarket, dove anche la gente del posto va a comprare, e lì i prezzi sono commisurati al costo della vita e al reale valore della rupia. Come sono soliti dire: quando con la contrattazione si raggiunge una cifra che tu acquirente giudichi un buon affare, e a chi vende, anche, allora quello è il prezzo giusto in quella situazione.

Mi piace quel monumento che c'è all'ingresso in città, con Arjuna e la biga coi cavalli guidata da Lord Krishna, che riproduce l'immagine dell'inizio della battaglia di Kurukshetra, descritta nella Bhagavad Gita. Qui anziché Arjuna, dicono che era l'eroe Bima.



A Bali nel suo particolare induismo (Agama Hindu Dharma), si considera che Wisnu e Siva siano manifestazioni dell'Unico-Tutto, o Tutt'in Uno, cioè Sang-hiyang Widi Wasa, o Acintya (non-figurabile), che risiede sul monte omonimo (2100 metri, sopra alla regione dei laghi), ed è il dio invisibile del mondo superiore, protettore degli spiriti degli antenati, e rappresentato dal trono vuoto (padmasana) con a volte una figura solare,
a Jimbaran
di solito il trono è avvolto nel poleng a quadri bianco/neri, e protetto dall'ombrello tedung (vedi la puntata 26); mentre la divinità più venerata è Dewi Sri, consorte di Wisnu, dea della fertilità, della vita, e dei prodotti della terra in primis il riso;  e Saraswatù la dea delle conoscenze, consorte di Brahma; e Durga, la Morte, consorte di Sivà; poi ci sono i vari spiriti della natura, eredità dell'animismo prehinduista, come la personificazione dello spirito dell'acqua, Dewi Danu, presente nelle fonti sacre, o la già citata Dewi Sri, dea del riso, o Dewa Bayù, dio dei venti...
Kontot Suarbawa, Tiga Bidarari, collezione Ganesh a Tegallalang

A Bali c'è spesso vento, essendo un'isola, il che è la sua salvezza altrimenti il sole sarebbe troppo forte e farebbe troppo caldo. E' una gran cosa, è stata proprio graziata dagli dei della natura... E inoltre è ricca di acque, e il terreno vulcanico è particolarmente fertile. Perciò la chiamano paradiso terrestre o isola degli dei.

Ghila in questo viaggio ha parlato con tante persone, e ora sta chiacchierando con una giovane svizzera e le sue due bimbe. Poi andiamo a pranzo su al primo piano che è tutto aperto ai lati, creando un unico salone senza pareti, di almeno 40 metri, con belle statue moderne di danzatrici.



Non manca un duetto sonoro di gamelan, con la solita musica, che nella sua nenia ritmata a volte mi fa tornare in mente la canzoncina dei personaggi disneyani di Gwendaline e Adelina Bla-bla, le due oche inglesi negli Aristogatti del 1970... e in effetti qui accanto ci sono proprio delle statue di due gooses...!
Prendo un ottimo sweet&sour chicken, Ghi fried noodles, e AL un ottimo tonno bianco. Intanto chiediamo alla cameriera che cosa contiene quella grande zuppiera del tavolo più in là, e ci dice che è fuori menù, espressamente per il boss e i suoi due ospiti di lavoro. Il signore in questione se ne accorge e dice alla cameriera di portarci la zuppiera, così finché non saranno servite le nostre ordinazioni potremo gustare un piatto tipico che si fa raramente nei ristoranti. E' una zuppa di pesce, ed effettivamente il brodetto è molto buono e saporito. Ringraziamo tantissimo per la cordiale cortesia.
Nel pome facciamo il solito full body massage di un'ora, poi facciamo la conferma del volo via internet, e alle sei andiamo in spiaggia per il tramonto. E' tutto rosa, anche la sabbia e l'acqua.




In lontananza si vede che mettono in mare delle barchettine con luminarie.


Ci sono diversi spettacolini di danze balinesi con ballerine adolescenti, e anche con bambine di circa 10 anni, certe sono proprio brave. Ogni ristorante ha allestito un suo teatrino, e si va dall'uno all'altro.



Poi restiamo lì per cena, ai tavoli in spiaggia del "New Langsam café's fresh grilled seafood", dove prendiamo un gran pesce snapper buono e fresco che basta per tutti, salsine varie, patatine fritte per tre, una soup, acqua, bibite, e succhi spremuti di frutta, una birra, per un totale di circa 23€ in tre  (qui nel sud turistico tutto è un po' più caro).

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