mercoledì 21 marzo 2018

4, in Swaziland (2)

Seconda puntata: 13 agosto 2008

Ecco alcune foto che possono essere di interesse etnografico:

uno stimato anziano guerriero swazi  (Umbutfo )
(post card di S.Hall)

Il giorno dopo, attraversata la Riserva Naturale della valle di Ezulwini, entriamo nello "Swazi Cultural Village" a Mantenga, che è un "museo vivente" all'aperto sulla civiltà locale africana


lezioni e dimostrazione di cucina tradizionale

come si deve fare per erigere una staccionata

come si costruisce una robusta capanna (cioè che duri 30 anni)
secondo l'architettura tradizionale detta "ad alveare"

l'ingresso ad una grande hall per riunioni o spettacoli

Questo è un vero villaggio rurale, abitato dalle persone che intrattengono i visitatori. La nostra guida era un omone veramente grande e grosso, simpatico. E' rimasto molto incuriosito dal nome di Annalisa, e trovava spesso dei pretesti per chiamarla per nome. Parlava ad alto volume però con un tono piuttosto basso. Spiegava come si preparano certi cibi, o come si fa ad intrecciare le canne per fare una staccionata, ecc. Poi ha scherzato con Ghila dicendo che se si volesse sposare qui, potrebbe valere 35 o 45 mucche... e Ghila gli ha risposto che le pareva un po' poco, e che era sicura di valere di più... Quindi avendo preso confidenza mi ha proposto di cambiarmi d'abito sinché siamo qui, per cui mi ha tolto la Tshirt e mi ha dato il suo telo rosso da avvolgermi intorno a mantello (mentre lui resta a torso nudo).

Dopo di che, ci ritroviamo ad essere messi assieme a una gita di scolaresche con bimbi e maestre, per andare ad assistere ad uno spettacolo di canti e danze tradizionali. Ci sediamo sulle gradinate assieme a bellissimi bimbetti neri (ci separano in modo che ognuno sia circondato da scolari). Ogni tanto le maestre collocate qua e là, commentano e spiegano agli alunni il senso di quel che viene rappresentato. Tutti sono buonissimi e obbediscono e stanno ben composti, attenti e abbastanza in silenzio. Una insegnante di ragazzini più grandi parlava loro in inglese, ma con un accento parecchio strano, per cui si faceva fatica a capirla. 


siamo gli unici "bianchi"

inizia lo spettacolo con una scenetta ridicola di presa in giro della figura della svampita

poi incominciano canti e danze tradizionali (sibhaca)

i giovani guerrieri

il coro femminile e lo sciamano, personaggio "strano"


(ripenso alla nascita della commedia e della tragedia nella Grecia arcaica)



Ci è piaciuto, perché il contesto era veramente autentico. I danzatori erano i giovani, mentre le giovani più che altro cantavano. I balli mimavano situazioni in cui esibire la potenza virile, sia in simulazioni di caccia, che facendo i guerrieri in combattimento. I ragazzi erano veramente muscolosi e asciutti, con un corpo perfetto, atletico. E poi come sempre, la musica era coinvolgente e trascinante, soprattutto per i ritmi incalzanti. Le donne del coro avevano una bella voce.



(foto da un opuscolo)

I bambini così come gli adulti spesso ridevano per situazioni che non ci sembravano per nulla buffe. Così ho chiesto ad una maestra che avevo sentito parlare in inglese, se poteva spiegarmi che cose ci fosse da ridere. Ma lei non ha capito il senso della mia richiesta. 

Altre danze, oltre a queste sibhaca  accompagnate da percussioni, sono quelle che si tengono p.es. quando maturano i primi frutti, dette incwala, in cui si da l'addio all'anno vecchio secondo il calendario tradizionale che segue le fasi lunari.


Quindi siamo stati a pranzare al Mantenga Lodge Restaurant, dove abbiamo assaggiato la Lyasha Inyama, cioè due grosse costolette alla brace, e per chiudere un dessert: "Mantenga" sundae. 

Poi siamo andati a vedere un bellissimo posto abbastanza vicino, con una natura stupenda, una cascata che si gettava in un laghetto di acqua trasparentissima, in mezzo ad una vegetazione rigogliosa. C'erano pure tante scimmie che giocavano rincorrendosi fra gli alberi. 

Più tardi siamo stati in una villa che era anche bel negozio lungo una strada sterrata, con una deviazione, c'era un giardino splendido. Era pieno di fiori dai mille colori, con statue sparse. Il negozio occupava diverse grandi stanze, e c'era pure un bar-caffè molto carino, di buon gusto. Sulla veranda alcune gabbie con uccellini e pappagalli vari colorati. C'erano dei bei gattoni, e anche dei vecchi cagnetti, molto buoni e tranquilli. Abbiamo visto dei bei batik. 



questo piccolo oggetto è una  bella riproduzione in paglia intrecciata  
di un baobab, simbolo assimilabile a quello dell' "albero della vita"

Vendevano anche della bella bigiotteria artigianale. C'era in vendita persino anche una bellissima porta intarsiata che avrei messo volentieri in valigia..... stupenda...

Quindi poi siamo andati ad un mercato, cioè erano delle bancarelle, negozietti, uno attaccato all'altro in una lunghissima fila su uno spazio di terreno poco discosto dalla strada. 




Ci siamo soffermati in un negozio-tenda, dove la signora era molto bella e giovane ed aveva un bellissimo bimbetto di meno di un anno. Quando era impegnata a trattare con i clienti lo appoggiava in uno scatolone di cartone che aveva lì per terra, con dentro delle copertine. E lui stava lì buono a guardare in su. Bimbo in scatola... ovvero nel suo box.







C'erano dei bei tessuti tipo batik con bei colori e disegni, e anche un bel quadro, che ho poi appeso a casa. E inoltre delle terrecotte, delle statuette, candele decorate, e oggetti in vetro riciclato.






e un copri-cuscino con elefanti


madre/figlio

[queste qui sotto non sono foto mie ma da cartoline, manifesti, o dépliant e brochure]

donne maritate (con scacciamosche), casalinga che prepara il pasto, delle giovani intrecciano cesti di sisal

ragazze che scherzano durante una cerimonia tradizionale (la reed dance)

la cerimonia della danza con delle alte canne, o giunchi (reed dance), detta umhlanga


(sopra e sotto) cerimonia per il fidanzamento delle principesse

in costume tradizionale da guerriero
 indovino-astrologo e "sciamano" (medicine-man)
suonatori di tamburo
una bella giovane swazi, testimonial delle linee aeree nazionali 
(Swaziland Airlink)

Queste cerimonie sono state studiate da T.O. Beidelmann, "Il rito regale swazi", trad. it. in: Marino Niola, a cura di, Il teatro dei Re, edizioni "all'insegna del sapere", Istituto Universitario Orientale di Napoli, 1983

14 agosto
Dopo un buon breakfast mattutino, abbiamo fatto un piccolo "safari" (che significa giro, viaggio) fotografico andando con la nostra auto in un Parco Naturale privato (forse era il Malolotja Nature Reserve). E' noto per avere degli ippopotami in un laghetto, e dei facoceri ovvero warthog, oltre ad altri animali, come il kudù, e lo eland



l'isolotto degli ippopotami


Kudu

eland


Abbiamo fatto un gran girare per le varie sterrate che sono come dei sentieri di terra sconnessa che vanno su e giù per delle colline, e ci siamo completamente ricoperti non solo l'auto di terra rossiccia, ma anche noi stessi e i nostri vestiti di polvere finissima. 

Quanto agli animali c'erano zebre, e vari esemplari di antilopi, e antilopi roan (o fulve), dik-dik, gnù "blu" (wildbeest), e altri.


zebra-mamma con il suo puledro zebrino

Abbiamo pranzato in un posto carino all'aperto, con un lago con ippopotami e sopratutto coccodrilli. C'erano dei cartelli che avvisavano di restare a distanza dalla staccionata protettiva perché quei coccodrilli sanno saltare anche in alto... (che forse era il "Malandela's B&B").


il foglietto con l'avviso



Si tratta di un insieme di negozi, gallerie d'arte ristorante, un internet café e altro. Si trovano tappeti, ricami, cesti, set da tavola, panieri, cose originali da appendere, candele, spiedini, ecc. In più c'è una casa strana arredata in modo kitch, e un'area chiamata "house on fire" per la musica, dove tra le 11 e le 15 vengono rappresentate danze tradizionali, 

mentre per il resto del tempo si può ascoltare musica moderna live, per es. del blues, o del reggae, o r&b, o jazz. Il tutto con un bel giardino. (ora cfr: goneruralswazi.com). Quindi poi siamo andati in un luogo chiamato "Gone Rural Swazi"che è gestito da una cooperativa no-profit di donne, che devolve gran parte dei guadagni alle scuole.



C'è pure un laboratorio di tintura, dove tingono una specie di lino. La gente dei villaggi raccoglie questa fibra che chiamano lutindzi, la quale viene lavorata dagli artigiani che fanno oggetti in vimini. 

Compriamo un barattolo di terra cotta, con l'immagine di un leone.


C'è anche un'area dedicata ai big fives, e ai grandi animali dai rinoceronti alle giraffe, ai felini, la Hlane Game Reserve.




Per ora, terminerei qui la rassegna di foto su questo piccolo bel Paese, che è in corso di rapida modernizzazione (anche se il re tiene molto a che si conosca la cultura tradizionale e si mantenga la pratica di celebrare riti e cerimonie storiche).

A ferragosto lasciamo lo Swaziland dall'uscita Nord, di Matsamo, in questo modo il Paese lo abbiamo attraversato tutto da sud a nord.



Si veda il sito ufficiale http://www.thekingdomofswaziland.com/pages/activities/activity.asp?Activity=Cultural+Activities
o www.welcometoswaziland.com
o anche: https://en.wikipedia.org/wiki/Culture_of_Swaziland

Tra le nostre guide di viaggio avevamo quella di Luciano Martinengo, Sudafrica, della Clup, 2007; e quella pubblicata da Hachette Tourisme, Paris, 2005, cioè in it. "le Guide Routard", collana Il Viaggiatore, Touring editore, Milano, 2006, dedicata all'Africa del Sud. Ma poi ne abbiamo prese altre in loco.

Per una bibliografia storica sugli Swazi e la loro cultura cfr.: H.Baumann, R. Thurnwald, e D. Westermann, Völkerkunde von Afrika, Essen, 1940; e di Hugo A.Bernatzik, Afrika. Handbuch der angewandten Völkerkunde, in 2 volumi, Innsbruck, 1947.
Per testi più recenti in it. vedi: Rino Gaion e Leonardo Zardi (a cura di), Popoli diversi, Africa in 2 volumi, Editrice Saie, Roma Torino 1979, (pp. 292 + 244); e Jean Sellier, Atlante dei popoli dell’Africa, Il Ponte editrice, 2009.

abbiamo comprato due opere scalpellate in legno, molto suggestive e tipiche dell'artigianato swazi:



ecco noi quattro...

(questa carrellata di foto di interesse etnografico prosegue in una prossima puntata, in cui si passa dall'Africa del sud all'Africa del nord)

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